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Emanuele Pantanella – Opere dal 1972 al 2004
Sono in mostra un centinaio fra oggetti raffinati e da museo (quali anelli, trousse, collier, porta sigari…) ed oggetti di uso quotidiano (come lampade –da tavolo e da terra-, tavoli, sedie e poltrone), realizzati interamente a mano con legni rari e preziosi, quali il palissandro, l’ebano, il pero, il rovere, l’acero ed altri ancora, accompagnati da alcuni degli schizzi preparatori.
Comunicato stampa
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Giovedì 4 marzo 2004 alle ore 18.30, l’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici aprirà al pubblico la prima mostra dedicata ad una selezione di opere che illustrerà il lavoro dell’artista italiano Emanuele Pantanella fra il 1972 ed il 2004.
Sono in mostra un centinaio fra oggetti raffinati e da museo (quali anelli, trousse, collier, porta sigari…) ed oggetti di uso quotidiano (come lampade –da tavolo e da terra-, tavoli, sedie e poltrone), realizzati interamente a mano con legni rari e preziosi, quali il palissandro, l’ebano, il pero, il rovere, l’acero ed altri ancora, accompagnati da alcuni degli schizzi preparatori. Questi ultimi, oltre ad illustrare la origine dei lavori, mettono in luce la “virtuosa” personalità del designer, in una serie di variegati e raffinatissimi “échantillons”.
“In Emanuele è come se rivivesse lo spirito di un personaggio del ‘Grand Tour’” scrive Giuliano Briganti, alludendo alla figura dell’artista-viaggiatore che nel Settecento compiva il fatidico Grande Viaggio, attraversando le terre mediterranee alla ricerca dei resti delle antiche civiltà, per poterne assorbire lo spirito ed essere completo come artista. Vi è in effetti, nonostante la indubbia contemporaneità, qualcosa di antico, eterno, assoluto, sacro, in ognuno di questi oggetti; vuoi per la preziosità dei legni con cui sono realizzati, o per la delicatezza della composizione, o ancora per i richiami a figure mitologiche (l’unicorno e minotauro, ad esempio) o le essenze orientali che sembrano esalare dalla materia rievocando mondi lontani.
Il Viaggio è in ogni caso una componente fondamentale nella ideazione e realizzazione delle opere così come nella formazione individuale ed artistica di Emanuele Pantanella. Le opere nascono spesso da vere e proprie illuminazioni, quasi dei ‘colpi di fulmine’, che l’artista esperisce nel contatto visivo, nonché fisico, con le pietre, i legni, le immagini, che raccoglie nel suo vagabondare e che fissa nei suoi carnet..
Così, un lapislazzuli occhieggiante da un mucchio di sassi accozzati in uno dei cesti di un souk magrebino, diventa fermaglio, o va ad incastonarsi nella chiusura dorata di una preziosa trousse per signora, e torna a splendere, come avesse ritrovato la forma e la funzione originarie.
Il lavoro di Emanuele Pantanella nasce nel momento in cui l’opera dell’artigiano e la creazione dell’artista si incontrano e si mescolano. Ricerca minuziosa, meticolosità nei particolari, preziosità e preziosismo si sposano con la essenzialità delle forme, la purezza delle linee, il “rigore razionale” (Briganti) dando vita ad una materia che può trovare spazio tanto nelle stanze di un qualsiasi appartamento quanto nelle sale dei più importanti musei d’arte decorativa del mondo. Molte delle opere presentate sono difatti state esposte e sono nelle collezioni permanente in alcuni dei più prestigiosi musei, quali il Metropolitan Museum di New York, il Victoria&Albert Museum di Londra e il Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
Questa mostra offre non soltanto per la prima volta una visione panoramica del lavoro di Emanuele Pantanella, di cui fino ad oggi non si aveva che una visione frammentaria ed incompleta, ma permette anche di conoscere una personalità originale del mondo del design contemporaneo, che lungi dal voler “ ‘fare del nuovo’, (…) iscrive nelle creazioni di oggi una lunga tradizione di raffinatezza e civiltà cosmopolita, una versione moderna di oggetti antichi”(F.Cachin) che nulla hanno del carattere duro, aggressivo e modaiolo delle creazioni odierne. Una sorta di caverna delle meraviglie, una raccolta di rarità, di cui noi stessi diventiamo parte, come suggerisce Gonzales Palacios, “in una crudele ricerca di forme senza tempo che devono inserirsi nella eredità classica degli antichi, restando attuali”. (A. Gonzales Palacios)
Un catalogo bilingue, con i testi di Françoise Cachin, Giuliano Briganti, Alvar Gonzales Palacios e l’intervista ad Emanuele Pantanella di Pierre Chevalier sarà pubblicato dalla Accademia di Francia a Roma.
L’Accademia di Francia a Roma, con sede in Villa Medici è una istituzione pubblica sovvenzionata dal Ministère de la Culture et de la Communication – Délégation aux Arts Plastiques.
