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Nico Lo Calzo – Decadenze
Decadenze di Nico Lo Calzo, è un racconto autobiografico, testimonianza di una esperienza intima e personale, lontana da ogni approccio razionale alla realtà. Le opere in mostra riferiscono il racconto sincronico di stati emozionali incerti, incontrollabili, radicati in una dimensione di forte religiosità.
Comunicato stampa
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Decadenze di Nico Lo Calzo, è un racconto autobiografico, testimonianza di una esperienza intima e personale, lontana da ogni approccio razionale alla realtà. Le opere in mostra riferiscono il racconto sincronico di stati emozionali incerti, incontrollabili, radicati in una dimensione di forte religiosità, dove il senso del Sacro si dà in quanto continua e instancabile ricerca e non come condizione stabile e appagante dell’autore. In questa ricerca, è proprio la sensorialità del rapporto con i materiali e la sua formalizzazione estetica attraverso l’immagine fotografica a sostanziare questo bisogno impellente di sacralità: la gestualità di questo rapporto costituisce la forma stessa di questa ricerca, sentita e consumata come lotta, come procreazione, come atto fecondativo e generativo di una possibile altra condizione esistenziale.
La lettura di questa gestualità passa attraverso tre stati emotivi:
Inseminatio come primo atto della fecondazione, momento accelerato di sensualità e dolore.
Ovulatio in quanto accrescimento psico-fisico e intuizione interiore del Sacro.
Vomitatio come momento dell’espiazione, in cui il corpo attua una estroflessione, e si rigenera in una dimensione di nuova fertilità.
L’Atto creativo dunque vive ed è vissuto come totalizzante affermazione di vita e pallida intuizione della sua decadenza: da qui Decadenze. Questa fenomenologia dell’atto svolge se stessa come chiusa circolarità , senza voler approdare ad alcuna verità conoscitiva: le opere scandiscono una sequenza adirezionata, priva di un inizio e di una fine, affidando alla soggettività dello spettatore la ricostruzione di un possibile percorso emotivo. Decadenze è il flusso cosciente dell’autore, lo scorrere incerto delle sue emozioni, la traccia visibile della sua vitalità e, per questo innanzitutto, una spregiudicata dichiarazione d’ Amore.
Decadenze: il progetto
Decadenze, già presentato a Roma presso l’associazione culturale Brancaleone ( curato, per l’allestimento romano, dal critico Stefano David ) comprende 15 lavori in b/n stampati con processo rigorosamente tradizionale (sottolineo “rigorosamente” dal momento che la tentazione di scambiarle per manipolazioni digitali sembra molto forte!) su formato 40 x 60 cm e montati su cornici a scatola americana di formato 50 x 70; a compendio del racconto in b/n c’è inoltre una radiofotografia a colori di formato 100 x 100, stampata e montata con sistema plexi.
Nell’ambito della ricerca artistica dell’autore, i momenti fondamentali sono due:
- l’azione di ripresa che nasce all’interno di una scenografia precisa, tutta concentrata sull’Azione del soggetto e sulla sua Espressività corporea ( grande importanza svolge l’uso drammatico della luce, sia essa naturale o artificiale);
- il processo di sviluppo e stampa, che a partire dalle tecniche tradizionali di stampa in b/n, affida alla meccanica dell’ingranditore il dinamismo dell’immagine e la sua tensione luminosa.
Rispetto a questo processo, la scelta di una carta baritata matt a tono caldo come appunto la Bergger Prestige CM garantisce la qualità vibratile dell’immagine e la sua velata luminosità.
Decadenze è innanzitutto un progetto integrato, nato e definito in Camera Oscura, dove le Opere esposte, lo Spazio e l’Illuminazione mirano a fondersi intimamente fra loro, realizzando un racconto di luce di grande forza comunicativa. L’illuminazione dello spazio, curata e progettata dal designer Giuseppe Spoto, è realizzata con neon tubolari collocati a scomparsa all’interno di profili scatolari a V disposti come una serpentina lungo le pareti; questo realizza una luce radente dal basso verso l’alto, che corre, quasi imbrigliata, lungo la parete, da un lato illuminando le opere esposte, dall’altro conferendo allo spazio una atmosfera sospesa e crepuscolare.
