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Mandylion. Intorno al Sacro Volto
Il Mandylion, ossia il Sacro Volto di Genova custodito nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, è una delle più misteriose immagini del Salvatore.
Comunicato stampa
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Arrivò nella città nel tardo Trecento come dono dell’imperatore bizantino Giovanni V Paleologo al capitano genovese Leonardo Montaldo, che, divenuto Doge, alla sua morte lo lasciò al monastero di San Bartolomeo. Nel corso del Quattrocento il Mandylion assumerà il ruolo di ‘protettore sacro’ della città.
Il Sacro Volto è nello stesso momento immagine, reliquia e reliquiario. La sua teca consiste in una preziossima cornice paleologa, cornici posteriormente aggiunte a Genova, da tessuti bizantini e genovesi, da gemme e gioielli, e dall’enigmatica tavola che mostra il solenne volto ‘oscuro’ del Salvatore. Secondo la leggenda, il Mandylion non fu dipinto da mano umana, ma è nato come impronta del viso di Cristo su un panno.
L’origine e i miracoli del Mandylion sono raccontata sulla splendida cornice paleologa, unico esempio di una tecnica che combina di metalli preziosi sbalzati e intagliati, smalti e niello, inventata per esaltare l’immagine non manu-fatta con uno sforzo estremo dell’arte umana. Altro cimelio orientale di gran pregio è il tessuto con un’animale alato entro due rotae, del quale esiste un pendant nel Museo Storico Statale di Mosca. Si tratta di un velo che avvolgeva la sacra immagine, e il suo motivo ornamentale va ricondotto al viaggiare di forme e motivi nel mondo mediterraneo.
Il Mandylion stesso è un’immagine-reliquia viaggiatrice per eccellenza. Secondo la tradizione, fu inviato da Cristo in persona, che era a Gerusalemme, al Re Abgar di Edessa, prototipo del monarca convertito al Cristianesimo. Nell’anno 944 la sacra reliquia fu trasferita a Costantinopoli, dove diventò il palladio della città imperiale. Da lì partirà più di quattro secoli dopo il Sacro Volto che ancora oggi si conserva a Genova. Nella mostra installata al Museo
Diocesano il filo conduttore è appunto il tema del viaggio. Infatti, l’esposizione vuole permettere allo spettatore di ‘sperimentare’ il Sacro Volto nella sua valenza storica, spirituale e artitisca attraverso un doppio viaggio, uno esterno e uno interno.
Il primo viaggio, da Gerusalemme fino a Genova, che si ripercorre nelle sale medievali del Museo, porta a un evento come fa da sempre parte della condizione antropologia e teologica del viaggio: l’incontro. Un’incontro del tutto particolare e straordinare nel caso del Mandylion, perché dal monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai (Egitto) arriva per l’occasione della mostra il famoso Dittico di Abgar, dipinto alla metà del secolo X, all’epoca della traslazione del Mandylion da Edessa a Costantinopoli. Rappresentando Re Abgar con i tratti dell’imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, fu originariamente un trittico la cui parte centrale doveva raffigurare Sacro Volto, le cui misure corrispondono esattamente a quelle del Mandylion di Genova. L’incontro proposto in mostra invita alla riflessione storica ed ecumenica sulla base comune del Cristianesmo orientale e occidentale, e permetterà una nuova valutazione dello stesso Mandylion genovese.
Il secondo viaggio, inscindibilmente legato al primo, condivide il punto di partenza così come quello di arrivo. Si presenta come un’analisi ‘archeologica’ del Mandylion in quanto oggetto sacro composto da diversi strati: oggetto, che si racconta e si fa comprendere attraverso un’approccio lento che parte dalla cornice, passa attraverso i tessuti, per arrivare in fine alla tavola stessa, in una estensione spaziale che si offre come spazio e percorso di riflessione.
I due ‘viaggi’ che portano all’incontro del Mandylion genovese con la tavolette del Sinai saranno accompagnati da importanti manoscritti miniati dei secoli XI e XII, per illustrare la storia e la leggenda dell’immagine, mentre alcune reliquie e reliquiari bizantini arrivati in Occidente e a Genova, tra cui stauroteche e la Croce degli Zaccaria, affiancano il tema del volto di Cristo con quello della croce. Le ultime sezioni, infine, presentano aspetti fondamentali della ‘vita’ politica e religiosa del Mandylion a Genova, dalla copia che ne fu apposta sulle porte della città nel primo Cinquecento, alla sua valutazione liturgica e storiografica del tempo della Riforma.
