Le "mutazioni armoniche", a cui si richiama il titolo del lavoro, sono quegli stati sospesi nei quali l'esistere imprime tracce di bellezza quanto mai effimere e inafferrabili. In casi come questi il potere
della fotografia, "specchio dotato di memoria", si esprime al meglio. Grazie alla sintonia raggiunta dallo sguardo contemplativo di Chelucci con le fugacità che osservava, possiamo ora a nostra volta contemplare visioni durevoli del pulsare vitale. Fissità che ci parlano di dinamismi. La fotografia raggiunge il suo paradosso originario e ancora una volta restituisce ciò che parrebbe togliere. Vittorie della vita sulla morte.