Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Renzo Biasion
La mostra presenta venti dipinti a olio realizzati dall’artista dagli anni quaranta agli anni settanta: interni, composizioni, periferie urbane.
La personale di Renzo Biasion si affianca alla rassegna, articolata in due sezioni, dal titolo “Finestre sul Novecen-to”; la rassegna, corredata da catalogo, presenta opere di cinquantasei artisti italiani del Novecento fra i quali lo stesso Biasion.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Renzo Biasion è nato a Treviso nel 1914 da famiglia veneziana. Conseguito il diploma al Liceo Artistico di Venezia, inizia l’insegnamento del disegno nelle Scuole Industriali di Feltre. Appartengono a questi anni (1938/40) i primi “interni”, le prime “periferie” e alcuni “ritratti” a olio e acquerello. Nel 1946 espone alla Piccola Galleria di Venezia una serie di “interni” che attirano l’attenzione di Sergio Solmi, direttore della rivista milanese “Le Arti”. E’ un periodo di intenso lavoro letterario e giornalistico.
Nel ’48 pubblica “Tempi bruciati”, quindi lascia l’insegnamento e si trasferisce a Torino dove è inviato speciale del quotidiano La Gazzetta del popolo; scrive i racconti di “Sagapò” che saranno raccolti in volume nel 1954, con una presentazione di Elio Vittorini (Einaudi Ed., Torino). In seguito al successo di “Sagapò” (a cui si è ispirato il regista Gabriele Salvatores per il suo film Mediterraneo, vincitore di un premio Oscar) gli viene offerta la rubrica d’arte sul settimanale Oggi di Milano, della quale è stato titolare per trentaquattro anni.
Trasferitosi a Bologna lascia la letteratura per dedicarsi alla pittura, all’incisione e alla critica d’arte. Ritorna quindi all’insegnamento ottenendo, per concorso, la cattedra di “Figura disegnata” al Liceo Artistico di Firenze.
Biasion ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali dell’incisione di Venezia, alle Biennali di Milano e alle Quadriennali di Torino; oltre che nelle maggiori mostre di pittura in Italia e all’estero. E’ stato accademico delle Arti del disegno, ha conseguito numerosi premi ed onorificenze, fra le quali la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito delle Arti, della Cultura e della Scuola.
Scrive Rossana Bossaglia:
I numerosi e qualificati critici che si sono occupati fin dagli anni Cinquanta di Renzo Biasion (1914-1996) hanno ogni volta sottolineato la fondamentale caratteristica di questo straordinario personaggio: di essere disegnatore e incisore puntiglioso, e insieme caldo interprete della realtà concreta, restituita attraverso luci soffuse e atmosfere vaporose; con, a seconda dei casi, o addirittura contemporaneamente, una tagliente lucidità di tratto e una morbidezza pastosa di colore. Un artista eccezionale, che potremmo definire eclettico, considerate le caratteristiche della sua opera cui abbiamo fatto cenno; ma l’eclettismo di solito presuppone una varietà di orientamenti l’uno diverso dall’altro: Biasion invece è sempre lo stesso, in modo riconoscibile; quella formula intensa e nitida nella quale lo identifichiamo, la cui diretta matrice è il cosiddetto “stile Novecento”, ne sottolinea una chiara personalità; e la ritroviamo dai ritratti ai paesaggi, dalle opere di piccolo formato e dalle vedute ravvicinate ai grandi dipinti e alle vedute profonde.
Ovviamente alla sua precisa peculiarità non è estraneo uno sviluppo nel tempo, cioè l’identificabile successione di fasi diverse del suo operare, anche con predilezioni di argomenti e tematiche. A questo proposito è opportuno sottolineare l’interesse, negli anni Cinquanta, per il tema delle case operaie, o delle periferie con edifici che si sarebbero poi identificati come archeologia industriale; e, negli anni Settanta, l’affascinante sequenza dei simbolici ritratti frontali. Personaggio di forte comunicativa e insieme di grande complessità. Con la sua biografia, potremmo identificarne la fisionomia nell’incontro tra la cultura veneziana e fiorentina; ma come escludere l’influenza dell’area bolognese e la consapevolezza del menzionato Novecento lombardo? E’ sempre lo stesso ma sempre sensibile agli incontri e ai confronti.