Maurizio De Pillis
Dopo l'esperienza romana, Decadenze, approda a Torino, all'interno di uno spazio compatibile per dimensioni e concetto della mostra, come Villa Capriglio.
Nico Lo Calzo
La lettura di questa gestualità passa attraverso tre stati emotivi:
Inseminatio come primo atto della fecondazione, momento accelerato di sensualità e dolore.
Ovulatio in quanto accrescimento psico-fisico e intuizione interiore del Sacro.
Vomitatio come momento dell’espiazione, in cui il corpo attua una estroflessione, e si rigenera in una dimensione di nuova fertilità.
L’Atto creativo dunque vive ed è vissuto come totalizzante affermazione di vita e pallida intuizione della sua decadenza: da qui Decadenze. Questa fenomenologia dell’atto svolge se stessa come chiusa circolarità , senza voler approdare ad alcuna verità conoscitiva: le opere scandiscono una sequenza adirezionata, priva di un inizio e di una fine, affidando alla soggettività dello spettatore la ricostruzione di un possibile percorso emotivo. Decadenze è il flusso cosciente dell’autore, lo scorrere incerto delle sue emozioni, la traccia visibile della sua vitalità e, per questo innanzitutto, una spregiudicata dichiarazione d’ Amore.
Decadenze: il progetto
Decadenze, già presentato a Roma presso l’associazione culturale Brancaleone ( curato, per l’allestimento romano, dal critico Stefano David ) comprende 15 lavori in b/n stampati con processo rigorosamente tradizionale (sottolineo “rigorosamente” dal momento che la tentazione di scambiarle per manipolazioni digitali sembra molto forte!) su formato 40 x 60 cm e montati su cornici a scatola americana di formato 50 x 70; a compendio del racconto in b/n c’è inoltre una radiofotografia a colori di formato 100 x 100, stampata e montata con sistema plexi.
Nell’ambito della ricerca artistica dell’autore, i momenti fondamentali sono due:
- l’azione di ripresa che nasce all’interno di una scenografia precisa, tutta concentrata sull’Azione del soggetto e sulla sua Espressività corporea ( grande importanza svolge l’uso drammatico della luce, sia essa naturale o artificiale);
- il processo di sviluppo e stampa, che a partire dalle tecniche tradizionali di stampa in b/n, affida alla meccanica dell’ingranditore il dinamismo dell’immagine e la sua tensione luminosa.
Rispetto a questo processo, la scelta di una carta baritata matt a tono caldo come appunto la Bergger Prestige CM garantisce la qualità vibratile dell’immagine e la sua velata luminosità.
Decadenze è innanzitutto un progetto integrato, nato e definito in Camera Oscura, dove le Opere esposte, lo Spazio e l’Illuminazione mirano a fondersi intimamente fra loro, realizzando un racconto di luce di grande forza comunicativa. L’illuminazione dello spazio, curata e progettata dal designer Giuseppe Spoto, è realizzata con neon tubolari collocati a scomparsa all’interno di profili scatolari a V disposti come una serpentina lungo le pareti; questo realizza una luce radente dal basso verso l’alto, che corre, quasi imbrigliata, lungo la parete, da un lato illuminando le opere esposte, dall’altro conferendo allo spazio una atmosfera sospesa e crepuscolare.
Maurizio De Pillis
Dopo l'esperienza romana, Decadenze, approda a Torino, all'interno di uno spazio compatibile per dimensioni e concetto della mostra, come Villa Capriglio.
Nico Lo Calzo
13
maggio 2004
Nico Lo Calzo – Decadenze
Dal 13 maggio al 06 giugno 2004
fotografia
Location
VILLA CAPRIGLIO
Torino, Strada Al Traforo Di Pino, 67, (Torino)
Torino, Strada Al Traforo Di Pino, 67, (Torino)
Orario di apertura
gio.dom. 17.-20, chiuso sabato 22 maggio
Vernissage
13 Maggio 2004, ore 18.00