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Robert daVies – Women of Venice
Le opere in mostra consistono di sette dipinti, primi di una serie di lavori legati alla figura della donna. daVies concentra la sua attenzione sull’aspetto primordiale ed ancestrale della femmina, che è vista come indissolubilmente legata alla Madre Terra.
Comunicato stampa
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Dopo la personale del fotografo finlandese Miklos Gaàl, l’attività espositiva di SCALODIECI prosegue con la prima personale italiana dell’artista britannico Robert daVies.
Robert daVies nasce nel 1976 a Milton Keynes nei pressi di Londra, nel 1994 si trasferisce negli Stati Uniti, dove studia Lettere e Filosofia al Milwaukee Institute of Art and Design; dopo aver conseguito il BFA in Pittura e Letteratura Inglese all’ Art Institute of Boston, nel 2003 si stabilisce a Milano.
Le opere in mostra consistono di sette dipinti, primi di una serie di lavori legati alla figura della donna. daVies concentra la sua attenzione sull’aspetto primordiale ed ancestrale della femmina, che è vista come indissolubilmente legata alla Madre Terra e alle sue funzioni generative e nutritive, spogliata della caratterizzazione e delle restrizioni derivanti dalla società.
Ad una visione superficiale, le donne di daVies appaiono poetiche ed eteree, ma i loro corpi sono in realtà deformati e martoriati. L’utilizzo combinato di cera e grafite rende l’icona scomposta: gli arti sono spesso lasciati incompleti, ma il viso è trattato in chiave fotografica, le spalle sono troppo spioventi e così i seni, inverosimilmente allungati.
daVies non ha un criterio di scelta per le donne da rappresentare, che possono essere sue amiche o amanti, ma anche modelle ritagliate da pagine di giornali; donne viventi sono utilizzate per significare donne che non esistono più, che appartengono ad un secolo passato, che possono essere solo ricordate o inutilmente desiderate.
Il titolo “Donne di Venezia” rimanda ad una serie di quindici sculture, di cui solo nove esistenti ed esposte all Biennale di Venezia, prodotte da Giacometti nel 1956. daVies è interessato al processo di ripetizione per cui l’artista, dopo aver scolpito la prima donna, lavora ossessivamente quella stessa prima scultura per modificarla nove volte; un processo che, nel nostro caso, si rivela meno estremo, data la varietà dei modelli. Venezia è nominata non per definire geograficamente l’origine dei personaggi (“Women of Venice” e non “Women from Venice”), ma per simboleggiare la condizione di precarietà obbligata, che la città e la Donna di daVies interpretano nel loro galleggiare ed affondare inesorabile e simultaneo.
Robert daVies nasce nel 1976 a Milton Keynes nei pressi di Londra, nel 1994 si trasferisce negli Stati Uniti, dove studia Lettere e Filosofia al Milwaukee Institute of Art and Design; dopo aver conseguito il BFA in Pittura e Letteratura Inglese all’ Art Institute of Boston, nel 2003 si stabilisce a Milano.
Le opere in mostra consistono di sette dipinti, primi di una serie di lavori legati alla figura della donna. daVies concentra la sua attenzione sull’aspetto primordiale ed ancestrale della femmina, che è vista come indissolubilmente legata alla Madre Terra e alle sue funzioni generative e nutritive, spogliata della caratterizzazione e delle restrizioni derivanti dalla società.
Ad una visione superficiale, le donne di daVies appaiono poetiche ed eteree, ma i loro corpi sono in realtà deformati e martoriati. L’utilizzo combinato di cera e grafite rende l’icona scomposta: gli arti sono spesso lasciati incompleti, ma il viso è trattato in chiave fotografica, le spalle sono troppo spioventi e così i seni, inverosimilmente allungati.
daVies non ha un criterio di scelta per le donne da rappresentare, che possono essere sue amiche o amanti, ma anche modelle ritagliate da pagine di giornali; donne viventi sono utilizzate per significare donne che non esistono più, che appartengono ad un secolo passato, che possono essere solo ricordate o inutilmente desiderate.
Il titolo “Donne di Venezia” rimanda ad una serie di quindici sculture, di cui solo nove esistenti ed esposte all Biennale di Venezia, prodotte da Giacometti nel 1956. daVies è interessato al processo di ripetizione per cui l’artista, dopo aver scolpito la prima donna, lavora ossessivamente quella stessa prima scultura per modificarla nove volte; un processo che, nel nostro caso, si rivela meno estremo, data la varietà dei modelli. Venezia è nominata non per definire geograficamente l’origine dei personaggi (“Women of Venice” e non “Women from Venice”), ma per simboleggiare la condizione di precarietà obbligata, che la città e la Donna di daVies interpretano nel loro galleggiare ed affondare inesorabile e simultaneo.
12
marzo 2004
Robert daVies – Women of Venice
Dal 12 al 18 marzo 2004
arte contemporanea
Location
SCALODIECI
Milano, Via Chieti, 10, (Milano)
Milano, Via Chieti, 10, (Milano)
Orario di apertura
dalle 15 alle 19 e su appuntamento
Vernissage
12 Marzo 2004, ore 18