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Da Tiziano a De Chirico. La ricerca dell’identità
La mostra è il tentativo di esaminare nell’arte il momento in cui, le figure ritratte non sono solo un’immagine, ma svelano uno scandaglio interiore e l’anima nel volto.
Comunicato stampa
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Agli inizi del Novecento, Sigmund Freud inizia ad interessarsi dell’analisi della psiche. Meccanismi d’azione dell’inconscio e aspetti interiori della vita dell’uomo mutano la loro "identità" come seguito alle nuove ricerche. Comportamenti inconsci e patologici acquistano nuove connotazioni, soprattutto, è l’inizio della conoscenza emozionale dell’uomo, fino ad allora poco indagata.
La ricerca della propria identità è, senza dubbio, l’affanno interiore, conscio o inconscio, più intimamente coinvolgente dell’essere umano.
La mostra che si presenta ad Ascoli Piceno, curata da Vittorio Sgarbi, evoluzione delle rassegne precedenti di Cagliari e di Palermo, è il tentativo, anche giusta ambizione, di esaminare nell’arte il momento in cui, le figure ritratte non sono solo un’immagine, ma svelano uno scandaglio interiore e l’anima nel volto. Affinchè l’indagine assuma un significato storico, lo spaccato temporale si allarga a cinque secoli e quindi non soltanto agli anni che corrispondono alle ricerche di Freud.
Nel Novecento, si manifesta l’entità psichica dell’uomo e attraverso queste ricerche, si rende più evidente la comprensione dell’uomo nella parte sua più intima e nascosta.
"La ricerca dell’Identità, da Tiziano a De Chirico", si incentra su opere e artisti italiani dal ’500 ad oggi. L’analisi, si svolge attraverso la ritrattistica, qui intesa non come produzione d’immagine anche ufficiale bensì come ritratto psicologico. Le opere presenti in mostra, dunque, andranno osservate secondo questo principio selettivo.
La mostra di Ascoli tiene ben presente il contesto territoriale/culturale regionale. Il marchigiano - d’adozione - Lorenzo Lotto, può essere considerato fra i primi pittori "freudiani".
I personaggi del Lotto si presentano a noi con una umanità ferita, umiliata, perdente, quasi, l’antefatto pittorico alla lirica leopardiana. Le due figure, sembrano quasi accomunate dal sentimento della minorità dell’uomo, del disagio e di quella natura matrigna, simbolo di tirannia e di perfidia: ...(la natura) che dè mortali Madre è di parto e di voler matrigna.
Ne "La ricerca dell’Identità, da Tiziano a De Chirico", sono molti gli esempi di minorità, di senso della morte o della vita come fuoco effimero, ove disagio e inquietudine, vengono rappresentati come atto doloroso e scaramantico per l’affermazione del sé.
Raffaello, marchigiano, massimo interprete della rinascimentale cultura della bellezza, è comunque il primo artista che dipinge con La Muta un evidente difetto fisico.
Il tempo, immancabilmente, segna l’esistenza dell’uomo. E’ crudele, lascia ogni traccia. Cade come un macigno sulla parte più debole dell’essere: la sua impotenza. Si scontra immancabilmente con la parte trasognata, più futile di se stesso: il suo narcisismo.
In questa mostra, Vittorio Sgarbi, fronteggia questi elementi e li sottolinea in ogni opera scelta.
Un’esempio ancora, Osvaldo Licini, che proprio ad Ascoli termina la sua vita, è artista che dipinge plasticamente l’inconscio. Licini è la teoresi stessa della scissione dell’identità. Egli può affiancare il più patetico ritratto dell’inconscio del siciliano Fausto Pirandello, figlio del drammaturgo di quell’Uno, nessuno o centomila essere al contempo dell’uomo.
La mostra, è una mostra d’autore come altrimenti non avrebbe potuto essere. L’individuo è troppo complesso e complicato per essere incasellato in regole o messo su schedari.
La ricerca dell’identità, in Ascoli, non poteva avere sede più appropriata del Polo di S. Agostino, un insieme architettonico che dal 1248, anno del suo primo impianto, ha continuamento ricercato un’identità di luogo nel corso dei secoli a seguire fino a giungere a quella attuale, quale polo culturale ed espostivo.
Nello specifico delle opere, si sottolineano aggiunte di grande rilievo, con opere di: Leandro Bassano, Pier Leone Ghezzi, Augusto Mussini, Osvaldo Licini, che completano il panorama della già ricca esposizione di Tiziano, Jacopino del Conte, Passerotti, Carracci, Ribera, Preti, Voet, Mola, Fra Galgario, Solimena, Pitocchetto, tutte allusioni alla condizione umana sino alle emblematiche vanitas, sino al ’900.
Nel secolo di Freud, il periodo dove la proiezione di incubi e sogni, l’interpretazione di ansie ed inquietudini, mostrano la condizione dell’uomo nella metafora dell’assenza degli spazi vuoti e desolati, sono presentate opere di grandi maestri come Boccioni, De Chirico, Viani, Sironi, Scipione, Guttuso, Ligabue, Pirandello; o, artisti non molto conosciuti, comunque da scoprire, come Micaelles, Villani, Buratti, ed altri inclini alla visione esistenziale come Gnoli, Ferroni, Music, Sughi, Guarienti, Fioravanti.
