Nelle foto – opere di grande formato, ciascuna autografa e numerata dall’artista – la tradizionale tecnica del color seppia viene interpretata con una veste nuova, ritualizzata dal digitale e da soggetti moderni. Il recente viaggio segna una tappa decisiva nella ricerca artistica di Ristori, un crossover che va dal reportage alla pop art, dallo still life alla ritrattistica. “Quando viaggio non mi sento un turista ma un esploratore a caccia di luoghi da vedere, persone da conoscere, situazioni da condividere” spiega il fotografo, “queste opere non vogliono immortalare spaccati di realtà ma svelarsi così come sono stati realizzati. Quando scatto si crea un mix di influssi e sentimenti diversi, a volte esaltanti, altre volte strazianti, ma che poi riverso nella ‘tela’ fotografica”.

Foto dopo foto affiora l’anima di New York, tra saloni di parrucchieri e ristoranti vegani, squarci dell’Empire State Building e sotterranei della subway . Dagli scatti trapela un gusto da atmosfere vintage che stride poi con l’attualità dei protagonisti. L’occhio di Ristori ha catturato i dettagli più intimi della città e, con disinvolta abilità tecnica, li ha trasformati in tessere del suo diario di bordo. La mostra, ben lontana dall’essere un fredda sequenza dal taglio documentaristico, si presenta come lo scorrere dei fotogrammi di una pellicola, all’interno della quale gli stessi spettatori saranno i protagonisti. L’invito del fotografo è quello di avvicinarsi alle opere proprio come fossero dei dipinti, divenendo componente attiva del suo racconto.



Francesco Ristori - fiorentino, classe ’76 - dopo essersi esibito sui palchi di Europa, America e Giappone come cantante, attualmente riversa sfumature e suggestioni musicali nella fotografia, tra performance e sperimentazioni tecniche.