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Ettore Roesler Franz – Un vedutista di fine ‘800 a Tivoli e nel Lazio
Questa rassegna antologica del pittore romano Ettore Roesler Franz (11/5/1845-26/3/1907) può essere certamente considerata per qualità e quantità la più importante e completa mai organizzata dopo la morte dell’artista.
Comunicato stampa
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"La sincerità fa l’artista grande" era la scritta che figurava all’ingresso dello studio romano a Piazza San Claudio 96. E a questa massima si è sempre attenuto.
Questa rassegna antologica del pittore romano Ettore Roesler Franz (11/5/1845-26/3/1907) può essere certamente considerata per qualità e quantità la più importante e completa mai organizzata dopo la morte dell’artista. Con l’allestimento nella splendida cornice dell’Appartamento del Cardinale a Villa d’Este si concludono delle celebrazioni del primo Centenario della cittadinanza onoraria che Tivoli attribuì all’artista.
Per la prima volta si potrà, infatti, ammirare un compendio esaustivo dell’attività del grande pittore romano: dai cipressi di Villa d’Este a quelli di Villa Adriana, dalla Valle dell’Empiglione a quella dell’Aniene, dall’Acquedotto romano dell’ "Anio Novus" a quello dell’ "Aqua Marcia", dai pratoni di Monte Gennaro alle querce di San Gregorio da Sassola, dagli stagni di Maccarese alle paludi Pontine, dai Colli Albani dell’Oasi di Ninfa, dalla Via Appia Antica e molte vedute inedite o pressoché sconosciute della "Roma Sparita", dai paesaggi umbro-laziali-abruzzesi a quelli inglesi.
La mostra di Villa d’Este si prefigge, insomma di esaltare l’arte di Ettore Roesler Franz come il "pittore del paesaggio e della memoria", liberandolo dall’etichetta di "fotografo" che gli è stata ingiustamente attribuita.
Infatti l’artista fu padrone assoluto della difficile tecnica dell’acquerello e più volte Presidente della Società degli Acquerellisti in Roma. Della sua produzione si contano, al massimo solo una decina di olii (due dei quali peraltro, sono presenti in questa mostra) ed altrettanti dipinti a tempera: l’acquerello gli sembrava il mezzo migliore per riprodurre le vedute campestri e specialmente la trasparenza dei cieli e delle acque.
La sua identificazione con il pittore di "Roma Sparita" ha pesato per anni sulla fortuna critica dell’artista romano. Egli non era affatto un "cartolinaro", ma piuttosto un cosmopolita, un esploratore delle città che scomparivano e rinascevano. Può quindi essere considerato come uno dei più vividi esempi del filone del Realismo del Tardo Ottocento.
La mostra presenta circa 100 acquerelli (più due olii), di vari formati (provenienti da collezioni private e pubbliche ).
Schizzi, bozzetti, disegni e foto scattate con il kinegrafo, nonché importanti documenti consentono di rivalutare del tutto Ettore Roesler Franz come grande vedutista e pittore di ampio respiro della campagna laziale di fine Ottocento esaltando la personalità e il talento dell’artista.
Tra i quadri ci sarà anche il famoso ritratto ad olio che Giacomo Balla gli fece a Villa d’Este nel 1902 e che gli permise di partecipare alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
Biografia
Ettore Roesler Franz è nato nella capitale l’11 maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi, mentre la sua famiglia di origine tedesca si era trapiantata Roma dall’inizio del Settecento, proveniente dai Sudeti (e non dalla Svizzera come spesso è stato inesattamente scritto) e vi aveva fondato il celebre Hotel d’Allemagne, tra Via Condotti e Piazza di Spagna che, tra gli altri ospitò lo scrittore francese Stendhal, il romanziere inglese William Thackeray, il compositore tedesco Wagner e il sommo poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe. La famiglia Roesler Franz si era poi imparentata con le più antiche famiglie aristocratiche della capitale e fu persino citata in alcuni sonetti di Giuseppe Gioachino Belli.
