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Primalia
In che modo la tecnica definisce l’arte? In che modo la tecnica può essere una categoria interna all’arte o in quale altro modo è fuori da essa?
Comunicato stampa
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EVENTI COLLATERALI
Performance artistico-teatrale di SPAZIO TEATRO
Convegno: L’ arte e la tecnologia. In che modo la tecnica definisce l’arte? In che modo la tecnica può essere una categoria interna all’arte o in quale altro modo è fuori da essa?
Premessa
È ormai assodato che il consolidamento dell’aspetto tecnico (di quella che può essere definita tout court tecnologia) nella cultura artistica della seconda metà del Novecento abbia avuto una sua significativa importanza. Tale legame si appoggia sul fatto che la tecnologia ha rappresentato, non solo un valido baluardo contro la degenerazione dell’ispirazione pura fine a se stessa, ma ha costituito anche un terreno efficace di nuovo fondamento e motivazione dell’opera. Mentre “l’intuizione pura” rivendicava una propria autonomia di senso, che non voleva essere collegata ad alcuna ragione sociale, la vexata questio “del modo e del mezzo”, al contrario, spinge ad una riflessione sull’arte stessa e contemporaneamente si allontana sempre di più dal contesto “poietico-fabrile” dell’opera tradizionale. Inevitabilmente, la critica che segue questo percorso dovrà chiedersi: In che modo la tecnica definisce l’arte? In che modo la tecnica può essere una categoria interna all’arte o in quale altro modo è fuori da essa?
Allo stato attuale del dibattito sull’arte e la tecnologia, non si può non riconoscere che nella bottega del fare artistico debbano concorrere tutti i mezzi che la contemporaneità ha conquistato, lavorando per l’eliminazione totale della divisione tra i concetti di artista e di artigiano.
Sulla base di questi presupposti, la presente mostra è stata pensata come una rassegna di arte in video, nella quale sono stati coinvolti artisti che lavorano sotto nome singolo o in collettivo, che aspirano alla costruzione di nuovi paradigmi per l’espressione tecnologica.
La mostra mutuando dagli scritti di Tommaso Campanella, è dedicata al concetto di primalia, che qui viene indagato in una forma contemporanea. Ai presupposti intuiti dal filosofo di Stilo, vengono sostituiti quattro nuovi primalia: immagini, schermi, spazi e riproducibilità, che nell’epoca della comunicazione globale costituiscono i fondamenti di una nuova lingua.
Itinerario della mostra:
Pièce Unique. La sezione presenta un’opera istallativa di Studio Azzurro, uno dei gruppi più accreditati della ricerca artistica contemporanea, una comunità mediale che - partendo da un lavoro originario sulla comunicazione - con le sue sperimentazioni in ambito interattivo si è reso noto in tutto il mondo. Studio Azzurro, promuovendo un linguaggio che cerca di piegare il fare tecnologico ad un’espressione poeticamente libera ed aperta, realizza suggestive istallazioni che vanno oltre il senso preconfezionato della multimedialità.
Atto del corpo. Questa sezione propone una ricca documentazione e alcuni interventi ad hoc di Marina Abramovic, Gunther Brus, Giuseppe Desiato, Diamanda Galas, Urs Luthi, Hermann Nitsch, Marcelin Antunez Roca, Orlan che utilizzano il video come un ulteriore mezzo per mettere in discussione la propria soggettività.
Lo schermo e la strada. Qui vengono presentati alcuni gruppi che pensano ad un uso della televisione dentro ai linguaggi della vita quotidiana e, negando l’identità ordinaria dell’arte, si pongono ai margini della strada e fuori dall’immagine globale: Ogino Knauss, ANTtelevision, Peccioli TV, Anonima-di-chi-sì-lu-son, Minimal TV, Mosaico TV, Teleporto TV, Camera Blue, Disco Volante TV.
