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Bruno Gorgone – il segno e il colore
L’allestimento comprende una selezione delle opere più recenti dell’artista piemontese, costituito da oli su tela, carte e istallazioni in vetro di Murano
Comunicato stampa
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Testo di presentazione di Milena Milani
(Albisola 26 gennaio 2004)
Ho in mente La Tapisserie de Bayeux, l’arazzo che si trova nell’omonima cittadina francese del Calvados, al Museo della Regina Matilde, nelle cui cinquantotto scene si illustra la conquista normanna dell’Inghilterra, avvenuta nel 1065.
Perché parlo di Bayeux a proposito del mio amico pittore Bruno Gorgone? Guardando le sue tele penso al racconto del famoso tessuto eseguito a mano, dove si snodano le vicende di guerra di tanti secoli fa. Anche Gorgone svolge una storia, lo sta facendo da quando ha iniziato a dipingere con
quei colori e quelle forme, soltanto in apparenza non figurativi. In realtà io vi sgorgo avvenimenti e personaggi ben precisi di questi anni, come se, anche lui, stesse ideando le cinquantotto opere di Bayeux, cioè stesse intessendo un arazzo che diventerà storico.
Grandi e piccoli quadri seguono una trama ordinata, con i colori magri senza spessore, che vanno oltre i bordi, coinvolgendo l’artista e il suo pubblico. E’ un’ossessione, la sua, strettamente psicoanalitica, un insistere morboso su un tema che ha dentro di sé, da quando si perdeva nei giardini di un Eden senza confini e, più tardi, nei labirinti e nei licheni del suo io vegetale.
C’è un conflitto nelle immagini rappresentate, nelle variazione dei gialli, degli arancione, dei rosa, nei brividi dei verdi inseriti con parsimonia in posizione chiave, in alcuni scomparti sinuosi quasi umani. Questo arazzo contemporaneo affonda le sue radici nei millenni di Bayeux, almeno così lo vedo io, quasi la mano di Gorgonie intrecciasse fili e fili, annodasse e riannodasse i suoi processi mentali inconsci, ovviamente sulla base dei sogni, in un transfert forse immaginario, ma non per questo meno significativo.
Che cosa vuole conquistare, Gorgone? Quali terre, quali meccanismi, quali possedimenti personali? Impiega mezzi di seduzione, blandisce se stesso e chi guarda con floreali insistenze, persino patologiche, poi si riscatta con minimi approcci freudiani, che vengono fuori suo malgrado, foglie dimezzate e dentellate, gonfi seni materni, ventri giganteschi da scoprire come in un puzzle. Il suo è il ritratto di una generazione che si nasconde, impaurita dalle possibili scoperte, anche se l’inventore cerca di mimetizzarle.
L’erotismo non è un peccato, ma semmai un atteggiamento che privilegia i valori sessuali.
La pittura di Gorgone salta e descrivere i culti erotici universali, ammantandoli di simbolismi. La sua Tapisserie de Bayeux si legge apertamente come affermazione di libertà.
-------------
Bruno Gorgonia -Note Biografiche
Bruno Gorgone nasce a Cuneo nel 1958. Si interessa attivamente di arte visiva dai primi anni ottanta. Si laurea in Architettura all’Università di Genova. Si trasferisce quindi a Venezia dove nell’ambiente dell’Accademia approfondisce le sue ricerche nel campo delle arti figurative e del design con particolare interesse per il vetro di Murano. Dal 1992, negli anni storici della presidenza di Alfeo Pauletta, fa parte del Gruppo degli Architetti Artisti Venezia. Realizza grafica pubblicando per la Graziussi Edizione Venezia la cartella di serigrafie “Giardini” con testo di Vittorio
Sgarbi, e il multiplo “Ipotesi per una scenografia” con testi di Gian Antonio Cibotto e Italo Gomez, direttori Artistici dei Teatri Goldoni e La Fenice di Venezia e, per il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, l’incisione “Albero” con una poesia di Milena Milani. Realizza una serie di lavori su carta presentati a Milano nel 1996 alla Libreria Al Castello, con testo di Giorgio Seveso e poesie inedite di Andrea Zanzotto. Nel 2000 viene pubblicato per le Edizioni D’Ars, in occasione di una sua mostra a Milano allo Studio D’Ars, un catalogo con testo di Tommaso Trini. Allestisce numerose personali nelle