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Selim – Corpi e luce, corpi e sillabe
Ciò che unisce questi ultimi lavori in bronzo e terracotta dell’artista svizzero-iracheno è una indagine tesa a catturare e filtrare la luce entro i solchi e le fenditure della materia.
Comunicato stampa
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venti opere, realizzate nel 2003, sculture e tecniche miste, che s'iscrivono sotto il titolo comune “Corpi e luce, corpi e sillabe”.
Ciò che unisce questi ultimi lavori in bronzo e terracotta dell’artista svizzero-iracheno è una indagine tesa a catturare e filtrare la luce entro i solchi e le fenditure della materia. I corpi delle figure vengono poi ad essere dilatati, in quanto capaci di accogliere in sé segni e scritture, anzi sillabe che di volta in volta si integrano nella fisionomia anatomica assumendone le peculiari forme. L'impegno incessantemente profuso nella ricerca di questi ultimi tempi è quello di fondere artisticamente ed esprimere i due mondi culturali che in modo ormai indissolubile formano la sua esistenza: ossia la cultura d'Oriente e quella d'Occidente.
Corpi nei corpi, ingabbiati nella materia come, nella pietra michelangiolesca, “a figura che dentro a quella si rinchiude”. Ma anche corpi liberi, consegnati all’aria dal segno che è spirito e che, appuntito come un coltello, ha tracciato scheletri di memorie. Quel segno figlio di un “mestiere” antichissimo, diviso fra metodo e talento, custode di frammenti visivi e divenuto per Selim cifra distintiva della sua riflessione sul fare grafica e scultura. O, meglio, sul “fare” e il “dire” attraverso la materia, in un processo creativo che dall’inerzia originaria della terra, fragile e indecifrabile, trae forme che s’addensano, implodono, sintetizzano immagini ancestrali. Chiara Gatti
Selim Abdullah
è nato nel 1950 a Bagdad, città in cui ha frequentato l'Istituto di Belle Arti, diplomandosi nel 1975. Nello stesso anno si è trasferito in Italia dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi in scultura nel 1979. Dal 1981 risiede nella Svizzera italiana e, negli ultimi decenni lavora tra Lugano, Milano e Parigi.
In diverse città d'Europa ha partecipato a importanti esposizioni collettive e tenuto numerose mostre personali (Cité Internationale des Arts, Parigi, Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Diamanti, Ferrara, Castel Grande, Bellinzona, Galleria Koenart, Watou-Belgio, Galleria Matasci, Tenero, Villa Rufolo, Ravello, Museo d'arte di Mendrisio).
Dalmazio Ambrosiani
giornalista, si occupa di critica e storia dell’arte. Dirige il settimanale “Il Lavoro”, per anni è stato responsabile delle pagine culturali del Giornale del Popolo, ha curato in Svizzera e Italia esposizioni, monografie e cataloghi di artisti contemporanei. Ha studiato lettere all’Università Cattolica di Milano dove ha seguito corsi di analisi dell’immagine, in particolare con Gianfranco Bettetini. Vive e lavora a Porza, Ticino, Svizzera.
Chiara Gatti
Storica dell’arte, specializzata in storia dell’incisione moderna e contemporanea, si occupa di critica, ricerca e catalogazione. È membro del Consiglio di Redazione della rivista "Grafica d’arte" e lavora per le pagine culturali della Repubblica di Milano. Ha curato testi monografici dedicati all’opera di Renzo Vespignani, Giuseppe Viviani, Gianfranco Ferroni e Amleto Del Grosso. Lo scorso inverno ha redatto per il catalogo della mostra "Arte in Ticino, 1803-2003", a cura di Rudy Chiappini, per il Museo di Belle Arti della Città di Lugano, il saggio "La grafica in Ticino fra metodo e identità".
Ciò che unisce questi ultimi lavori in bronzo e terracotta dell’artista svizzero-iracheno è una indagine tesa a catturare e filtrare la luce entro i solchi e le fenditure della materia. I corpi delle figure vengono poi ad essere dilatati, in quanto capaci di accogliere in sé segni e scritture, anzi sillabe che di volta in volta si integrano nella fisionomia anatomica assumendone le peculiari forme. L'impegno incessantemente profuso nella ricerca di questi ultimi tempi è quello di fondere artisticamente ed esprimere i due mondi culturali che in modo ormai indissolubile formano la sua esistenza: ossia la cultura d'Oriente e quella d'Occidente.
Corpi nei corpi, ingabbiati nella materia come, nella pietra michelangiolesca, “a figura che dentro a quella si rinchiude”. Ma anche corpi liberi, consegnati all’aria dal segno che è spirito e che, appuntito come un coltello, ha tracciato scheletri di memorie. Quel segno figlio di un “mestiere” antichissimo, diviso fra metodo e talento, custode di frammenti visivi e divenuto per Selim cifra distintiva della sua riflessione sul fare grafica e scultura. O, meglio, sul “fare” e il “dire” attraverso la materia, in un processo creativo che dall’inerzia originaria della terra, fragile e indecifrabile, trae forme che s’addensano, implodono, sintetizzano immagini ancestrali. Chiara Gatti
Selim Abdullah
è nato nel 1950 a Bagdad, città in cui ha frequentato l'Istituto di Belle Arti, diplomandosi nel 1975. Nello stesso anno si è trasferito in Italia dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi in scultura nel 1979. Dal 1981 risiede nella Svizzera italiana e, negli ultimi decenni lavora tra Lugano, Milano e Parigi.
In diverse città d'Europa ha partecipato a importanti esposizioni collettive e tenuto numerose mostre personali (Cité Internationale des Arts, Parigi, Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Diamanti, Ferrara, Castel Grande, Bellinzona, Galleria Koenart, Watou-Belgio, Galleria Matasci, Tenero, Villa Rufolo, Ravello, Museo d'arte di Mendrisio).
Dalmazio Ambrosiani
giornalista, si occupa di critica e storia dell’arte. Dirige il settimanale “Il Lavoro”, per anni è stato responsabile delle pagine culturali del Giornale del Popolo, ha curato in Svizzera e Italia esposizioni, monografie e cataloghi di artisti contemporanei. Ha studiato lettere all’Università Cattolica di Milano dove ha seguito corsi di analisi dell’immagine, in particolare con Gianfranco Bettetini. Vive e lavora a Porza, Ticino, Svizzera.
Chiara Gatti
Storica dell’arte, specializzata in storia dell’incisione moderna e contemporanea, si occupa di critica, ricerca e catalogazione. È membro del Consiglio di Redazione della rivista "Grafica d’arte" e lavora per le pagine culturali della Repubblica di Milano. Ha curato testi monografici dedicati all’opera di Renzo Vespignani, Giuseppe Viviani, Gianfranco Ferroni e Amleto Del Grosso. Lo scorso inverno ha redatto per il catalogo della mostra "Arte in Ticino, 1803-2003", a cura di Rudy Chiappini, per il Museo di Belle Arti della Città di Lugano, il saggio "La grafica in Ticino fra metodo e identità".
17
marzo 2004
Selim – Corpi e luce, corpi e sillabe
Dal 17 marzo al 03 aprile 2004
arte contemporanea
Location
ISTITUTO SVIZZERO – SEDE DI MILANO
Milano, Via Del Vecchio Politecnico, 3, (Milano)
Milano, Via Del Vecchio Politecnico, 3, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-sabato 14.00-18.00
Vernissage
17 Marzo 2004, ore 18.30, intervengono Dalmazio Ambrosioni e Chiara Gatti