Il Sacro Volto è nello stesso momento immagine, reliquia e reliquiario. La sua teca consiste in una preziossima cornice paleologa, cornici posteriormente aggiunte a Genova, da tessuti bizantini e genovesi, da gemme e gioielli, e dall’enigmatica tavola che mostra il solenne volto ‘oscuro’ del Salvatore. Secondo la leggenda, il Mandylion non fu dipinto da mano umana, ma è nato come impronta del viso di Cristo su un panno.
L’origine e i miracoli del Mandylion sono raccontata sulla splendida cornice paleologa, unico esempio di una tecnica che combina di metalli preziosi sbalzati e intagliati, smalti e niello, inventata per esaltare l’immagine non manu-fatta con uno sforzo estremo dell’arte umana. Altro cimelio orientale di gran pregio è il tessuto con un’animale alato entro due rotae, del quale esiste un pendant nel Museo Storico Statale di Mosca. Si tratta di un velo che avvolgeva la sacra immagine, e il suo motivo ornamentale va ricondotto al viaggiare di forme e motivi nel mondo mediterraneo.
Il Mandylion stesso è un’immagine-reliquia viaggiatrice per eccellenza. Secondo la tradizione, fu inviato da Cristo in persona, che era a Gerusalemme, al Re Abgar di Edessa, prototipo del monarca convertito al Cristianesimo. Nell’anno 944 la sacra reliquia fu trasferita a Costantinopoli, dove diventò il palladio della città imperiale. Da lì partirà più di quattro secoli dopo il Sacro Volto che ancora oggi si conserva a Genova. Nella mostra installata al Museo
Diocesano il filo conduttore è appunto il tema del viaggio. Infatti, l’esposizione vuole permettere allo spettatore di ‘sperimentare’ il Sacro Volto nella sua valenza storica, spirituale e artitisca attraverso un doppio viaggio, uno esterno e uno interno.
Il primo viaggio, da Gerusalemme fino a Genova, che si ripercorre nelle sale medievali del Museo, porta a un evento come fa da sempre parte della condizione antropologia e teologica del viaggio: l’incontro. Un’incontro del tutto particolare e straordinare nel caso del Mandylion, perché dal monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai (Egitto) arriva per l’occasione della mostra il famoso Dittico di Abgar, dipinto alla metà del secolo X, all’epoca della traslazione del Mandylion da Edessa a Costantinopoli. Rappresentando Re Abgar con i tratti dell’imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, fu originariamente un trittico la cui parte centrale doveva raffigurare Sacro Volto, le cui misure corrispondono esattamente a quelle del Mandylion di Genova. L’incontro proposto in mostra invita alla riflessione storica ed ecumenica sulla base comune del Cristianesmo orientale e occidentale, e permetterà una nuova valutazione dello stesso Mandylion genovese.
Il secondo viaggio, inscindibilmente legato al primo, condivide il punto di partenza così come quello di arrivo. Si presenta come un’analisi ‘archeologica’ del Mandylion in quanto oggetto sacro composto da diversi strati: oggetto, che si racconta e si fa comprendere attraverso un’approccio lento che parte dalla cornice, passa attraverso i tessuti, per arrivare in fine alla tavola stessa, in una estensione spaziale che si offre come spazio e percorso di riflessione.
I due ‘viaggi’ che portano all’incontro del Mandylion genovese con la tavolette del Sinai saranno accompagnati da importanti manoscritti miniati dei secoli XI e XII, per illustrare la storia e la leggenda dell’immagine, mentre alcune reliquie e reliquiari bizantini arrivati in Occidente e a Genova, tra cui stauroteche e la Croce degli Zaccaria, affiancano il tema del volto di Cristo con quello della croce. Le ultime sezioni, infine, presentano aspetti fondamentali della ‘vita’ politica e religiosa del Mandylion a Genova, dalla copia che ne fu apposta sulle porte della città nel primo Cinquecento, alla sua valutazione liturgica e storiografica del tempo della Riforma.
02
aprile 2004
Mandylion. Intorno al Sacro Volto
Dal 02 aprile al 04 luglio 2004
arte antica
Location
MUSEO DIOCESANO – CHIOSTRO DEI CANONICI
Genova, Via Tomaso Reggio, 20r, (Genova)
Genova, Via Tomaso Reggio, 20r, (Genova)
Biglietti
7,50 € intero,
6,50 € ridotto, 3 € scuole
(comprensivo di ingresso al
Museo Diocesano)
Orario di apertura
martedì-venerdì 15-18.30,
sabato 10-13 e 15-18.30,
domenica 15-18.30, lunedì chiuso
prenotazione obbligatoria per i gruppi
Vernissage
2 Aprile 2004, ore 18.00
Sito web
www.palazzoducale.genova.it