Venerdì 16 aprile alle ore 17.00 in occasione dell’apertura del Centro studi “Progetto Lingua” si inaugura” la personale dell’artista irlandese Priscilla Burke.

La mostra rientra all’interno di un progetto più ampio curato da Antonella Pisilli con l’Associazione Kyo dal titolo “Viaggio in Italia” che vedrà protagonisti in due spazi storici della provincia viterbese, dodici artisti provenienti da tutte le parti del mondo, che dopo il tradizionale Gran Tour hanno scelto di eleggere l’Italia come loro patria di adozione. E proprio il destino ha portato Priscilla Burke in Italia.
Partita da New York in nave per un viaggio in giro per il mondo dopo mille avventure è approdata in Italia con solo una valigia e il desiderio di mettere le radici. Il casuale incontro con il nostro paese ha trasformato un’esperienza momentanea a scelta di un’intera esistenza.
Priscilla Burke è nata a Dublino, arrivata a Roma nel 1962, comincia a dipingere folgorata dalla luce e dall’arte della città eterna.
Antonella Pisilli nel testo critico racconta così il suo incontro con l’artista: «La prima volta che ho visto il lavoro di Priscilla mi ha incuriosita, ma non sono rimasta particolarmente colpita, un pappagallo eccessivamente colorato era ingabbiato dentro una scatola con all’interno altri oggetti che ricreavano un mondo fantasioso ed ingenuo. Ho rivisto l’intera produzione di Priscilla dopo un paio di anni nella sua casa/studio e lì sono rimasta praticamente folgorata. La creazioni fantastica che aveva costruito in quella piccola scatola era trasposta in grandi tele dove esseri primitivi e figure dalla memoria pompeiana e romana rinascevano in un’ambientazione fantastica, quasi magica. I boschi ed i paesaggi che fanno da sfondo alla figura nascondono esseri animati, incutendo agli animi sensibili inquietudine e timore, mistero e paura. Alcune figurazioni gaie ed amene riemergono da questi scenari che sembrano uscite dalla saga ormai leggendaria di Tolkien». Il lavoro della Burke rientra a pieno titolo in quella che Jean Dubuffet nel 1946 definì Art Brut, non nel senso più generico del termine ossia “arte dei pazzi”, ma nella sua accezione più ampia che definirei programmata e cioè quell’arte che non è fatta per un pubblico, che non si ispira a nessuna tradizione, che compie la loro opera per il piacere dei loro autori. Priscilla infatti racconta così il suo esordio alla pittura: “sentivo dentro di me una ferita aperta che soltanto dopo aver iniziato a dipingere ho sentito che era guarita”.
I suoi primi lavori ricordano moltissimo, quelli di Dubuffet, le figure umane primigenie realizzate con impasto di colore sono praticamente identiche. Certo si rimane esterefatti e ci si domanda quanto ci sia di “ingenuo” nella pittura di Priscilla, quando per spiegare il suo lavoro dice: “i greci non mi piacciono, amo l’imperfezione; mi intenerisce” e casualmente uno dei più famosi aforismi di Dubuffet è proprio “I greci non mi piacciono”.
Al di là di similitudine più o meno evidenti con il padre dell’Art Brut, Priscilla è un artista a tutto tondo che da qualche anno ha cominciato a realizzare anche delle sculture dove riesce ad eliminare la tragicità che ha nella pittura e creare figure ironiche e scherzose. Da due anni compone anche musica e versi.

Scuola Progetto Lingua è un nuovissimo centro studi che ha sede a Viterbo. Il centro didattico rappresenta un punto d’incontro di nazionalità, culture ed età diverse dove si può studiare e capire la lingua, l’arte e la cultura italiana.