Ettore Roesler Franz era stato allievo delle Scuole Cristiane di Trinità de’ Monti, aveva praticamente iniziato la sua attività artistica dopo il ritratto a 18 anni eseguito a pastello nel 1863 da Ettore Ferrari (amico fraterno e compagno di studi all’Accademia di San Luca). Un suo secondo e ben più importante ritratto fu eseguito ad olio a Villa d’Este nel 1902 (cinque anni prima della sua morte avvenuta a Roma il 26/3/1907) da Giacomo Balla. E proprio con questo quadro il celebre pittore torinese (1871-1958) fu ammesso per la prima volta nel 1903 alla Biennale Internazionale d’Arte a Venezia.
"La sincerità fa l’artista grande" era la scritta che figurava all’ingresso dello studio romano di Ettore Roesler Franz a Piazza San Claudio 96 (che nel 1876 aveva sostituito quello precedente di Via del Bufalo 133). E a questa massima si è sempre attenuto.
Per una ventina d’anni a partire dal 1878 il pittore si aggirò con pennelli, cavalletti e macchina fotografica ( fu un dei primi al mondo a servirsi di questo nuovo mezzo per meglio focalizzare con precisione assoluta tutti i particolari di una veduta e ritrarre i suoi personaggi quasi sempre nelle loro funzioni più umili) per vicoli e cortili, strade e piazze della capitale prima che Roma venisse in gran parte spazzata a raso dai demolitori e costruita a misura dalle immobiliari piemontesi. Tra i suoi maggiori estimatori annoverò Joseph Severn (1793-1879), pittore e console inglese a Roma (amico devoto di Jolm Keats che assistette fino alla morte) e il grande storico tedesco e cittadino onorario di Roma Ferdinand Gregorovius (1821-1891).
L’opera che più gli ha dato la notorietà in tutto il mondo è indubbiamente la "Roma Sparita", o meglio per dirla con le sue stesse parole, "Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa". Si tratta di 120 acquerelli suddivisi in tre serie da 40 l’una.
I quadri di Ettore Franz sono l’unica testimonianza a colori di quello storico mutamento, consentendoci oggi di immaginare con facilità come fosse stata la città prima degli sventramenti.
Espose più volte anche in Europa: Parigi, Londra, San Pietroburgo, Berlino, Dresda, Stoccarda, Monaco di Baviera e Vienna, nonché in Olanda e Belgio. Si può quindi affermare che fu il pittore romano dell’Ottocento che più espose e si affermò in Italia e all’estero, viaggiando molto, facilitato anche dalla perfetta conoscenza di varie lingue.
Nel 1883 il Sindaco di Roma Torlonia acquistò dall’artista la prima serie di "Roma Sparita", nel maggio 1908 , un anno dopo la morte di Franz, il Comune di Roma comprò i rimanenti 80 acquerelli. Attualmente il Comune ne possiede 119, perché uno è andato smarrito a Colonia nel 1966 durante una mostra itinerante. La maggior parte delle opere, 93, sono custodite al Museo di Roma mentre le restanti 26 si trovano invece al Museo di Roma in Trastevere.
Il futuro dell’intera collezione è, però, ancora incerto. Non si sa se resterà per sempre smembrata in due tronconi o se invece, come ci si augura, sarà riunificata.
Un suo acquerello si trova nel museo "Art Gallery of New South Wales" di Sidney (Australia) , mentre altri due acquerelli nel Museo di Southmpton (Gran Bretagna) . Altri due acquarelli di Ettore Roesler Franz sono di proprietà pubblica: "Re Vittorio Emanuele II di Savoia durante la sua prima visita ufficiale a Roma del 31 dicembre 1870 dopo l'inondazione del Tevere" appartiene al Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma, mentre "Ponte Lupo - Poli 1898" appartiene al Comune di Tivoli. Il quadro fu donato da Ettore Roesler Franz l'8 dicembre 1903 proprio per ricambiare la Giunta comunale di Tivoli per la consegna nell'agosto di quell'anno della splendida pergamena, miniata da Giuseppe Cellini, della cittadinanza onoraria tiburtina, conferitagli all'unanimità il 6 febbraio 1903 (il Sindaco era Fabio Mastrangeli). Due acquerelli fanno parte della collezione d’arte della Banca di Roma- Capitalia Gruppo Bancario, mentre altri tre suoi acquerelli della collezione d’arte del Gruppo Bancario Sanpaolo Imi-Banco di Napoli.
