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Vincenzo Satta – Opere inedite
E’ la luce, fermata al suo spegnersi, l’immagine più vera dell’opera di Satta.
Trattenere e conservare la luce sulla soglia del suo trapasso, scegliere, come Satta fa, il momento estremo in cui la luce è ancora tale, significa puntare sull’attimo più difficile, ma estremamente pregnante di tutto il processo della pittura.
Comunicato stampa
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Da sempre Satta insegue questa grande, indistinta luce colorata e, soltanto quando questa meta sia stata raggiunta, l’operazione creativa potrà dirsi conclusa per aver toccato l’astratta purezza, solo allora l’opera potrà iniziare a vivere e a restituire lentamente la quantità di emozione e la carica d’affetti che l’artista vi ha riversato.
Poco importa che il quadro sia pensato come una successione di bande regolari o sia immaginato come una folta crittografia, che la sua struttura, sempre rigorosamente astratta, appaia semplice o più elaborata: un risultato infatti non contraddice l’altro, ma tutti si completano vicendevolmente.
Una soluzione formale non è superiore all’altra, ma solo diversa, e chi le fa diverse è la differente qualità della luce che vi è ritratta.
Nelle tele di Satta la luce che vi si diffonde non è mai quella “vista”, non è mai neppure quella ricordata; il suo variare è modulato dal mutare della inclinazione sentimentale dell’artista, dal differente rapporto che di volta in volta egli intrattiene con l’opera che va pensando: questa luce non è mai quella della natura ma è la luce della pittura.
Vincenzo Satta è nato a Nuoro nel 1937. Vive e lavora a Bologna. Dal 1966, anno della prima mostra personale a Bologna con presentazione di Andrea Emiliani, ha tenuto mostre personali e collettive in importanti spazi pubblici e prestigiose gallerie italiane e straniere.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Giovanni M. Accame, Francesco Arcangeli, Dede Auregli, Flavio Caroli, Piergiovanni Castagnoli, Claudio Cerritelli, Giorgio Cortenova, Fabrizio D’Amico, Gillo Dorfles, Andrea Emiliani, Walter Guadagnini, Rosalba Pajano, Marilena Pasquali, Marco Rosci, Dario Trento, Marisa Vescovo ecc….
Poco importa che il quadro sia pensato come una successione di bande regolari o sia immaginato come una folta crittografia, che la sua struttura, sempre rigorosamente astratta, appaia semplice o più elaborata: un risultato infatti non contraddice l’altro, ma tutti si completano vicendevolmente.
Una soluzione formale non è superiore all’altra, ma solo diversa, e chi le fa diverse è la differente qualità della luce che vi è ritratta.
Nelle tele di Satta la luce che vi si diffonde non è mai quella “vista”, non è mai neppure quella ricordata; il suo variare è modulato dal mutare della inclinazione sentimentale dell’artista, dal differente rapporto che di volta in volta egli intrattiene con l’opera che va pensando: questa luce non è mai quella della natura ma è la luce della pittura.
Vincenzo Satta è nato a Nuoro nel 1937. Vive e lavora a Bologna. Dal 1966, anno della prima mostra personale a Bologna con presentazione di Andrea Emiliani, ha tenuto mostre personali e collettive in importanti spazi pubblici e prestigiose gallerie italiane e straniere.
Hanno scritto di lui, tra gli altri: Giovanni M. Accame, Francesco Arcangeli, Dede Auregli, Flavio Caroli, Piergiovanni Castagnoli, Claudio Cerritelli, Giorgio Cortenova, Fabrizio D’Amico, Gillo Dorfles, Andrea Emiliani, Walter Guadagnini, Rosalba Pajano, Marilena Pasquali, Marco Rosci, Dario Trento, Marisa Vescovo ecc….
20
marzo 2004
Vincenzo Satta – Opere inedite
Dal 20 marzo al 30 aprile 2004
Location
GALLERIA SPAZIA
Bologna, Via Dell'inferno, 5, (Bologna)
Bologna, Via Dell'inferno, 5, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 12.30
e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso lunedì e festivi
Vernissage
20 Marzo 2004, ore 18
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