-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Vadim Gushchin – Il tempo mai andato
Vadim Gushchin unisce la riflessione al paradosso e calibra con cura la sua affettività. Dalla regia solenne e minuziosa delle sue nature morte quasi morandiane emergono sia l’indagine sapiente affidata alla luce, che l’ampio e controllato spettro tonale.
Vadim Gushchin unisce la riflessione al paradosso e calibra con cura la sua affettività. Dalla regia solenne e minuziosa delle sue nature morte quasi morandiane emergono sia l’indagine sapiente affidata alla luce, che l’ampio e controllato spettro tonale. Ma Gushchin eccede e supera i bordi di questa poetica compassata: nei suoi lavori risuona infatti una specie di risata filosofica, lieve ma inarrestabile, evidente nel suo implacabile ripensare i soggetti più diversi: i libri della sua “biblioteca universale” assemblati con cordicelle, scatole distrutte e abbellite dal tempo, vegetali ancestrali, prismi e volumi accademici e perfino le materie dell’usa e getta tradotte in severe geometrie di sapore ortodosso. Più sono primari i suoi materiali, più è semplificato lo schema compositivo e invece complesso il sottile rimando a differenti tradizioni fotografiche e artistiche: russe, mitteleuropee, italiane. Le fotografie dell’autore moscovita analizzano e mettono a fuoco le relazioni fra la forma e l’anima delle cose, tra la loro densa e solida memoria e una totale disponibilità al divenire. Un lavoro pieno di sovrana ironia, ma senza i sarcasmi della sua generazione, e che sembra suggerire quanto la cultura atavica possa diventare una specie di seconda natura, quanto il pensiero e lo sguardo che osservano la filigrana del mondo sappiano trasformare gli opposti dando loro nuova vita.
Augusto Pieroni
Vadim Gushchin – Il tempo mai andato
Roma, Piazza Della Maddalena, 2, (Roma)