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Sarah Kane – Crave
Esperimento di Fototeatro
Comunicato stampa
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Da un’idea di Andrea Adinolfi
Con Patrizia Barbieri, Michele Baronio, Elio Crifo, Emanuela Scipioni
Regia di Giuseppe Tancorre
Quattro voci in uno spazio claustrofobico. Quattro naufraghi dell’aanima che intersecano i loro deliri scoprendo rapporti casuali, ma non per questo meno importanti. Si scambiano frasi mosse da un continuo e doloroso ripensare al passato alla ricerca spasmodica ‘di un’emozione sempre più indefinibile’, le loro parole non seguono le leggi del dialogo, ma assomigliano a ‘messaggi nella bottiglia’ in cui conservare una parte della propria anima. La logica sparisce, il centro nevralgico è il craving, l’astinenza, condizione insieme simbolica e fisica.
Lo spazio è dissociato, le immagini dei quattro ‘prigionieri’ di moltiplicano e si trasmettono fra le quattro isole, i quattro covi in cui si sono rifugiati. Un panopticon impietoso e sadico circonda la solitudine dei quattro attori, un macabro ‘reality show’ annulla completamente l’idea di intimità, distruggendo ogni possibilità di ‘tenerezza’. Acutizzando esponenzialmente la sofferenza viva via che si cancella ogni consolazione.
Un urlo di dolere vomitato sulla pagina da Sarah Kane, una serie di odiate ‘parole che mi tengono in vita, parole che non mi lasciano morire, che raccontano il mio dolore senza alleviarlo’, per cercare una impossibile catarsi da quello che è il dramma della modernità: il contrasto fra un disperato bisogno d’amore e l’incapacità di costruire una ‘soddisfacente’ percezione di sé.
Con Patrizia Barbieri, Michele Baronio, Elio Crifo, Emanuela Scipioni
Regia di Giuseppe Tancorre
Quattro voci in uno spazio claustrofobico. Quattro naufraghi dell’aanima che intersecano i loro deliri scoprendo rapporti casuali, ma non per questo meno importanti. Si scambiano frasi mosse da un continuo e doloroso ripensare al passato alla ricerca spasmodica ‘di un’emozione sempre più indefinibile’, le loro parole non seguono le leggi del dialogo, ma assomigliano a ‘messaggi nella bottiglia’ in cui conservare una parte della propria anima. La logica sparisce, il centro nevralgico è il craving, l’astinenza, condizione insieme simbolica e fisica.
Lo spazio è dissociato, le immagini dei quattro ‘prigionieri’ di moltiplicano e si trasmettono fra le quattro isole, i quattro covi in cui si sono rifugiati. Un panopticon impietoso e sadico circonda la solitudine dei quattro attori, un macabro ‘reality show’ annulla completamente l’idea di intimità, distruggendo ogni possibilità di ‘tenerezza’. Acutizzando esponenzialmente la sofferenza viva via che si cancella ogni consolazione.
Un urlo di dolere vomitato sulla pagina da Sarah Kane, una serie di odiate ‘parole che mi tengono in vita, parole che non mi lasciano morire, che raccontano il mio dolore senza alleviarlo’, per cercare una impossibile catarsi da quello che è il dramma della modernità: il contrasto fra un disperato bisogno d’amore e l’incapacità di costruire una ‘soddisfacente’ percezione di sé.
10
maggio 2004
Sarah Kane – Crave
Dal 10 al 20 maggio 2004
performance - happening
Location
MONDRIAN SUITE
Roma, Via Dei Piceni, 41/43, (Roma)
Roma, Via Dei Piceni, 41/43, (Roma)