Questa rassegna antologica del pittore romano Ettore Roesler Franz (11/5/1845-26/3/1907) può essere certamente considerata per qualità e quantità la più importante e completa mai organizzata dopo la morte dell’artista. Con l’allestimento nella splendida cornice dell’Appartamento del Cardinale a Villa d’Este si concludono delle celebrazioni del primo Centenario della cittadinanza onoraria che Tivoli attribuì all’artista.
Per la prima volta si potrà, infatti, ammirare un compendio esaustivo dell’attività del grande pittore romano: dai cipressi di Villa d’Este a quelli di Villa Adriana, dalla Valle dell’Empiglione a quella dell’Aniene, dall’Acquedotto romano dell’ "Anio Novus" a quello dell’ "Aqua Marcia", dai pratoni di Monte Gennaro alle querce di San Gregorio da Sassola, dagli stagni di Maccarese alle paludi Pontine, dai Colli Albani dell’Oasi di Ninfa, dalla Via Appia Antica e molte vedute inedite o pressoché sconosciute della "Roma Sparita", dai paesaggi umbro-laziali-abruzzesi a quelli inglesi.
La mostra di Villa d’Este si prefigge, insomma di esaltare l’arte di Ettore Roesler Franz come il "pittore del paesaggio e della memoria", liberandolo dall’etichetta di "fotografo" che gli è stata ingiustamente attribuita.
Infatti l’artista fu padrone assoluto della difficile tecnica dell’acquerello e più volte Presidente della Società degli Acquerellisti in Roma. Della sua produzione si contano, al massimo solo una decina di olii (due dei quali peraltro, sono presenti in questa mostra) ed altrettanti dipinti a tempera: l’acquerello gli sembrava il mezzo migliore per riprodurre le vedute campestri e specialmente la trasparenza dei cieli e delle acque.
La sua identificazione con il pittore di "Roma Sparita" ha pesato per anni sulla fortuna critica dell’artista romano. Egli non era affatto un "cartolinaro", ma piuttosto un cosmopolita, un esploratore delle città che scomparivano e rinascevano. Può quindi essere considerato come uno dei più vividi esempi del filone del Realismo del Tardo Ottocento.
La mostra presenta circa 100 acquerelli (più due olii), di vari formati (provenienti da collezioni private e pubbliche ).
Schizzi, bozzetti, disegni e foto scattate con il kinegrafo, nonché importanti documenti consentono di rivalutare del tutto Ettore Roesler Franz come grande vedutista e pittore di ampio respiro della campagna laziale di fine Ottocento esaltando la personalità e il talento dell’artista.
Tra i quadri ci sarà anche il famoso ritratto ad olio che Giacomo Balla gli fece a Villa d’Este nel 1902 e che gli permise di partecipare alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia.
Biografia
Ettore Roesler Franz è nato nella capitale l’11 maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi, mentre la sua famiglia di origine tedesca si era trapiantata Roma dall’inizio del Settecento, proveniente dai Sudeti (e non dalla Svizzera come spesso è stato inesattamente scritto) e vi aveva fondato il celebre Hotel d’Allemagne, tra Via Condotti e Piazza di Spagna che, tra gli altri ospitò lo scrittore francese Stendhal, il romanziere inglese William Thackeray, il compositore tedesco Wagner e il sommo poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe. La famiglia Roesler Franz si era poi imparentata con le più antiche famiglie aristocratiche della capitale e fu persino citata in alcuni sonetti di Giuseppe Gioachino Belli.
Ettore Roesler Franz era stato allievo delle Scuole Cristiane di Trinità de’ Monti, aveva praticamente iniziato la sua attività artistica dopo il ritratto a 18 anni eseguito a pastello nel 1863 da Ettore Ferrari (amico fraterno e compagno di studi all’Accademia di San Luca). Un suo secondo e ben più importante ritratto fu eseguito ad olio a Villa d’Este nel 1902 (cinque anni prima della sua morte avvenuta a Roma il 26/3/1907) da Giacomo Balla. E proprio con questo quadro il celebre pittore torinese (1871-1958) fu ammesso per la prima volta nel 1903 alla Biennale Internazionale d’Arte a Venezia.
"La sincerità fa l’artista grande" era la scritta che figurava all’ingresso dello studio romano di Ettore Roesler Franz a Piazza San Claudio 96 (che nel 1876 aveva sostituito quello precedente di Via del Bufalo 133). E a questa massima si è sempre attenuto.
