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Raffaele Parisi – Ma che idea mi sto facendo dell’India?
Questa mostra- la prima- di Raffaele Parisi, affronta un tema culturalmente e fotograficamente difficile. La complessità nasce dal fatto che l’India è un paese su cui è stato scritto e raccontato di tutto attraverso reportage memorabili.
Comunicato stampa
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“Che cosa so, penso, fantastico, dell’India? Come, credo, molti europei ideologicamente perplessi ho l’impressione che l’India sia un luogo ad alto tenore di Dio, una foresta che produce scimmie, pavoni ed asceti; qui esistono ancora i Maestri, i Profeti, e quando si parla della Verità non si allude ad un caso giudiziario, ma alla verità totale, cosmica; ecco, l’India non sarà mica un paese cosmico?(…) Ma che idea mi sto facendo dell’India?”
Giorgio Manganelli
*
Questa mostra- la prima- di Raffaele Parisi, affronta un tema culturalmente e fotograficamente difficile. La complessità nasce dal fatto che l’India è un paese su cui è stato scritto e raccontato di tutto attraverso reportage memorabili. Basti pensare alle fotografie di Cartier- Bresson e a quelle di Ferdinando Scianna, per citare solo due nomi o, a livello cinematografico e letterario, all’India di Pasolini e Moravia; a quella di Marco Polo e di Borges( India is larger than the world) o a quella di Giorgio Manganelli che ci ha offerto lo spunto per il titolo da dare a questa esposizione.
Visti i tanti precedenti illustri la prima personale di R.P. correva quindi il ‘pericolo’ di doversi confrontare con sguardi e ricordi sull’India famosi,ben vivi in chi si interessa di letteratura e fotografia.Rischiava insomma la difficoltà di dover proporre una propria, particolare, idea dell’India.
R.P. risolve il problema ponendosi con l’umiltà del viaggiatore ‘a tempo limitato’ ( è stato solo due volte e per brevi periodi in India) partito con sulle spalle un buon bagaglio di letture e di immagini da verificare,ma soprattutto con nello zaino la curiosità di cercare, scoprire, attraverso lo sguardo attento del principiante, qualcosa di particolare, per es. un frammento personale che ogni buon viaggiatore è capace di riportare con sé.
I suoi appunti visivi se forse non aggiungeranno nulla di nuovo all’immagine fotografica dell’India, hanno però un senso importante dal punto di vista antropologico: legati insieme creano infatti una sequenza di fotoricordo significative, non distratte; una serie nata dalla creatività di un viaggiatore intelligente, capace- pur avendo poco tempo a disposizione- di osservare, guardare, parlare, con la mente aperta a lasciarsi affascinare, e sufficientemente preparata anche a smontare le seduzioni inevitabili con le quali l’India ha sempre attratto qualunque viaggiatore, anche il più smaliziato. Le immagini di Raffaele ci ripropongono quindi, vivificandolo, il mito inestinguibile dell’India, del suo mistero e delle sue contraddizioni; il fascino dei riti e della vita quotidiana, della spiritualità e della miseria.Troviamo la malinconia, ma anche l’allegria che si nasconde tra le pieghe delle architetture, delle geometrie, dei colori comunque forti ,irruenti, affascinanti e tra le pieghe degli occhi dello stesso Raffaele che scatta appunto con ironia e ‘coraggio’, senza il timore di doversi confrontare con le immagini sull’India dei suoi illustri, o meno illustri, predecessori.
“Sono stato uno spettatore curioso” scrive R. “ ho cercato di osservare, di parlare, di ascoltare, e ho raccolto delle immagini, anche per ricordare meglio dopo, ‘per resuscitare tra le ciglia socchiuse un pò di questa luce e di questi colori’ (Guido Gozzano). Questo ho cercato di comunicare: ‘nuove’ forme, geometrie, colori, molteplicità, ma anche il senso di mistero, gli sguardi, il gioco, l’allegria nonostante tutto. In fondo, la mia idea dell’India”.
F.V.
Giorgio Manganelli
*
Questa mostra- la prima- di Raffaele Parisi, affronta un tema culturalmente e fotograficamente difficile. La complessità nasce dal fatto che l’India è un paese su cui è stato scritto e raccontato di tutto attraverso reportage memorabili. Basti pensare alle fotografie di Cartier- Bresson e a quelle di Ferdinando Scianna, per citare solo due nomi o, a livello cinematografico e letterario, all’India di Pasolini e Moravia; a quella di Marco Polo e di Borges( India is larger than the world) o a quella di Giorgio Manganelli che ci ha offerto lo spunto per il titolo da dare a questa esposizione.
Visti i tanti precedenti illustri la prima personale di R.P. correva quindi il ‘pericolo’ di doversi confrontare con sguardi e ricordi sull’India famosi,ben vivi in chi si interessa di letteratura e fotografia.Rischiava insomma la difficoltà di dover proporre una propria, particolare, idea dell’India.
R.P. risolve il problema ponendosi con l’umiltà del viaggiatore ‘a tempo limitato’ ( è stato solo due volte e per brevi periodi in India) partito con sulle spalle un buon bagaglio di letture e di immagini da verificare,ma soprattutto con nello zaino la curiosità di cercare, scoprire, attraverso lo sguardo attento del principiante, qualcosa di particolare, per es. un frammento personale che ogni buon viaggiatore è capace di riportare con sé.
I suoi appunti visivi se forse non aggiungeranno nulla di nuovo all’immagine fotografica dell’India, hanno però un senso importante dal punto di vista antropologico: legati insieme creano infatti una sequenza di fotoricordo significative, non distratte; una serie nata dalla creatività di un viaggiatore intelligente, capace- pur avendo poco tempo a disposizione- di osservare, guardare, parlare, con la mente aperta a lasciarsi affascinare, e sufficientemente preparata anche a smontare le seduzioni inevitabili con le quali l’India ha sempre attratto qualunque viaggiatore, anche il più smaliziato. Le immagini di Raffaele ci ripropongono quindi, vivificandolo, il mito inestinguibile dell’India, del suo mistero e delle sue contraddizioni; il fascino dei riti e della vita quotidiana, della spiritualità e della miseria.Troviamo la malinconia, ma anche l’allegria che si nasconde tra le pieghe delle architetture, delle geometrie, dei colori comunque forti ,irruenti, affascinanti e tra le pieghe degli occhi dello stesso Raffaele che scatta appunto con ironia e ‘coraggio’, senza il timore di doversi confrontare con le immagini sull’India dei suoi illustri, o meno illustri, predecessori.
“Sono stato uno spettatore curioso” scrive R. “ ho cercato di osservare, di parlare, di ascoltare, e ho raccolto delle immagini, anche per ricordare meglio dopo, ‘per resuscitare tra le ciglia socchiuse un pò di questa luce e di questi colori’ (Guido Gozzano). Questo ho cercato di comunicare: ‘nuove’ forme, geometrie, colori, molteplicità, ma anche il senso di mistero, gli sguardi, il gioco, l’allegria nonostante tutto. In fondo, la mia idea dell’India”.
F.V.
22
maggio 2004
Raffaele Parisi – Ma che idea mi sto facendo dell’India?
Dal 22 al 28 maggio 2004
fotografia
Location
ODRADEK LA LIBRERIA
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 57, (Roma)
Roma, Via Dei Banchi Vecchi, 57, (Roma)
Orario di apertura
dal lun. al ven. con orario continuato dalle 9 alle 20:30 e la domenica dalle 10.00 alle 20.00
Vernissage
22 Maggio 2004, h. 18.00