Docuvideo. Gli autori esibiti in questa parte della mostra sono seguiti dall’occhio di una telecamera che ha registrato le forme, i modi e i criteri di un’istallazione. Qui la composizione processuale dell’esposizione diviene una particolare forma narrativa. Gli interpreti di queste testimonianze sono: Gilbert&George, Michelangelo Pistoletto, Richard Serra, Joel Shapiro, Gerhard Richter, Jane&Louise Wilson, Robert Wyatt.
Riflessi. Cosa è divenuta la video arte? Dove va la forma totale del cinema, del docuvideo e dell’immagine digitale di sintesi? Dove si dirige il riflesso globale della riproducibilità? Sono chiamati a rispondere a questi dilemmi: ConiglioViola, Elastic Group of Artistic Research, Antonello Matarazzo, Silvano Tessarollo, Giardini Pensili, Emilio Fantin, Makrida, Nello Teodori, Cristina Show, Giacomo Verde, Sparajurij, Mauro Santini, G.P. Mutoid, CAST, Cristina Rauso, Caterina Notte.
“Come se” la mente. Cinema, video, documentazione di itinerari mentali, proposte linguistiche, scansioni di tempo sospeso, spazi, luoghi e logos, percorsi e crocevia tra grammatiche e forme infinite: William Klein, Guy Debord, Robert Smithson, Bill Viola, Franco Vaccari, Luca Maria Patella, Bernard Venet, Robert Cahen, Peter Campus.
Matrici del paradosso. James Yamada, Paul McCarthy, Micha Klein, Ulay, Annika Larsson, Damien Hirst, Tony Oursler, John Maybury, Matthew Marello, Tracey Moffat, Mariko Mori, Erwin Olaff, Wochen Klausur, Gary Hill. Questi gli artisti di una sezione che tenta di aprire un varco dentro alle forme e dentro ai modi del linguaggio video contemporaneo, per capire il senso e il procedimento dell’immagine riproducibile.
Performance artistico-teatrale di SPAZIO TEATRO
Convegno: L’ arte e la tecnologia. In che modo la tecnica definisce l’arte? In che modo la tecnica può essere una categoria interna all’arte o in quale altro modo è fuori da essa?
Premessa
È ormai assodato che il consolidamento dell’aspetto tecnico (di quella che può essere definita tout court tecnologia) nella cultura artistica della seconda metà del Novecento abbia avuto una sua significativa importanza. Tale legame si appoggia sul fatto che la tecnologia ha rappresentato, non solo un valido baluardo contro la degenerazione dell’ispirazione pura fine a se stessa, ma ha costituito anche un terreno efficace di nuovo fondamento e motivazione dell’opera. Mentre “l’intuizione pura” rivendicava una propria autonomia di senso, che non voleva essere collegata ad alcuna ragione sociale, la vexata questio “del modo e del mezzo”, al contrario, spinge ad una riflessione sull’arte stessa e contemporaneamente si allontana sempre di più dal contesto “poietico-fabrile” dell’opera tradizionale. Inevitabilmente, la critica che segue questo percorso dovrà chiedersi: In che modo la tecnica definisce l’arte? In che modo la tecnica può essere una categoria interna all’arte o in quale altro modo è fuori da essa?
Allo stato attuale del dibattito sull’arte e la tecnologia, non si può non riconoscere che nella bottega del fare artistico debbano concorrere tutti i mezzi che la contemporaneità ha conquistato, lavorando per l’eliminazione totale della divisione tra i concetti di artista e di artigiano.
Sulla base di questi presupposti, la presente mostra è stata pensata come una rassegna di arte in video, nella quale sono stati coinvolti artisti che lavorano sotto nome singolo o in collettivo, che aspirano alla costruzione di nuovi paradigmi per l’espressione tecnologica.
La mostra mutuando dagli scritti di Tommaso Campanella, è dedicata al concetto di primalia, che qui viene indagato in una forma contemporanea. Ai presupposti intuiti dal filosofo di Stilo, vengono sostituiti quattro nuovi primalia: immagini, schermi, spazi e riproducibilità, che nell’epoca della comunicazione globale costituiscono i fondamenti di una nuova lingua.