Sono in mostra un centinaio fra oggetti raffinati e da museo (quali anelli, trousse, collier, porta sigari…) ed oggetti di uso quotidiano (come lampade –da tavolo e da terra-, tavoli, sedie e poltrone), realizzati interamente a mano con legni rari e preziosi, quali il palissandro, l’ebano, il pero, il rovere, l’acero ed altri ancora, accompagnati da alcuni degli schizzi preparatori. Questi ultimi, oltre ad illustrare la origine dei lavori, mettono in luce la “virtuosa” personalità del designer, in una serie di variegati e raffinatissimi “échantillons”.
“In Emanuele è come se rivivesse lo spirito di un personaggio del ‘Grand Tour’” scrive Giuliano Briganti, alludendo alla figura dell’artista-viaggiatore che nel Settecento compiva il fatidico Grande Viaggio, attraversando le terre mediterranee alla ricerca dei resti delle antiche civiltà, per poterne assorbire lo spirito ed essere completo come artista. Vi è in effetti, nonostante la indubbia contemporaneità, qualcosa di antico, eterno, assoluto, sacro, in ognuno di questi oggetti; vuoi per la preziosità dei legni con cui sono realizzati, o per la delicatezza della composizione, o ancora per i richiami a figure mitologiche (l’unicorno e minotauro, ad esempio) o le essenze orientali che sembrano esalare dalla materia rievocando mondi lontani.
Il Viaggio è in ogni caso una componente fondamentale nella ideazione e realizzazione delle opere così come nella formazione individuale ed artistica di Emanuele Pantanella. Le opere nascono spesso da vere e proprie illuminazioni, quasi dei ‘colpi di fulmine’, che l’artista esperisce nel contatto visivo, nonché fisico, con le pietre, i legni, le immagini, che raccoglie nel suo vagabondare e che fissa nei suoi carnet..
Così, un lapislazzuli occhieggiante da un mucchio di sassi accozzati in uno dei cesti di un souk magrebino, diventa fermaglio, o va ad incastonarsi nella chiusura dorata di una preziosa trousse per signora, e torna a splendere, come avesse ritrovato la forma e la funzione originarie.
Il lavoro di Emanuele Pantanella nasce nel momento in cui l’opera dell’artigiano e la creazione dell’artista si incontrano e si mescolano. Ricerca minuziosa, meticolosità nei particolari, preziosità e preziosismo si sposano con la essenzialità delle forme, la purezza delle linee, il “rigore razionale” (Briganti) dando vita ad una materia che può trovare spazio tanto nelle stanze di un qualsiasi appartamento quanto nelle sale dei più importanti musei d’arte decorativa del mondo. Molte delle opere presentate sono difatti state esposte e sono nelle collezioni permanente in alcuni dei più prestigiosi musei, quali il Metropolitan Museum di New York, il Victoria&Albert Museum di Londra e il Musée des Arts Décoratifs di Parigi.
Questa mostra offre non soltanto per la prima volta una visione panoramica del lavoro di Emanuele Pantanella, di cui fino ad oggi non si aveva che una visione frammentaria ed incompleta, ma permette anche di conoscere una personalità originale del mondo del design contemporaneo, che lungi dal voler “ ‘fare del nuovo’, (…) iscrive nelle creazioni di oggi una lunga tradizione di raffinatezza e civiltà cosmopolita, una versione moderna di oggetti antichi”(F.Cachin) che nulla hanno del carattere duro, aggressivo e modaiolo delle creazioni odierne. Una sorta di caverna delle meraviglie, una raccolta di rarità, di cui noi stessi diventiamo parte, come suggerisce Gonzales Palacios, “in una crudele ricerca di forme senza tempo che devono inserirsi nella eredità classica degli antichi, restando attuali”. (A. Gonzales Palacios)
Un catalogo bilingue, con i testi di Françoise Cachin, Giuliano Briganti, Alvar Gonzales Palacios e l’intervista ad Emanuele Pantanella di Pierre Chevalier sarà pubblicato dalla Accademia di Francia a Roma.
L’Accademia di Francia a Roma, con sede in Villa Medici è una istituzione pubblica sovvenzionata dal Ministère de la Culture et de la Communication – Délégation aux Arts Plastiques.
04
marzo 2004
Emanuele Pantanella – Opere dal 1972 al 2004
Dal 04 marzo al 12 aprile 2004
design
Location
VILLA MEDICI – ACCADEMIA DI FRANCIA
Roma, Viale Della Trinità Dei Monti, 1, (Roma)
Roma, Viale Della Trinità Dei Monti, 1, (Roma)
Biglietti
6 euro (intero)
4 euro (ridotto)
Orario di apertura
11.00 – 18.30 (orario continuato)
giorno di chiusura: martedì
Vernissage
4 Marzo 2004, ore 18.30