principali città italiane e partecipa a mostre nazionali ed internazionali in Italia e all’estero tra cui varie edizioni dell’Arte Fiera di Bologna, dell’Internationale Kunstmesse di Basilea, di ARCO Madrid, dell’Art Expo del Coliseum New York, il salone Europeo d’Autunno di Parigi, Cité Internazionale Università de Paris nel 1981, la Biennale della Comunità Europea di Lussemburgo “Venticinque Anni per la Pace” nel 1982, le edizioni della Mostra Internazionale d’Arte degli Architetti Artisti del 1992 e del 1994 alla Scuola Grande S. Giovanni Evangelista di Venezia e quelle del 1995/96/97 tenutesi al Palazzo delle Prigioni di Venezia, le edizioni della Mostra Internazionale Ligne et Couleur tenutasi a Parigi nel 1992 all’ Orangerie des Jardins du Luxembourg e nel 1995 all’Ecole Nazionale Supérieure des Beaux-Arts, l’Esposizione del Premio Biennale di Venezia nel Centenario della Biennale diVenezia, Chiesa di S. Leonardo, 1995, la Mostra Internazionale Rathaus Stuggart II OG a Stoccarda nel 1996, la Mostra d’Arte Contemporanea in Austria, Istituto Italiano di Cultura a Innsbruck nel 2001. Recentemente è inviatto a partecipare alla Rassegna Roma Città Eterna per un Pianeta ideale-Artisti Architetti a confronto,nel cui ambito presenta la personale “Luoghi di Narciso” presso la sede romana della Banca Popolare di Milano, aprile 2001. Nello stesso anno presenta le sue Mitocromie nell’ambito della Mostra Alive alla White Box Gallery – The Annex di New York e alla Church Street Gallery di Orlando in Florida. Nel 2002 allestisce a Savona, con il Patrocinio della Provincia di Savona, presso il Palazzo della Provincia, una esposizione personale di Opere recenti con il testo di presentazione di Pierre Restany dal titolo “Il colore nel nuovo destino dell’immagine”; in tale occasione realizza l’Opera video dallo stesso titolo, nella versione italiana e francese.
(Albisola 26 gennaio 2004)
Ho in mente La Tapisserie de Bayeux, l’arazzo che si trova nell’omonima cittadina francese del Calvados, al Museo della Regina Matilde, nelle cui cinquantotto scene si illustra la conquista normanna dell’Inghilterra, avvenuta nel 1065.
Perché parlo di Bayeux a proposito del mio amico pittore Bruno Gorgone? Guardando le sue tele penso al racconto del famoso tessuto eseguito a mano, dove si snodano le vicende di guerra di tanti secoli fa. Anche Gorgone svolge una storia, lo sta facendo da quando ha iniziato a dipingere con
quei colori e quelle forme, soltanto in apparenza non figurativi. In realtà io vi sgorgo avvenimenti e personaggi ben precisi di questi anni, come se, anche lui, stesse ideando le cinquantotto opere di Bayeux, cioè stesse intessendo un arazzo che diventerà storico.
Grandi e piccoli quadri seguono una trama ordinata, con i colori magri senza spessore, che vanno oltre i bordi, coinvolgendo l’artista e il suo pubblico. E’ un’ossessione, la sua, strettamente psicoanalitica, un insistere morboso su un tema che ha dentro di sé, da quando si perdeva nei giardini di un Eden senza confini e, più tardi, nei labirinti e nei licheni del suo io vegetale.
C’è un conflitto nelle immagini rappresentate, nelle variazione dei gialli, degli arancione, dei rosa, nei brividi dei verdi inseriti con parsimonia in posizione chiave, in alcuni scomparti sinuosi quasi umani. Questo arazzo contemporaneo affonda le sue radici nei millenni di Bayeux, almeno così lo vedo io, quasi la mano di Gorgonie intrecciasse fili e fili, annodasse e riannodasse i suoi processi mentali inconsci, ovviamente sulla base dei sogni, in un transfert forse immaginario, ma non per questo meno significativo.
Che cosa vuole conquistare, Gorgone? Quali terre, quali meccanismi, quali possedimenti personali? Impiega mezzi di seduzione, blandisce se stesso e chi guarda con floreali insistenze, persino patologiche, poi si riscatta con minimi approcci freudiani, che vengono fuori suo malgrado, foglie dimezzate e dentellate, gonfi seni materni, ventri giganteschi da scoprire come in un puzzle. Il suo è il ritratto di una generazione che si nasconde, impaurita dalle possibili scoperte, anche se l’inventore cerca di mimetizzarle.