Itinerario della mostra:
Pièce Unique. La sezione presenta un’opera istallativa di Studio Azzurro, uno dei gruppi più accreditati della ricerca artistica contemporanea, una comunità mediale che - partendo da un lavoro originario sulla comunicazione - con le sue sperimentazioni in ambito interattivo si è reso noto in tutto il mondo. Studio Azzurro, promuovendo un linguaggio che cerca di piegare il fare tecnologico ad un’espressione poeticamente libera ed aperta, realizza suggestive istallazioni che vanno oltre il senso preconfezionato della multimedialità.
Atto del corpo. Questa sezione propone una ricca documentazione e alcuni interventi ad hoc di Marina Abramovic, Gunther Brus, Giuseppe Desiato, Diamanda Galas, Urs Luthi, Hermann Nitsch, Marcelin Antunez Roca, Orlan che utilizzano il video come un ulteriore mezzo per mettere in discussione la propria soggettività.
Lo schermo e la strada. Qui vengono presentati alcuni gruppi che pensano ad un uso della televisione dentro ai linguaggi della vita quotidiana e, negando l’identità ordinaria dell’arte, si pongono ai margini della strada e fuori dall’immagine globale: Ogino Knauss, ANTtelevision, Peccioli TV, Anonima-di-chi-sì-lu-son, Minimal TV, Mosaico TV, Teleporto TV, Camera Blue, Disco Volante TV.
Docuvideo. Gli autori esibiti in questa parte della mostra sono seguiti dall’occhio di una telecamera che ha registrato le forme, i modi e i criteri di un’istallazione. Qui la composizione processuale dell’esposizione diviene una particolare forma narrativa. Gli interpreti di queste testimonianze sono: Gilbert&George, Michelangelo Pistoletto, Richard Serra, Joel Shapiro, Gerhard Richter, Jane&Louise Wilson, Robert Wyatt.
Riflessi. Cosa è divenuta la video arte? Dove va la forma totale del cinema, del docuvideo e dell’immagine digitale di sintesi? Dove si dirige il riflesso globale della riproducibilità? Sono chiamati a rispondere a questi dilemmi: ConiglioViola, Elastic Group of Artistic Research, Antonello Matarazzo, Silvano Tessarollo, Giardini Pensili, Emilio Fantin, Makrida, Nello Teodori, Cristina Show, Giacomo Verde, Sparajurij, Mauro Santini, G.P. Mutoid, CAST, Cristina Rauso, Caterina Notte.
“Come se” la mente. Cinema, video, documentazione di itinerari mentali, proposte linguistiche, scansioni di tempo sospeso, spazi, luoghi e logos, percorsi e crocevia tra grammatiche e forme infinite: William Klein, Guy Debord, Robert Smithson, Bill Viola, Franco Vaccari, Luca Maria Patella, Bernard Venet, Robert Cahen, Peter Campus.
Matrici del paradosso. James Yamada, Paul McCarthy, Micha Klein, Ulay, Annika Larsson, Damien Hirst, Tony Oursler, John Maybury, Matthew Marello, Tracey Moffat, Mariko Mori, Erwin Olaff, Wochen Klausur, Gary Hill. Questi gli artisti di una sezione che tenta di aprire un varco dentro alle forme e dentro ai modi del linguaggio video contemporaneo, per capire il senso e il procedimento dell’immagine riproducibile.
31
marzo 2004
Primalia
Dal 31 marzo al 30 aprile 2004
arte contemporanea
Location
PALAZZO CEDIR
Reggio Di Calabria, Via Sant'Anna, (Reggio Di Calabria)
Reggio Di Calabria, Via Sant'Anna, (Reggio Di Calabria)
Orario di apertura
10/13_16/20. Tutti i giorni tranne il lunedì
Vernissage
31 Marzo 2004, ore 18.00
Sito web
www.primalia.org