Per una ventina d’anni a partire dal 1878 il pittore si aggirò con pennelli, cavalletti e macchina fotografica ( fu un dei primi al mondo a servirsi di questo nuovo mezzo per meglio focalizzare con precisione assoluta tutti i particolari di una veduta e ritrarre i suoi personaggi quasi sempre nelle loro funzioni più umili) per vicoli e cortili, strade e piazze della capitale prima che Roma venisse in gran parte spazzata a raso dai demolitori e costruita a misura dalle immobiliari piemontesi. Tra i suoi maggiori estimatori annoverò Joseph Severn (1793-1879), pittore e console inglese a Roma (amico devoto di Jolm Keats che assistette fino alla morte) e il grande storico tedesco e cittadino onorario di Roma Ferdinand Gregorovius (1821-1891).
L’opera che più gli ha dato la notorietà in tutto il mondo è indubbiamente la "Roma Sparita", o meglio per dirla con le sue stesse parole, "Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa". Si tratta di 120 acquerelli suddivisi in tre serie da 40 l’una.
I quadri di Ettore Franz sono l’unica testimonianza a colori di quello storico mutamento, consentendoci oggi di immaginare con facilità come fosse stata la città prima degli sventramenti.
Espose più volte anche in Europa: Parigi, Londra, San Pietroburgo, Berlino, Dresda, Stoccarda, Monaco di Baviera e Vienna, nonché in Olanda e Belgio. Si può quindi affermare che fu il pittore romano dell’Ottocento che più espose e si affermò in Italia e all’estero, viaggiando molto, facilitato anche dalla perfetta conoscenza di varie lingue.
Nel 1883 il Sindaco di Roma Torlonia acquistò dall’artista la prima serie di "Roma Sparita", nel maggio 1908 , un anno dopo la morte di Franz, il Comune di Roma comprò i rimanenti 80 acquerelli. Attualmente il Comune ne possiede 119, perché uno è andato smarrito a Colonia nel 1966 durante una mostra itinerante. La maggior parte delle opere, 93, sono custodite al Museo di Roma mentre le restanti 26 si trovano invece al Museo di Roma in Trastevere.
Il futuro dell’intera collezione è, però, ancora incerto. Non si sa se resterà per sempre smembrata in due tronconi o se invece, come ci si augura, sarà riunificata.
Un suo acquerello si trova nel museo "Art Gallery of New South Wales" di Sidney (Australia) , mentre altri due acquerelli nel Museo di Southmpton (Gran Bretagna) . Altri due acquarelli di Ettore Roesler Franz sono di proprietà pubblica: "Re Vittorio Emanuele II di Savoia durante la sua prima visita ufficiale a Roma del 31 dicembre 1870 dopo l'inondazione del Tevere" appartiene al Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma, mentre "Ponte Lupo - Poli 1898" appartiene al Comune di Tivoli. Il quadro fu donato da Ettore Roesler Franz l'8 dicembre 1903 proprio per ricambiare la Giunta comunale di Tivoli per la consegna nell'agosto di quell'anno della splendida pergamena, miniata da Giuseppe Cellini, della cittadinanza onoraria tiburtina, conferitagli all'unanimità il 6 febbraio 1903 (il Sindaco era Fabio Mastrangeli). Due acquerelli fanno parte della collezione d’arte della Banca di Roma- Capitalia Gruppo Bancario, mentre altri tre suoi acquerelli della collezione d’arte del Gruppo Bancario Sanpaolo Imi-Banco di Napoli.
12
maggio 2004
Ettore Roesler Franz – Un vedutista di fine ‘800 a Tivoli e nel Lazio
Dal 12 maggio al 26 settembre 2004
arte moderna e contemporanea
Location
VILLA D’ESTE
Tivoli, Piazza Trento, 1, (Roma)
Tivoli, Piazza Trento, 1, (Roma)
Biglietti
9 Euro
Orario di apertura
tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 8.30 fino a un’ora prima del tramonto
Vernissage
12 Maggio 2004, ore 18
Sito web
www.ettoreroeslerfranz.com
Editore
DE LUCA EDITORI D'ARTE
Autore