L’organizzazione della mostra è a cura di TEKNE Associazione Culturale Organizzazione Grandi Eventi, il coordinamento generale di Gilberto Algranti.
La ricerca della propria identità è, senza dubbio, l’affanno interiore, conscio o inconscio, più intimamente coinvolgente dell’essere umano.
La mostra che si presenta ad Ascoli Piceno, curata da Vittorio Sgarbi, evoluzione delle rassegne precedenti di Cagliari e di Palermo, è il tentativo, anche giusta ambizione, di esaminare nell’arte il momento in cui, le figure ritratte non sono solo un’immagine, ma svelano uno scandaglio interiore e l’anima nel volto. Affinchè l’indagine assuma un significato storico, lo spaccato temporale si allarga a cinque secoli e quindi non soltanto agli anni che corrispondono alle ricerche di Freud.
Nel Novecento, si manifesta l’entità psichica dell’uomo e attraverso queste ricerche, si rende più evidente la comprensione dell’uomo nella parte sua più intima e nascosta.
"La ricerca dell’Identità, da Tiziano a De Chirico", si incentra su opere e artisti italiani dal ’500 ad oggi. L’analisi, si svolge attraverso la ritrattistica, qui intesa non come produzione d’immagine anche ufficiale bensì come ritratto psicologico. Le opere presenti in mostra, dunque, andranno osservate secondo questo principio selettivo.
La mostra di Ascoli tiene ben presente il contesto territoriale/culturale regionale. Il marchigiano - d’adozione - Lorenzo Lotto, può essere considerato fra i primi pittori "freudiani".
I personaggi del Lotto si presentano a noi con una umanità ferita, umiliata, perdente, quasi, l’antefatto pittorico alla lirica leopardiana. Le due figure, sembrano quasi accomunate dal sentimento della minorità dell’uomo, del disagio e di quella natura matrigna, simbolo di tirannia e di perfidia: ...(la natura) che dè mortali Madre è di parto e di voler matrigna.
Ne "La ricerca dell’Identità, da Tiziano a De Chirico", sono molti gli esempi di minorità, di senso della morte o della vita come fuoco effimero, ove disagio e inquietudine, vengono rappresentati come atto doloroso e scaramantico per l’affermazione del sé.
Raffaello, marchigiano, massimo interprete della rinascimentale cultura della bellezza, è comunque il primo artista che dipinge con La Muta un evidente difetto fisico.
Il tempo, immancabilmente, segna l’esistenza dell’uomo. E’ crudele, lascia ogni traccia. Cade come un macigno sulla parte più debole dell’essere: la sua impotenza. Si scontra immancabilmente con la parte trasognata, più futile di se stesso: il suo narcisismo.
In questa mostra, Vittorio Sgarbi, fronteggia questi elementi e li sottolinea in ogni opera scelta.
Un’esempio ancora, Osvaldo Licini, che proprio ad Ascoli termina la sua vita, è artista che dipinge plasticamente l’inconscio. Licini è la teoresi stessa della scissione dell’identità. Egli può affiancare il più patetico ritratto dell’inconscio del siciliano Fausto Pirandello, figlio del drammaturgo di quell’Uno, nessuno o centomila essere al contempo dell’uomo.
La mostra, è una mostra d’autore come altrimenti non avrebbe potuto essere. L’individuo è troppo complesso e complicato per essere incasellato in regole o messo su schedari.
La ricerca dell’identità, in Ascoli, non poteva avere sede più appropriata del Polo di S. Agostino, un insieme architettonico che dal 1248, anno del suo primo impianto, ha continuamento ricercato un’identità di luogo nel corso dei secoli a seguire fino a giungere a quella attuale, quale polo culturale ed espostivo.
Nello specifico delle opere, si sottolineano aggiunte di grande rilievo, con opere di: Leandro Bassano, Pier Leone Ghezzi, Augusto Mussini, Osvaldo Licini, che completano il panorama della già ricca esposizione di Tiziano, Jacopino del Conte, Passerotti, Carracci, Ribera, Preti, Voet, Mola, Fra Galgario, Solimena, Pitocchetto, tutte allusioni alla condizione umana sino alle emblematiche vanitas, sino al ’900.
Nel secolo di Freud, il periodo dove la proiezione di incubi e sogni, l’interpretazione di ansie ed inquietudini, mostrano la condizione dell’uomo nella metafora dell’assenza degli spazi vuoti e desolati, sono presentate opere di grandi maestri come Boccioni, De Chirico, Viani, Sironi, Scipione, Guttuso, Ligabue, Pirandello; o, artisti non molto conosciuti, comunque da scoprire, come Micaelles, Villani, Buratti, ed altri inclini alla visione esistenziale come Gnoli, Ferroni, Music, Sughi, Guarienti, Fioravanti.
L’organizzazione della mostra è a cura di TEKNE Associazione Culturale Organizzazione Grandi Eventi, il coordinamento generale di Gilberto Algranti.
03
aprile 2004
Da Tiziano a De Chirico. La ricerca dell’identità
Dal 03 aprile all'undici luglio 2004
arte antica
Location
POLO CULTURALE DI SANT’AGOSTINO
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 224, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 224, (Ascoli Piceno)
Biglietti
intero € 8,00 - ridotto € 5,00
Orario di apertura
marzo-maggio tutti i giorni dalle 10,00 alle 19,00
giugno tutti i giorni dalle 12,00 alle 22,00
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 17,30
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ROSI FONTANA