L’omaggio che gli rende oggi la Galleria ha il suo simbolo nel dipinto “Ponte Rosso”, che egli realizzò nell’ultima fase del suo operare.
Nel ’48 pubblica “Tempi bruciati”, quindi lascia l’insegnamento e si trasferisce a Torino dove è inviato speciale del quotidiano La Gazzetta del popolo; scrive i racconti di “Sagapò” che saranno raccolti in volume nel 1954, con una presentazione di Elio Vittorini (Einaudi Ed., Torino). In seguito al successo di “Sagapò” (a cui si è ispirato il regista Gabriele Salvatores per il suo film Mediterraneo, vincitore di un premio Oscar) gli viene offerta la rubrica d’arte sul settimanale Oggi di Milano, della quale è stato titolare per trentaquattro anni.
Trasferitosi a Bologna lascia la letteratura per dedicarsi alla pittura, all’incisione e alla critica d’arte. Ritorna quindi all’insegnamento ottenendo, per concorso, la cattedra di “Figura disegnata” al Liceo Artistico di Firenze.
Biasion ha esposto alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali dell’incisione di Venezia, alle Biennali di Milano e alle Quadriennali di Torino; oltre che nelle maggiori mostre di pittura in Italia e all’estero. E’ stato accademico delle Arti del disegno, ha conseguito numerosi premi ed onorificenze, fra le quali la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica come benemerito delle Arti, della Cultura e della Scuola.
Scrive Rossana Bossaglia:
I numerosi e qualificati critici che si sono occupati fin dagli anni Cinquanta di Renzo Biasion (1914-1996) hanno ogni volta sottolineato la fondamentale caratteristica di questo straordinario personaggio: di essere disegnatore e incisore puntiglioso, e insieme caldo interprete della realtà concreta, restituita attraverso luci soffuse e atmosfere vaporose; con, a seconda dei casi, o addirittura contemporaneamente, una tagliente lucidità di tratto e una morbidezza pastosa di colore. Un artista eccezionale, che potremmo definire eclettico, considerate le caratteristiche della sua opera cui abbiamo fatto cenno; ma l’eclettismo di solito presuppone una varietà di orientamenti l’uno diverso dall’altro: Biasion invece è sempre lo stesso, in modo riconoscibile; quella formula intensa e nitida nella quale lo identifichiamo, la cui diretta matrice è il cosiddetto “stile Novecento”, ne sottolinea una chiara personalità; e la ritroviamo dai ritratti ai paesaggi, dalle opere di piccolo formato e dalle vedute ravvicinate ai grandi dipinti e alle vedute profonde.
Ovviamente alla sua precisa peculiarità non è estraneo uno sviluppo nel tempo, cioè l’identificabile successione di fasi diverse del suo operare, anche con predilezioni di argomenti e tematiche. A questo proposito è opportuno sottolineare l’interesse, negli anni Cinquanta, per il tema delle case operaie, o delle periferie con edifici che si sarebbero poi identificati come archeologia industriale; e, negli anni Settanta, l’affascinante sequenza dei simbolici ritratti frontali. Personaggio di forte comunicativa e insieme di grande complessità. Con la sua biografia, potremmo identificarne la fisionomia nell’incontro tra la cultura veneziana e fiorentina; ma come escludere l’influenza dell’area bolognese e la consapevolezza del menzionato Novecento lombardo? E’ sempre lo stesso ma sempre sensibile agli incontri e ai confronti.
L’omaggio che gli rende oggi la Galleria ha il suo simbolo nel dipinto “Ponte Rosso”, che egli realizzò nell’ultima fase del suo operare.
04
marzo 2004
Renzo Biasion
Dal 04 al 21 marzo 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA PONTE ROSSO
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19 / domenica 15.30-19
Vernissage
4 Marzo 2004, ore 18