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CaoticaMente
Mostra di pittura ” CaoticaMente” di Vincenzo Alessandra, Luca Pedone, Rosa Maria Mandina.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Vincenzo Alessandra
L’atmosfera intima e familiare dei suoi lavori palesa una tensione all’armonia e all’equilibrio formale, lasciando intravedere subitanei moti d’animo che la quiete nasconde e confonde.
In un mondo dove tutti alzano la voce,i suoi paesaggi placidi e solitari (che a volte ricordano l’apparente semplicità della pittura giapponese) sembrano reclamare il silenzio, la solitudine, condizioni essenziali per recuperare il dialogo con le cose. Nelle tele campeggiano corpi isolati a tinte forti, in netto contrasto con lo sfondo. Sembra quasi che nell’affrontare la figura umana l’autore intraprenda una ricerca sull’identità, sulle radici profonde della condizione dell’uomo.
Rosa Maria Mandina
L’uomo e il suo fragile equilibrio, rinchiuso in un’intima sofferenza, vaga immobile nei meandri della sua conoscenza, le carni assumono un colorito innaturale nelle quali scorre l’angosciosa afflizione. Le figure giacciono immerse in un atmosfera quasi soffocante, ineluttabile, iniqua.
La pittura di Rosa Maria sembra sgorgare dal profondo, da un magma sotterraneo. Spesso, non a caso, privilegia toni color della terra, da cui si affacciano flebili tracce di vita. Ci costringe a guardare in faccia anche gli aspetti più grotteschi e inquietanti della realtà (vedi per esempio il neonato, immagine che comunemente dovrebbe ispirare tenerezza e gioia), che per conformismo e quieto vivere preferiamo ignorare.
Pedone Luca
L’autore svela da subito un’interiorità feconda e tortuosa. Colori forti e intensi rendono lo strato pittorico materia vibrante. Le atmosfere vacillano tra strati di lucido raziocinio e traboccante inquietudine. L’apparente distacco che lo sguardo dei suoi soggetti sembra trasmettere, in realtà cela una profonda e intima comunione dell’artista con la sua opera. I suoi lavori sembrano suggerirci come l’esercizio pittorico sia soprattutto uno strumento di conoscenza, una maniera per appropriarsi del reale, o almeno di una porzione di esso, ritagliato tra le innumerevoli possibilità offerte all’occhio. Con una tecnica sapiente riesce a far emergere il fascino di una quotidianità mai banale, della quale l’artista, spesso, diventa soggetto.
L’atmosfera intima e familiare dei suoi lavori palesa una tensione all’armonia e all’equilibrio formale, lasciando intravedere subitanei moti d’animo che la quiete nasconde e confonde.
In un mondo dove tutti alzano la voce,i suoi paesaggi placidi e solitari (che a volte ricordano l’apparente semplicità della pittura giapponese) sembrano reclamare il silenzio, la solitudine, condizioni essenziali per recuperare il dialogo con le cose. Nelle tele campeggiano corpi isolati a tinte forti, in netto contrasto con lo sfondo. Sembra quasi che nell’affrontare la figura umana l’autore intraprenda una ricerca sull’identità, sulle radici profonde della condizione dell’uomo.
Rosa Maria Mandina
L’uomo e il suo fragile equilibrio, rinchiuso in un’intima sofferenza, vaga immobile nei meandri della sua conoscenza, le carni assumono un colorito innaturale nelle quali scorre l’angosciosa afflizione. Le figure giacciono immerse in un atmosfera quasi soffocante, ineluttabile, iniqua.
La pittura di Rosa Maria sembra sgorgare dal profondo, da un magma sotterraneo. Spesso, non a caso, privilegia toni color della terra, da cui si affacciano flebili tracce di vita. Ci costringe a guardare in faccia anche gli aspetti più grotteschi e inquietanti della realtà (vedi per esempio il neonato, immagine che comunemente dovrebbe ispirare tenerezza e gioia), che per conformismo e quieto vivere preferiamo ignorare.
Pedone Luca
L’autore svela da subito un’interiorità feconda e tortuosa. Colori forti e intensi rendono lo strato pittorico materia vibrante. Le atmosfere vacillano tra strati di lucido raziocinio e traboccante inquietudine. L’apparente distacco che lo sguardo dei suoi soggetti sembra trasmettere, in realtà cela una profonda e intima comunione dell’artista con la sua opera. I suoi lavori sembrano suggerirci come l’esercizio pittorico sia soprattutto uno strumento di conoscenza, una maniera per appropriarsi del reale, o almeno di una porzione di esso, ritagliato tra le innumerevoli possibilità offerte all’occhio. Con una tecnica sapiente riesce a far emergere il fascino di una quotidianità mai banale, della quale l’artista, spesso, diventa soggetto.
15
maggio 2004
CaoticaMente
Dal 15 maggio al 15 giugno 2004
arte contemporanea
Location
LIBRERIA UNIVERSITAS
Palermo, Corso Tuköry, 140, (Palermo)
Palermo, Corso Tuköry, 140, (Palermo)
Orario di apertura
dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 18,00
Vernissage
15 Maggio 2004, ore 18,00