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Riccardo Pocci – A/R Andata e Ritorno
Il percorso espositivo, che conta più di venti opere tra collages, kanji e acquarelli su carta, propone al pubblico romano un immaginario viaggio verso Buenos Aires, destinazione: Constituciòn la stazione ferroviaria della città argentina.
Comunicato stampa
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Ispirato proprio allo scalo ferroviario, che diviene chiave di svolta della parabola artistica del giovane Pocci, lo spettatore vivrà la magia di trovarsi immerso a Constituciòn, caotica, misteriosa e conturbante stazione, caleidoscopio del polimorfico microcosmo della città, punto di arrivo e di partenza di numerosi viaggiatori, ricettacolo dei più curiosi e disparati esemplari umani.
La rappresentazione pittorica del fantasma di Constituciòn, memore di un antico splendore, poetico rudere ancora traboccante di vita, assume nell'opera di Riccardo un valore emblematico. Simbolo di una realtà inafferrabile nella sua totalità, inestricabile foresta di significati possibili, labirinto nel quale si è costretti a perdere se stessi per trovare la retta via, Constituciòn spinge Pocci (che tale foresta vuole attraversare) ad un atteggiamento simile a quello di un naturalista ottocentesco alle prese con la catalogazione di animali e piante.
L’artista infatti frammenta la stazione, in infinite parti indagandone le singole componenti con perizia scientifica. Così ogni singolo frammento si fa chiave per comprendere un mistero, divenendo a sua volta mistero da esplorare.
Lo fa attraverso i Kanji (come foto al microscopio dei brandelli di vetro e metallo del tetto di Constituciòn) attraverso cui vediamo Constituciòn, ne assaporiamo il fascino, ne scopriamo gli enigmi, ne attraversiamo i sentieri.
La consapevolezza che la realtà non è oggettiva e che il mondo può essere compreso solo attraverso una personale rielaborazione dei suoi segni e dei suoi simboli è il sotteso messaggio di tutte le realizzazioni artistiche di Riccardo Pocci.
Tale atteggiamento si esprime appieno nei collages. Notizie, immagini, titoli saccheggiati da giornali di tutto il mondo vengono smembrati e assemblati non già, come ci si aspetta nei collages, in un caotico e roboante caleidoscopio di forme dal sapore surrealista, ma con un rigore geometrico, quasi scientifico, che va a tracciare una nuova ipotesi interpretativa della realtà, a volte cinica o grottesca, altre volte più delicata e poetica.
Ma è con le xilografie che esce fuori la vena più spiccatamente romantica dell’artista livornese. Tese a creare un personale ordine che ci lascia intravedere un mondo meno straniante e spietato.
Tale risultato Pocci lo ottiene non tanto attraverso i bianchi e neri, ma soprattutto attraverso il suo costante lavoro sui simboli: chiave di volta dell'arte di questo giovane toscano.
Lungi dall'accettare soluzioni preconfezionate, Pocci sembra avere una naturale tendenza alla serializzazione: crea veri e propri cicli iconografici (atteggiamento tipico dell’arte fotografica) in cui vaglia a fondo le potenzialità rappresentative ed espressive peculiari a ciascun mezzo prescelto, dimostrando anche in questo frangente la sua vocazione di investigatore - inventore instancabile della realtà.
Fino al 28 febbraio
Sarà presente l’artista
La rappresentazione pittorica del fantasma di Constituciòn, memore di un antico splendore, poetico rudere ancora traboccante di vita, assume nell'opera di Riccardo un valore emblematico. Simbolo di una realtà inafferrabile nella sua totalità, inestricabile foresta di significati possibili, labirinto nel quale si è costretti a perdere se stessi per trovare la retta via, Constituciòn spinge Pocci (che tale foresta vuole attraversare) ad un atteggiamento simile a quello di un naturalista ottocentesco alle prese con la catalogazione di animali e piante.
L’artista infatti frammenta la stazione, in infinite parti indagandone le singole componenti con perizia scientifica. Così ogni singolo frammento si fa chiave per comprendere un mistero, divenendo a sua volta mistero da esplorare.
Lo fa attraverso i Kanji (come foto al microscopio dei brandelli di vetro e metallo del tetto di Constituciòn) attraverso cui vediamo Constituciòn, ne assaporiamo il fascino, ne scopriamo gli enigmi, ne attraversiamo i sentieri.
La consapevolezza che la realtà non è oggettiva e che il mondo può essere compreso solo attraverso una personale rielaborazione dei suoi segni e dei suoi simboli è il sotteso messaggio di tutte le realizzazioni artistiche di Riccardo Pocci.
Tale atteggiamento si esprime appieno nei collages. Notizie, immagini, titoli saccheggiati da giornali di tutto il mondo vengono smembrati e assemblati non già, come ci si aspetta nei collages, in un caotico e roboante caleidoscopio di forme dal sapore surrealista, ma con un rigore geometrico, quasi scientifico, che va a tracciare una nuova ipotesi interpretativa della realtà, a volte cinica o grottesca, altre volte più delicata e poetica.
Ma è con le xilografie che esce fuori la vena più spiccatamente romantica dell’artista livornese. Tese a creare un personale ordine che ci lascia intravedere un mondo meno straniante e spietato.
Tale risultato Pocci lo ottiene non tanto attraverso i bianchi e neri, ma soprattutto attraverso il suo costante lavoro sui simboli: chiave di volta dell'arte di questo giovane toscano.
Lungi dall'accettare soluzioni preconfezionate, Pocci sembra avere una naturale tendenza alla serializzazione: crea veri e propri cicli iconografici (atteggiamento tipico dell’arte fotografica) in cui vaglia a fondo le potenzialità rappresentative ed espressive peculiari a ciascun mezzo prescelto, dimostrando anche in questo frangente la sua vocazione di investigatore - inventore instancabile della realtà.
Fino al 28 febbraio
Sarà presente l’artista
21
febbraio 2004
Riccardo Pocci – A/R Andata e Ritorno
Dal 21 al 28 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA IL SOLE
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Roma, Via Nomentana, 125, (Roma)
Vernissage
21 Febbraio 2004, h 18