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Marina Abramovic – Cleaning the House
Per ART HIGHLIGHTS 2 diventa particolarmente significativo il contributo di MARINA ABRAMOVIC , una delle pioniere della body art, che approda a Roma dopo il grande successo ottenuto con la partecipazione straordinaria all’ultima Biennale del Whitney Museum, che ha scosso profondamente il pubblico americano.
Comunicato stampa
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In seguito alla serie di conferenze ART HIGHLIGHTS - realizzata al MACRO nel corso della scorsa stagione con il coinvolgimento di alcuni tra i più significativi curatori, come Harald Szeemann, Achille Bonito Oliva, Jan Hoet, David Elliott e quelli appartenenti alla generazione più giovane, come Daniel Birnbaum o Nicolas Bourriaud - la seconda edizione dello stesso ciclo di incontri ha presentato per la prima volta al pubblico romano alcuni tra gli artisti internazionali di maggior spicco, come ALFREDO JAAR (Cile/SAD), HEIMO ZOBERNIG (Austria), TOBIAS REHBERGER (Germania), ERNESTO NETO (Brasile) ed ANRI SALA (Albania/Francia).
ART HIGHLIGHTS 2 ha invitato artisti e curatori italiani e internazionali ad approfondire gli aspetti più significativi e inediti del loro lavoro, attraverso conferenze e incontri diretti con il pubblico, proponendo - c ome indica il titolo "Multiple Horizons / Molteplici orizzonti " - sguardi e punti di vista diversi sull'arte e sul mondo contemporaneo, in un momento pervaso da un senso di crisi e d’incertezza che accompagna l'attuale processo di trasformazione globale.
Per ART HIGHLIGHTS 2 diventa particolarmente significativo il contributo di MARINA ABRAMOVIC , una delle pioniere della body art, che approda a Roma dopo il grande successo ottenuto con la partecipazione straordinaria all’ultima Biennale del Whitney Museum, che ha scosso profondamente il pubblico americano. L’ultima opera “Contate su di noi”, presentata a New York porta, come tutto il suo lavoro, una forte carica emotiva che riesce a coniugare con un approccio personale a rilevanti temi di attualità dai significati universali. E’ per questo che la Abramovic è oggi una delle più importanti artiste contemporanee il cui percorso ha segnato la storia della performance e dell’arte in generale. A partire dalle prime azioni cruenti degli anni Settanta, alle seguenti sperimentazioni con il superamento dei limiti fisici e mentali che hanno caratterizzato la sua collaborazione con il compagno, l’artista tedesco Ulay - con cui ha attraversato la muraglia cinese e concluso così quindici anni di un rapporto artistico unico ed intenso - fino alle recenti performance e installazioni che coinvolgono il pubblico a livello fisico e mentale, Marina Abramovic non si è mai fermata. Questo affascinate percorso sarà il tema della sua lecture al MACRO intitolata “Cleaning the House”, per la quale l’artista presenterà i video che documentano il suo lavoro insieme ad alcuni filmati che riguardano campi di riferimento diversi – sia dell’arte che delle altre sfere della creatività - che gli forniscono motivi di ispirazione; parlerà della sua ricca esperienza e della sua ricerca attorno al corpo come principale luogo e materiale per fare arte. E’ un modo di operare che mette in campo tutta l’energia e il carisma personale assieme ad un complesso bagaglio culturale, come ricorda la performance “Balkan Baroque”, per cui fu premiata con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997.
Mercoledì 5 maggio 2004, alle ore 18.00, sarà presentato per la prima volta in Italia il nuovo libro di Marina Abramović "Student Body" (Edizioni Charta, Milano) in una serata-evento che vedrà presente, non solo l’artista disponibile alla firma delle copie dei libri, ma anche sette dei suoi studenti impegnati in una performance session presso la galleria Volume! - Via San Francesco di Sales, 86/88 a Roma.
