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Juan Hernandez Pijuan – Volviendo a un lugar conocido
una vasta retrospettiva in anteprima assoluta per l’Italia
Comunicato stampa
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La Galleria d’Arte Moderna di Bologna in collaborazione con il MACBA (Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona), con il Ministero degli Affari Esteri Spagnolo e con SEACEX dedica all’artista catalano Juan Hernandez Pijuan una vasta retrospettiva in anteprima assoluta per l’Italia. La mostra, frutto di un intenso rapporto di collaborazione instaurato dalla Gam con alcune fra le maggiori Istituzioni Culturali spagnole, rientra all’interno di un itinerario che ha avuto già le sue tappe a Barcellona, Neuchatel e Malmö e che trova in Bologna la quarta ed ultima sede espositiva. Si tratta della prima grande rassegna dedicata a tale artista in Italia che prevede non solo la presentazione di circa 60 dipinti dagli anni ’70 ad oggi, ma anche una selezione di disegni che saranno esposti nella sala Ottagonale del Museo Morandi, in una sorta di dialogo poetico tra due grandi maestri.
Hernández Pijuan nato a Barcellona nel 1931 ed attivo sulla scena artistica a partire già dagli anni sessanta con opere vicine ad un espressionismo contraddistinto da linee rivelano la figura del corpo, comincia, verso la metà degli anni ’70, a dedicarsi alla rappresentazione di paesaggi, così come riaffiorano nella sua memoria. Nelle opere degli anni ’70, ampi spazi predominano nelle tele e le linee cedono il passo a figure geometriche nelle quali il paesaggio diviene un vero e proprio leit-motif. La scoperta che il paesaggio, così come lo vedeva dalla finestra del suo studio, era scevro da qualsiasi linea orizzontale che non fosse quella del cielo, delle montagne e degli alberi, lo ispirò profondamente. La trasposizione dei paesaggi in Pijuan avviene sempre dopo una rielaborazione della memoria.
Successivamente si concentra su esperimenti artistici con differenti tecniche, esplorando le numerose possibilità offerte dall’acquerello, dalla grafite o dall’olio. Negli anni ’80, Pijuan introduce forme nuove all’interno dei suoi dipinti, che in qualche maniera ricordano i disegni, e hanno un ritmo che si collega ai materiali che volta per volta usa. Fiori, cattedrali, edifici o cipressi divengono i soggetti predominanti delle sue tele, che iniziano in questo periodo ad assumere un aspetto caratteristico: grandi tele senza alcuna cornice.
Il periodo degli anni ’90 vede un ritorno di interesse per le superfici e le trame dei dipinti, così come era avvenuto circa venti anni prima. Pijuan sperimenta l’uso della grafite mischiata all’olio su tela, che contribuisce alla creazione di opere contraddistinte da colori scuri e dalle trame fitte ed intricate. Il bianco, assieme al nero, predomina nelle opere di questo periodo che si concentrano sempre più sullo spazio.
Pijuan rivolge sempre la sua attenzione sullo spazio pittorico, nel tentativo di enfatizzare l’immagine “artigianale” oltre a quella puramente “pittorica”, ed è lontano dal perseguire qualsiasi obiettivo puramente descrittivo o narrativo.
Hernández Pijuan nato a Barcellona nel 1931 ed attivo sulla scena artistica a partire già dagli anni sessanta con opere vicine ad un espressionismo contraddistinto da linee rivelano la figura del corpo, comincia, verso la metà degli anni ’70, a dedicarsi alla rappresentazione di paesaggi, così come riaffiorano nella sua memoria. Nelle opere degli anni ’70, ampi spazi predominano nelle tele e le linee cedono il passo a figure geometriche nelle quali il paesaggio diviene un vero e proprio leit-motif. La scoperta che il paesaggio, così come lo vedeva dalla finestra del suo studio, era scevro da qualsiasi linea orizzontale che non fosse quella del cielo, delle montagne e degli alberi, lo ispirò profondamente. La trasposizione dei paesaggi in Pijuan avviene sempre dopo una rielaborazione della memoria.
Successivamente si concentra su esperimenti artistici con differenti tecniche, esplorando le numerose possibilità offerte dall’acquerello, dalla grafite o dall’olio. Negli anni ’80, Pijuan introduce forme nuove all’interno dei suoi dipinti, che in qualche maniera ricordano i disegni, e hanno un ritmo che si collega ai materiali che volta per volta usa. Fiori, cattedrali, edifici o cipressi divengono i soggetti predominanti delle sue tele, che iniziano in questo periodo ad assumere un aspetto caratteristico: grandi tele senza alcuna cornice.
Il periodo degli anni ’90 vede un ritorno di interesse per le superfici e le trame dei dipinti, così come era avvenuto circa venti anni prima. Pijuan sperimenta l’uso della grafite mischiata all’olio su tela, che contribuisce alla creazione di opere contraddistinte da colori scuri e dalle trame fitte ed intricate. Il bianco, assieme al nero, predomina nelle opere di questo periodo che si concentrano sempre più sullo spazio.
Pijuan rivolge sempre la sua attenzione sullo spazio pittorico, nel tentativo di enfatizzare l’immagine “artigianale” oltre a quella puramente “pittorica”, ed è lontano dal perseguire qualsiasi obiettivo puramente descrittivo o narrativo.
15
giugno 2004
Juan Hernandez Pijuan – Volviendo a un lugar conocido
Dal 15 giugno al 19 settembre 2004
arte contemporanea
Location
SALA MAGGIORE EX GAM
Bologna, Piazza Della Costituzione, 3, (Bologna)
Bologna, Piazza Della Costituzione, 3, (Bologna)
Orario di apertura
10 – 18 dal martedì alla domenica; chiuso il lunedì
Vernissage
15 Giugno 2004, ore 19
Autore
Curatore