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La pittura al tempo dell’Ikea
Tre giovani pittori italiani, nati tutti in provincia alla fine delle grandi utopie del XX secolo, si fanno interprete di un sentimento che non è esattamente la leggerezza o il senso del ludico degli anni ’80, e neppure la registrazione del fallimento che filtrava nei primi anni ’90.
Comunicato stampa
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Parafrasando alcuni noti interpreti del nostro tempo, come Tommaso Labranca e Aldo Nove, l’immaginario artistico contemporaneo non può, oggi più che mai, non relazionarsi con quegli stimoli che provengono dalla vita quotidiana e dai comportamenti ordinari. Accade così, senza che neppure ce ne accorgiamo: il catalogo dell’Ikea promette stile e comodità, risparmio e qualità, rende possibile l’invenzione di un proprio modo di determinare l’ambiente con pochi oggetti senza cadere nell’uniforme o nel banale. Un design attuale ma senza il giogo della moda, fatto di elementi essenziali che emulano il minimalismo, di materiali semplici e non invadenti. L’Ikea è democratica come Internet, interclassista come lo shopping del sabato pomeriggio. E’ adatta alla giovane coppia, alle esigenze della famiglia, ma anche al single impenitente o al sabotatore della quiete sociale (cfr. Fight Club , romanzo di Chuck Palahniuk e film di David Fincher).
Tre giovani pittori italiani, nati tutti in provincia alla fine delle grandi utopie del XX secolo, si fanno interprete di un sentimento che non è esattamente la leggerezza o il senso del ludico degli anni ’80, e neppure la registrazione del fallimento che filtrava nei primi anni ’90. Nel loro lavoro passa invece una sorta di romanticismo, un’affettività per gli oggetti e gli spazi, uno sguardo che attraversa la mera contingenza per diventare modello di stile, indagine socio-culturale.
Riccardo Baruzzi è nato nel 1976 a Fusignano (Ravenna), dove vive e lavora.
Dipinge su fogli di pvc che simulano la lucentezza e la consistenza dell’acciaio alcuni "oggetti nostalgia" divenuti a far parte dell’archeologia tecnologica del nostro quotidiano, come i componenti dell’HiFi, la vecchia Fiat 127, i primi telecomandi.
Fabrizio Dori è nato nel 1976 a Figline Valdarno (Firenze). Vive e lavora a Cantù (Como).
I suoi acrilici su tela sintetizzano i caratteri estetici e funzionali di ambienti, che da anonimi vorrebbero diventare indicatori di uno stile, ripercorrendo così la storia del design e interpretando l’architettura d’interni in chiave new pop, alla stregua delle esperienze musicali e pubblicitarie.
Antonio Fiorini è nato nel 1980 a Brindisi, vive e lavora a Milano.
I suoi lavori più tipici sono "finte polaroid" (hanno il medesimo formato delle foto) in cui viene meno l’estetica dell’istantanea, sostituita da una lenta esecuzione pittorica, capillare e minuziosa. Per la prima volta presenta quadri di diverso formato, ritratti di gente comune in situazioni ordinarie che svela ancora la presenza della matrice fotografica.
Si ringrazia per la collaborazione lo Studio Cannaviello di Milano.
Tre giovani pittori italiani, nati tutti in provincia alla fine delle grandi utopie del XX secolo, si fanno interprete di un sentimento che non è esattamente la leggerezza o il senso del ludico degli anni ’80, e neppure la registrazione del fallimento che filtrava nei primi anni ’90. Nel loro lavoro passa invece una sorta di romanticismo, un’affettività per gli oggetti e gli spazi, uno sguardo che attraversa la mera contingenza per diventare modello di stile, indagine socio-culturale.
Riccardo Baruzzi è nato nel 1976 a Fusignano (Ravenna), dove vive e lavora.
Dipinge su fogli di pvc che simulano la lucentezza e la consistenza dell’acciaio alcuni "oggetti nostalgia" divenuti a far parte dell’archeologia tecnologica del nostro quotidiano, come i componenti dell’HiFi, la vecchia Fiat 127, i primi telecomandi.
Fabrizio Dori è nato nel 1976 a Figline Valdarno (Firenze). Vive e lavora a Cantù (Como).
I suoi acrilici su tela sintetizzano i caratteri estetici e funzionali di ambienti, che da anonimi vorrebbero diventare indicatori di uno stile, ripercorrendo così la storia del design e interpretando l’architettura d’interni in chiave new pop, alla stregua delle esperienze musicali e pubblicitarie.
Antonio Fiorini è nato nel 1980 a Brindisi, vive e lavora a Milano.
I suoi lavori più tipici sono "finte polaroid" (hanno il medesimo formato delle foto) in cui viene meno l’estetica dell’istantanea, sostituita da una lenta esecuzione pittorica, capillare e minuziosa. Per la prima volta presenta quadri di diverso formato, ritratti di gente comune in situazioni ordinarie che svela ancora la presenza della matrice fotografica.
Si ringrazia per la collaborazione lo Studio Cannaviello di Milano.
22
maggio 2004
La pittura al tempo dell’Ikea
Dal 22 maggio al 26 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN SALVATORE
Modena, Via Canalino, 31, (Modena)
Modena, Via Canalino, 31, (Modena)
Orario di apertura
venerdi e sabato 17:30 - 19:30
Vernissage
22 Maggio 2004, ore 18.00