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Il Museo di Berna accetta l’eredità di una parte dei quadri di Cornelius Gurlitt, figlio del commerciante Hildebrand, che sotto il regime nazista aveva confiscato per volere di Hitler qualcosa come oltre mille opere “degenerate”. Una storia che ormai conosciamo tutti, con Gurlitt che ha fregato il mondo intero scomparendo alo scorso maggio. Ma c’è una clausola non indifferente che arriva proprio da Berna: il presidente del Museo Christoph Schaeublin ha assicurato che non accetterà alcuna opera «che si sospetti sia stata rubata» e che collaborerà con le autorità tedesche per risalire ai legittimi proprietari.
Era stato invece lo stesso “collezionista” che – è proprio il caso di dirlo – deteneva le opere (Matisse, Picasso, solo per fare due nomi) in condizioni precarie stipate in due appartamenti di Berlino e Monaco, a nominare nel suo testamento proprio il Museo di Berna come unico erede, nonostante oggi vi siano anche alcuni lontani parenti di Gurlitt che rivendicano la proprietà delle opere.
L’istituzione svizzera invece deve tutelarsi, e non può permettersi di vedersi fioccare cause su cause, anche se un tesoro del genere farebbe gola a qualunque istituzione. Ad ogni modo la Corte di Monaco ha stabilito che questa disgraziata vicenda andrà risolta prima che la collezione lasci definitivamente la Germania. Un vero e proprio work in progress, specialmente amministrativo e giudiziario, per una serie di illustri ostaggi.