MARINA ABRAMOVIC
Nata a Belgrado (Serbia e Montenegro) nel 1946 , vive e lavora tra Amstredam e New York. Nella metà degli anni ’70 inizia il connubio con l’artista tedesco Ulay con il quale realizzerà performance forti e struggenti, dando così un contributo fondamentale alla storia della body art. I due chiamano la loro attività “ Art Vital” realizzando performance nell’ambito di importanti rassegne internazionali: Biennale di Venezia (1976), Documenta, Kassel (1978), Biennale de Paris (1978), “ International Performance Symposium”, Vienna (1978), Brooklyn Museum, NY (1978), Sydney Biennial (1979). Dopo lunghi soggiorni nei deserti dell’Africa, Asia e Australia, dopo l’incontro con altre culture e la sperimentazione dei diversi modi di concepire e usare le proprie risorse fisiche e mentali, negli anni ‘80 Marina e Ulay svolgono performance più meditative, in particolare azioni progressive intitolate “ Nightsea Crossing”. Realizzano questo lavoro nel corso di novanta giorni non-consecutivi nei musei e all’interno di importanti manifestazioni: Art Gallery of Sydney (1981); Kunstlerhaus Bethanien, Berlino; Stedelijk di Amsterdam; Townhall di Toronto; Documenta, Kassel (1982); Museum Fodor, Amsterdam; Bienal, Sao Paulo (1985); The New Museum, NY (1986); Musée Saint-Pierre, Lyon (1987). Nel 1988 la performance monumentale “
The Lovers/The Great Wall” segna la fine della collaborazione: i due percorrono la muraglia cinese, e quando dopo novanta giorni si incontrano, decidono di separarsi.
Dal 1989 a oggi Marina Abramovic prosegue con interventi singoli. Fra i numerosi artisti che hanno lavorato nel campo della Body Art negli anni ‘60 e ‘70 lei è rimasta una dei pochi che ancora realizza performance dal vivo, che in un secondo momento sono presentate come video installazioni. Tra le più note: “ Dragon Heads”, “Cleaning The Mirror”, “Delusional”, “Spirit House”, “Luminosity”, “The Hero”. In collaborazione con Charles Atlas l’artista decide di mettere in scena la sua biografia e cosi nasce la performance teatrale “
Biography” presentata per la prima volta nel 1992. Nel 1997 realizza “ Balcan Baroque”, ispirato alla guerra nell’ex Jugoslavia, che gli ha portato uno dei premi più importanti: il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Nell’ ultimo decennio Marina Abramovic ha imposto il suo lavoro e la sua figura artistica ai più alti livelli dell’arte internazionale, partecipando alle grandi mostre: Documenta, Kassel (1992); Biennale d’Arte Innovativa, Madrid (1992), Biennale di Portugal (1997); Biennale di Venezia (1993 e 1997) e ottenendo grande successo con le retrospettive itineranti: Oxford Museum of Modern Art, Villa Stuck, Munchen; Groninger Museum, Groningen; Museum Van Hedendaagse Kunst, Gent; Kunstmuseum, Bern; Moderna Galeria, Ljubljana; Museum of Modern Art, Sidney.
A Roma è stata presentata per la prima volta all’interno della rassegna “Contemporanea” nel 1973 curata da Achille Bonito Oliva e poi è ritornata con la mostra “Cleaning the Mirror” presso lo Studio Stefania Miscetti ed Associazione per l’Arte Contemporanea Zerynthia nel 1997.
IN COLLABORAZIONE CON: AMBASSADE VAN HET KONINKRIJK DER NEDERLANDEN
ART HIGHLIGHTS 2 ha invitato artisti e curatori italiani e internazionali ad approfondire gli aspetti più significativi e inediti del loro lavoro, attraverso conferenze e incontri diretti con il pubblico, proponendo - c ome indica il titolo "Multiple Horizons / Molteplici orizzonti " - sguardi e punti di vista diversi sull'arte e sul mondo contemporaneo, in un momento pervaso da un senso di crisi e d’incertezza che accompagna l'attuale processo di trasformazione globale.
Per ART HIGHLIGHTS 2 diventa particolarmente significativo il contributo di MARINA ABRAMOVIC , una delle pioniere della body art, che approda a Roma dopo il grande successo ottenuto con la partecipazione straordinaria all’ultima Biennale del Whitney Museum, che ha scosso profondamente il pubblico americano. L’ultima opera “Contate su di noi”, presentata a New York porta, come tutto il suo lavoro, una forte carica emotiva che riesce a coniugare con un approccio personale a rilevanti temi di attualità dai significati universali. E’ per questo che la Abramovic è oggi una delle più importanti artiste contemporanee il cui percorso ha segnato la storia della performance e dell’arte in generale. A partire dalle prime azioni cruenti degli anni Settanta, alle seguenti sperimentazioni con il superamento dei limiti fisici e mentali che hanno caratterizzato la sua collaborazione con il compagno, l’artista tedesco Ulay - con cui ha attraversato la muraglia cinese e concluso così quindici anni di un rapporto artistico unico ed intenso - fino alle recenti performance e installazioni che coinvolgono il pubblico a livello fisico e mentale, Marina Abramovic non si è mai fermata. Questo affascinate percorso sarà il tema della sua lecture al MACRO intitolata “Cleaning the House”, per la quale l’artista presenterà i video che documentano il suo lavoro insieme ad alcuni filmati che riguardano campi di riferimento diversi – sia dell’arte che delle altre sfere della creatività - che gli forniscono motivi di ispirazione; parlerà della sua ricca esperienza e della sua ricerca attorno al corpo come principale luogo e materiale per fare arte. E’ un modo di operare che mette in campo tutta l’energia e il carisma personale assieme ad un complesso bagaglio culturale, come ricorda la performance “Balkan Baroque”, per cui fu premiata con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1997.
