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Piero Gilardi – Tappeti natura
Al centro della rassegna due nuove sequenze di opere: una sul tema dell’acqua, evocata attraverso frammenti di spiaggia minuziosamente simulati, e l’altra sul tema del bosco, richiamato attraverso scrupolose imitazioni di frutti, fiori, piante, rami.
Comunicato stampa
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La Galleria “Il Castello” di Adriano e Marcello Conte è lieta di presentare la rassegna “Tappeti natura”, 25 opere inedite che offriranno un incontro completo con i lavori di Piero Gilardi.
Al centro della rassegna due nuove sequenze di opere: una sul tema dell’acqua, evocata attraverso frammenti di spiaggia minuziosamente simulati, e l’altra sul tema del bosco, richiamato attraverso scrupolose imitazioni di frutti, fiori, piante, rami.
I tappeti-natura sono da interpretarsi come il tributo e il congedo dalle dicotomie astratto-formaliste del dopoguerra. Al concetto di rappresentazione viene infatti contrapposto quello del direttamente vissuto, ricercando un linguaggio attraverso il quale sia possibile aprire un rapporto nuovo con il mondo della natura. Tutto entra nell’opera di Gilardi: la sensibilità, l’emozionalità, rami secchi, alberi, boschi, e altro ancora, al fine di definire un nuovo linguaggio dell’arte, che, senza alcun pregiudizio, ponga continuamente in relazione nell’opera ogni elemento che partecipa alla grande avventura dell’esistenza, e quindi anche dell’arte.
La natura viene trattata come un’attrazione da palcoscenico, una curiosità variopinta e pittoresca, una sorta di scenario effimero seicentesco che più che l’interazione con l’uomo sembra sottolineare il compiuto distacco e il definitivo imporsi di una nuova posizione etica nei riguardi della natura.
La cromia cessa di essere un attributo subordinato alla forma per acquisire una sua piena dignità: il colore risponde alla funzione di agganciare i poli di natura e artificio.
Di fronte a queste sculture bisogna andare oltre la soglia del godimento visivo, del supporto materiale, della tecnica di cui l’artista si avvale per ottenere determinati effetti cromatici o di estrema, puntigliosa e meravigliata imitazione di un evento naturale (tra i soggetti esposti ci sono infatti la spiaggia con papuine, la chiocciola sul greto, il terreno fiorito di gigli, i cachi nelle neve…): bisogna entrare nella dimensione simbolica dell’oggetto e rinnovare la riflessione sul ruolo dell’artista e dell’uomo e del loro rapporto con la natura.
Piero Gilardi è nato nel 1942 a Torino, dove vive e lavora. Ha esordito nel 1966 con una rassegna di tappeti-natura alla Galleria Sperone di Torino. Tra le ultime mostre personali, ricordiamo: “Il Giardino di Dionisio”, Galleria Biasutti & Biasutti Torino 2003, “Scoglio Lunare” , Galleria Cristiani-Pron, Parigi 2001, “Scoglio Bretone”, Galleria Astuti, Pietrasanta 2001, “Acqua virtuale” Galleria Guastalla, Livorno, “Piero Gilardi” mostra antologica, Loggetta Lombardesca, Comune di Ravenna.
Al centro della rassegna due nuove sequenze di opere: una sul tema dell’acqua, evocata attraverso frammenti di spiaggia minuziosamente simulati, e l’altra sul tema del bosco, richiamato attraverso scrupolose imitazioni di frutti, fiori, piante, rami.
I tappeti-natura sono da interpretarsi come il tributo e il congedo dalle dicotomie astratto-formaliste del dopoguerra. Al concetto di rappresentazione viene infatti contrapposto quello del direttamente vissuto, ricercando un linguaggio attraverso il quale sia possibile aprire un rapporto nuovo con il mondo della natura. Tutto entra nell’opera di Gilardi: la sensibilità, l’emozionalità, rami secchi, alberi, boschi, e altro ancora, al fine di definire un nuovo linguaggio dell’arte, che, senza alcun pregiudizio, ponga continuamente in relazione nell’opera ogni elemento che partecipa alla grande avventura dell’esistenza, e quindi anche dell’arte.
La natura viene trattata come un’attrazione da palcoscenico, una curiosità variopinta e pittoresca, una sorta di scenario effimero seicentesco che più che l’interazione con l’uomo sembra sottolineare il compiuto distacco e il definitivo imporsi di una nuova posizione etica nei riguardi della natura.
La cromia cessa di essere un attributo subordinato alla forma per acquisire una sua piena dignità: il colore risponde alla funzione di agganciare i poli di natura e artificio.
Di fronte a queste sculture bisogna andare oltre la soglia del godimento visivo, del supporto materiale, della tecnica di cui l’artista si avvale per ottenere determinati effetti cromatici o di estrema, puntigliosa e meravigliata imitazione di un evento naturale (tra i soggetti esposti ci sono infatti la spiaggia con papuine, la chiocciola sul greto, il terreno fiorito di gigli, i cachi nelle neve…): bisogna entrare nella dimensione simbolica dell’oggetto e rinnovare la riflessione sul ruolo dell’artista e dell’uomo e del loro rapporto con la natura.
Piero Gilardi è nato nel 1942 a Torino, dove vive e lavora. Ha esordito nel 1966 con una rassegna di tappeti-natura alla Galleria Sperone di Torino. Tra le ultime mostre personali, ricordiamo: “Il Giardino di Dionisio”, Galleria Biasutti & Biasutti Torino 2003, “Scoglio Lunare” , Galleria Cristiani-Pron, Parigi 2001, “Scoglio Bretone”, Galleria Astuti, Pietrasanta 2001, “Acqua virtuale” Galleria Guastalla, Livorno, “Piero Gilardi” mostra antologica, Loggetta Lombardesca, Comune di Ravenna.
25
marzo 2004
Piero Gilardi – Tappeti natura
Dal 25 marzo al 30 aprile 2004
arte contemporanea
Location
IL CASTELLO ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Milano, Via Brera, 16, (Milano)
Milano, Via Brera, 16, (Milano)
Orario di apertura
Ma-Sa 10-13, 15:30-19. Lu 15:30-19
Vernissage
25 Marzo 2004, dalle 18 alle 21. Cocktail