Da volumi puri, di forma e linguaggio geometrici, prendono corpo figure che si muovono nello spazio mute e misteriose, quasi evanescenti, ma di forte impatto emotivo.

Simboli essenziali, esse ci coinvolgono nelle loro emozioni, che spaziano dal gioco alla paura e al disagio. C’è una bambina che si nasconde o un uomo inerte seduto sul letto su cui sono tracciate le inquietudini di una notte insonne. Due sorelle si specchiano senza vedersi su di una parete vuota, illuminata da una finestra che ne scopre il volume.

Architetture incombenti sovrastano piccole figure quasi impercettibili, icone perfette dell’uomo nella grande città, schiacciato da dimensioni sproporzionate, estraniato e solo.