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L’Italia d’Argento. Storia del dagherrotipo in Italia
L’esposizione è dedicata in particolare agli esordi della fotografia in Italia e presenta al pubblico alcuni tra i più importanti dagherrotipi (sia vedute e riproduzioni di opere d’arte, sia ritratti) realizzati da autori italiani e stranieri presenti all’epoca nel nostro paese.
Comunicato stampa
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Dopo Firenze e Roma, è stato possibile portare la mostra “L’Italia d’Argento, 1839/1859 Storia del dagherrotipo in Italia” anche a Palermo grazie alla Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione, Dipartimento dei Beni Cultuali ed Ambientali ed Educazione Permanente, Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione, Servizio Documentazione Fototeca Regionale che hanno promosso l’iniziativa.
Curata e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Istituto Nazionale per la Grafica e dalla Fratelli Alinari - Fondazione per la Storia della Fotografia l’esposizione è dedicata in particolare agli esordi della fotografia in Italia e presenta al pubblico alcuni tra i più importanti dagherrotipi (sia vedute e riproduzioni di opere d’arte, sia ritratti) realizzati da autori italiani e stranieri presenti all’epoca nel nostro paese.
La “dagherrotipia”, introdotta nel 1839 da Jacques-Louis Mandé Daguerre è la prima, in ordine di tempo, tra tutte le tecniche fotografiche. Questa tecnica ha goduto di una vastissima popolarità almeno fino al 1860, nonostante la concorrenza di altre tecniche più accessibili e più facilmente realizzabili.
La rarità delle immagini al dagherrotipo dovuta soprattutto alla struttura stessa e alle caratteristiche fisico-chimiche del procedimento, oltre che all’unicità e irripetibilità di ogni singola immagine rende questi oggetti oggi particolarmente preziosi e spesso poco conosciuti.
La mostra si propone quindi di presentare per la prima volta in Italia, con oltre 120 opere (recuperate attraverso uno studio e una meticolosa ricerca nell’ambito di diverse collezioni italiane e straniere sia pubbliche che private) uno dei capitoli più affascinanti delle origini della fotografia italiana, riunendo in un’unica esposizione antologica gli incunaboli più preziosi e le testimonianze più rappresentative dell’attività svolta dai pionieri della fotografia: dai ritratti in studio dei numerosi atelier che si specializzarono nelle principali città italiane, alle vedute di luoghi e monumenti, realizzate da professionisti, da artisti itineranti o da “amateur” che costituiscono un essenziale anello di congiunzione tra l’incisione e la fotografia di quella ininterrotta tradizione iconografica legata al Gran Tour e finalizzata agli interessi culturali ed artistici dei viaggiatori.
Curatori della mostra sono Maria Francesca Bonetti e Monica Maffioli.
Alla mostra e al relativo catalogo hanno collaborato molti studiosi ed esperti, impegnati in varie istituzioni italiane, al fine di ricostruire un inedito repertorio, suddiviso per aree regionali, delle più precoci immagini fotografiche realizzate in Italia e dei primi protagonisti della fotografia italiana.
In collaborazione con
Banco di Sicilia
Capitalia Gruppo Bancario
Broker di Assicurazione Ufficiale
PROGRESS FINEART
a division of Progress Insurance Broker
Curata e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Istituto Nazionale per la Grafica e dalla Fratelli Alinari - Fondazione per la Storia della Fotografia l’esposizione è dedicata in particolare agli esordi della fotografia in Italia e presenta al pubblico alcuni tra i più importanti dagherrotipi (sia vedute e riproduzioni di opere d’arte, sia ritratti) realizzati da autori italiani e stranieri presenti all’epoca nel nostro paese.
La “dagherrotipia”, introdotta nel 1839 da Jacques-Louis Mandé Daguerre è la prima, in ordine di tempo, tra tutte le tecniche fotografiche. Questa tecnica ha goduto di una vastissima popolarità almeno fino al 1860, nonostante la concorrenza di altre tecniche più accessibili e più facilmente realizzabili.
La rarità delle immagini al dagherrotipo dovuta soprattutto alla struttura stessa e alle caratteristiche fisico-chimiche del procedimento, oltre che all’unicità e irripetibilità di ogni singola immagine rende questi oggetti oggi particolarmente preziosi e spesso poco conosciuti.
La mostra si propone quindi di presentare per la prima volta in Italia, con oltre 120 opere (recuperate attraverso uno studio e una meticolosa ricerca nell’ambito di diverse collezioni italiane e straniere sia pubbliche che private) uno dei capitoli più affascinanti delle origini della fotografia italiana, riunendo in un’unica esposizione antologica gli incunaboli più preziosi e le testimonianze più rappresentative dell’attività svolta dai pionieri della fotografia: dai ritratti in studio dei numerosi atelier che si specializzarono nelle principali città italiane, alle vedute di luoghi e monumenti, realizzate da professionisti, da artisti itineranti o da “amateur” che costituiscono un essenziale anello di congiunzione tra l’incisione e la fotografia di quella ininterrotta tradizione iconografica legata al Gran Tour e finalizzata agli interessi culturali ed artistici dei viaggiatori.
Curatori della mostra sono Maria Francesca Bonetti e Monica Maffioli.
Alla mostra e al relativo catalogo hanno collaborato molti studiosi ed esperti, impegnati in varie istituzioni italiane, al fine di ricostruire un inedito repertorio, suddiviso per aree regionali, delle più precoci immagini fotografiche realizzate in Italia e dei primi protagonisti della fotografia italiana.
In collaborazione con
Banco di Sicilia
Capitalia Gruppo Bancario
Broker di Assicurazione Ufficiale
PROGRESS FINEART
a division of Progress Insurance Broker
06
maggio 2004
L’Italia d’Argento. Storia del dagherrotipo in Italia
Dal 06 maggio al 13 giugno 2004
fotografia
Location
PALAZZO BRANCIFORTE – FONDAZIONE BANCO DI SICILIA
Palermo, Via Bara All'olivella, 2, (Palermo)
Palermo, Via Bara All'olivella, 2, (Palermo)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10,00-13,00/ 16,00-19,00
domenica e festivi 10,00-13,00
Vernissage
6 Maggio 2004, ore 17,30
Sito web
www.alinari.it/mostre/dagherrotipi