L’erotismo non è un peccato, ma semmai un atteggiamento che privilegia i valori sessuali.
La pittura di Gorgone salta e descrivere i culti erotici universali, ammantandoli di simbolismi. La sua Tapisserie de Bayeux si legge apertamente come affermazione di libertà.
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Bruno Gorgonia -Note Biografiche
Bruno Gorgone nasce a Cuneo nel 1958. Si interessa attivamente di arte visiva dai primi anni ottanta. Si laurea in Architettura all’Università di Genova. Si trasferisce quindi a Venezia dove nell’ambiente dell’Accademia approfondisce le sue ricerche nel campo delle arti figurative e del design con particolare interesse per il vetro di Murano. Dal 1992, negli anni storici della presidenza di Alfeo Pauletta, fa parte del Gruppo degli Architetti Artisti Venezia. Realizza grafica pubblicando per la Graziussi Edizione Venezia la cartella di serigrafie “Giardini” con testo di Vittorio
Sgarbi, e il multiplo “Ipotesi per una scenografia” con testi di Gian Antonio Cibotto e Italo Gomez, direttori Artistici dei Teatri Goldoni e La Fenice di Venezia e, per il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, l’incisione “Albero” con una poesia di Milena Milani. Realizza una serie di lavori su carta presentati a Milano nel 1996 alla Libreria Al Castello, con testo di Giorgio Seveso e poesie inedite di Andrea Zanzotto. Nel 2000 viene pubblicato per le Edizioni D’Ars, in occasione di una sua mostra a Milano allo Studio D’Ars, un catalogo con testo di Tommaso Trini. Allestisce numerose personali nelle principali città italiane e partecipa a mostre nazionali ed internazionali in Italia e all’estero tra cui varie edizioni dell’Arte Fiera di Bologna, dell’Internationale Kunstmesse di Basilea, di ARCO Madrid, dell’Art Expo del Coliseum New York, il salone Europeo d’Autunno di Parigi, Cité Internazionale Università de Paris nel 1981, la Biennale della Comunità Europea di Lussemburgo “Venticinque Anni per la Pace” nel 1982, le edizioni della Mostra Internazionale d’Arte degli Architetti Artisti del 1992 e del 1994 alla Scuola Grande S. Giovanni Evangelista di Venezia e quelle del 1995/96/97 tenutesi al Palazzo delle Prigioni di Venezia, le edizioni della Mostra Internazionale Ligne et Couleur tenutasi a Parigi nel 1992 all’ Orangerie des Jardins du Luxembourg e nel 1995 all’Ecole Nazionale Supérieure des Beaux-Arts, l’Esposizione del Premio Biennale di Venezia nel Centenario della Biennale diVenezia, Chiesa di S. Leonardo, 1995, la Mostra Internazionale Rathaus Stuggart II OG a Stoccarda nel 1996, la Mostra d’Arte Contemporanea in Austria, Istituto Italiano di Cultura a Innsbruck nel 2001. Recentemente è inviatto a partecipare alla Rassegna Roma Città Eterna per un Pianeta ideale-Artisti Architetti a confronto,nel cui ambito presenta la personale “Luoghi di Narciso” presso la sede romana della Banca Popolare di Milano, aprile 2001. Nello stesso anno presenta le sue Mitocromie nell’ambito della Mostra Alive alla White Box Gallery – The Annex di New York e alla Church Street Gallery di Orlando in Florida. Nel 2002 allestisce a Savona, con il Patrocinio della Provincia di Savona, presso il Palazzo della Provincia, una esposizione personale di Opere recenti con il testo di presentazione di Pierre Restany dal titolo “Il colore nel nuovo destino dell’immagine”; in tale occasione realizza l’Opera video dallo stesso titolo, nella versione italiana e francese.
11
marzo 2004
Bruno Gorgone – il segno e il colore
Dall'undici marzo al 13 aprile 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ACQUARIO
Roma, Via Giulia, 178, (Roma)
Roma, Via Giulia, 178, (Roma)
Orario di apertura
11-13 /16-20 – Chiuso lunedì mattina e festivi
Vernissage
11 Marzo 2004, 18,30
Sito web
www.brunogorgone.com