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Pino Genovese – Alessandro Ridolfi
La stagione espositiva dell’Associazione L.I.Art continua con la quarta mostra della rassegna “la Figura assente”.
Comunicato stampa
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"L’arte suggerisce alla realtà un modo per sfuggire il tempo degli accadimenti, si sostituisce ad essa e fonda, in un momento, una temporalità. La figura assente è quella di cui saggiamo la sparizione, di cui non ricordiamo nulla, se non l’effetto e l’energia di questo vuoto.”
Marcello Carriero
Pino Genovese individua porzioni di paesaggio in cui segna dei tracciati immaginari dai quali estrapola i materiali per una costruzione. L'artificio minimo, usato nel suo lavoro, si basa sul semplice spostamento e riorganizzazione dei dati naturali e fa pensare ad un atteggiamento derivante dal pensiero di F. L. Wright se non altro per la caratteristica continuità tra progetto imposto e materiale reperito, una mobilitazione del caos naturale verso un edificio che sembra frutto di un intimo risarcimento dalla perdita di memoria dell'origine. Così la caverna, la capanna, l'imbarcazione primitiva, oltre ad essere simboli culturali, per Genovese sono segni del passaggio nel paesaggio, in "quel" paesaggio carico di punti di orientamento che segnano la mappa di un'esperienza singolare del mondo.
"L'uomo come macchina ha creato la macchina" - dice Alessandro Ridolfi per introdurre la sua opera intitolata Presenza in Assenza. Ridolfi presenta alla L. I. Art un'opera appositamente creata per gli spazi della Casina Giustiniani in Villa Borghese concependo l'intero edificio come la custodia, o meglio, lo scrigno per il suo prezioso meccanismo per pittura e cancellazione. Il giovane artista da anni costruisce sculture cinetiche che scrivono e dipingono. La "macchina" che presenterà a Roma cancellerà il proprio segno quasi ad escludere ogni processo fabbricativo, una macchina celibe che produce un "nulla", un meccanismo di "annullamento".
Marcello Carriero
Pino Genovese individua porzioni di paesaggio in cui segna dei tracciati immaginari dai quali estrapola i materiali per una costruzione. L'artificio minimo, usato nel suo lavoro, si basa sul semplice spostamento e riorganizzazione dei dati naturali e fa pensare ad un atteggiamento derivante dal pensiero di F. L. Wright se non altro per la caratteristica continuità tra progetto imposto e materiale reperito, una mobilitazione del caos naturale verso un edificio che sembra frutto di un intimo risarcimento dalla perdita di memoria dell'origine. Così la caverna, la capanna, l'imbarcazione primitiva, oltre ad essere simboli culturali, per Genovese sono segni del passaggio nel paesaggio, in "quel" paesaggio carico di punti di orientamento che segnano la mappa di un'esperienza singolare del mondo.
"L'uomo come macchina ha creato la macchina" - dice Alessandro Ridolfi per introdurre la sua opera intitolata Presenza in Assenza. Ridolfi presenta alla L. I. Art un'opera appositamente creata per gli spazi della Casina Giustiniani in Villa Borghese concependo l'intero edificio come la custodia, o meglio, lo scrigno per il suo prezioso meccanismo per pittura e cancellazione. Il giovane artista da anni costruisce sculture cinetiche che scrivono e dipingono. La "macchina" che presenterà a Roma cancellerà il proprio segno quasi ad escludere ogni processo fabbricativo, una macchina celibe che produce un "nulla", un meccanismo di "annullamento".
07
maggio 2004
Pino Genovese – Alessandro Ridolfi
Dal 07 al 22 maggio 2004
arte contemporanea
Location
CASINA GIUSTINIANI – L.I.ART
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Roma, Viale David Lubin, 4, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.00-19.30
Vernissage
7 Maggio 2004, dalle 18.30 alle 21.00