Mercoledì 5 maggio 2004, alle ore 18.00, sarà presentato per la prima volta in Italia il nuovo libro di Marina Abramović "Student Body" (Edizioni Charta, Milano) in una serata-evento che vedrà presente, non solo l’artista disponibile alla firma delle copie dei libri, ma anche sette dei suoi studenti impegnati in una performance session presso la galleria Volume! - Via San Francesco di Sales, 86/88 a Roma.
MARINA ABRAMOVIC
Nata a Belgrado (Serbia e Montenegro) nel 1946 , vive e lavora tra Amstredam e New York. Nella metà degli anni ’70 inizia il connubio con l’artista tedesco Ulay con il quale realizzerà performance forti e struggenti, dando così un contributo fondamentale alla storia della body art. I due chiamano la loro attività “ Art Vital” realizzando performance nell’ambito di importanti rassegne internazionali: Biennale di Venezia (1976), Documenta, Kassel (1978), Biennale de Paris (1978), “ International Performance Symposium”, Vienna (1978), Brooklyn Museum, NY (1978), Sydney Biennial (1979). Dopo lunghi soggiorni nei deserti dell’Africa, Asia e Australia, dopo l’incontro con altre culture e la sperimentazione dei diversi modi di concepire e usare le proprie risorse fisiche e mentali, negli anni ‘80 Marina e Ulay svolgono performance più meditative, in particolare azioni progressive intitolate “ Nightsea Crossing”. Realizzano questo lavoro nel corso di novanta giorni non-consecutivi nei musei e all’interno di importanti manifestazioni: Art Gallery of Sydney (1981); Kunstlerhaus Bethanien, Berlino; Stedelijk di Amsterdam; Townhall di Toronto; Documenta, Kassel (1982); Museum Fodor, Amsterdam; Bienal, Sao Paulo (1985); The New Museum, NY (1986); Musée Saint-Pierre, Lyon (1987). Nel 1988 la performance monumentale “
The Lovers/The Great Wall” segna la fine della collaborazione: i due percorrono la muraglia cinese, e quando dopo novanta giorni si incontrano, decidono di separarsi.
Dal 1989 a oggi Marina Abramovic prosegue con interventi singoli. Fra i numerosi artisti che hanno lavorato nel campo della Body Art negli anni ‘60 e ‘70 lei è rimasta una dei pochi che ancora realizza performance dal vivo, che in un secondo momento sono presentate come video installazioni. Tra le più note: “ Dragon Heads”, “Cleaning The Mirror”, “Delusional”, “Spirit House”, “Luminosity”, “The Hero”. In collaborazione con Charles Atlas l’artista decide di mettere in scena la sua biografia e cosi nasce la performance teatrale “
Biography” presentata per la prima volta nel 1992. Nel 1997 realizza “ Balcan Baroque”, ispirato alla guerra nell’ex Jugoslavia, che gli ha portato uno dei premi più importanti: il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Nell’ ultimo decennio Marina Abramovic ha imposto il suo lavoro e la sua figura artistica ai più alti livelli dell’arte internazionale, partecipando alle grandi mostre: Documenta, Kassel (1992); Biennale d’Arte Innovativa, Madrid (1992), Biennale di Portugal (1997); Biennale di Venezia (1993 e 1997) e ottenendo grande successo con le retrospettive itineranti: Oxford Museum of Modern Art, Villa Stuck, Munchen; Groninger Museum, Groningen; Museum Van Hedendaagse Kunst, Gent; Kunstmuseum, Bern; Moderna Galeria, Ljubljana; Museum of Modern Art, Sidney.
A Roma è stata presentata per la prima volta all’interno della rassegna “Contemporanea” nel 1973 curata da Achille Bonito Oliva e poi è ritornata con la mostra “Cleaning the Mirror” presso lo Studio Stefania Miscetti ed Associazione per l’Arte Contemporanea Zerynthia nel 1997.
IN COLLABORAZIONE CON: AMBASSADE VAN HET KONINKRIJK DER NEDERLANDEN
06
maggio 2004
Marina Abramovic – Cleaning the House
06 maggio 2004
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Vernissage
6 Maggio 2004, ORE 18.30
Autore