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Roberto Angelotti – Samsara
Si tratta di visioni non pensate e calcolate ma trovate, punti di vista inediti attraverso i quali Angelotti nega la staticità e l’univocità della visione.
Angelotti realizza infatti, per ogni singolo soggetto, diversi fotogrammi che poi ingrandisce ed accosta in modo da ricomporre l’immagine.
Comunicato stampa
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Un porto, una bitta, una bicicletta appoggiata a un muro sul molo, una nave che, vista di scorcio, sembra aver perso ogni peso e fluttua sull'acqua come in procinto di prendere il volo; e poi la piazza di una città storica il cui orizzonte si sdoppia producendo un effetto di fecondo spaesamento.
Si tratta di visioni non pensate e calcolate ma trovate, punti di vista inediti attraverso i quali Angelotti nega la staticità e l'univocità della visione.
Angelotti realizza infatti, per ogni singolo soggetto, diversi fotogrammi che poi ingrandisce ed accosta in modo da ricomporre l'immagine.
L'insieme che vediamo risulta dunque essere frutto della composizione di una serie di scatti, di frammenti visivi, tutti dello stesso formato, colti facendo ruotare la macchina fotografica con un movimento che replica quello naturalmente compiuto dal nostro occhio quando applichiamo lo sguardo a un qualsiasi oggetto.
I diversi frammenti dell'insieme, così come, nella vita, i diversi punti di vista e le diverse porzioni di realtà che spettano ad ognuno, non collimano perfettamente; tra gli uni e gli altri resta una sfasatura, una fuga, quasi uno spazio di libertà lasciato all'intuizione di ciascuno.
Apparentemente semplici ed essenziali, le opere di Roberto Angelotti nascono invece da una notevolissima conoscenza del mezzo fotografico, ma anche da un percorso conoscitivo, intellettuale ed emotivo che l'artista ha intrapreso pochi anni or sono ispirato dal buddismo e da una profonda adesione ai principi della filosofia zen. Un percorso che lo ha condotto da un lato a riconoscere l'importanza della pluralità dei punti di vista, dall'altro a rinunciare a mezzi tecnici sofisticati e a ogni effetto speciale per intraprendere, nella vita e nel lavoro, una via radicalmente nuova, un viaggio poetico in cui la tensione della ricerca risulti improntata a un desiderio di intensità, di autenticità e di libertà dai codici prestabiliti. Nell'intento di andare dritto all'essenziale, l'artista smaschera codici e dettami retorici della fotografia.
Samsara, il titolo che Angelotti ha dato a questa mostra e a questi suoi lavori significa "La Ruota del Karma" ciclo eterno delle rinascite dell'anima per raggiungere il Nirvana, ovvero lo stato di quiete.
Si tratta di visioni non pensate e calcolate ma trovate, punti di vista inediti attraverso i quali Angelotti nega la staticità e l'univocità della visione.
Angelotti realizza infatti, per ogni singolo soggetto, diversi fotogrammi che poi ingrandisce ed accosta in modo da ricomporre l'immagine.
L'insieme che vediamo risulta dunque essere frutto della composizione di una serie di scatti, di frammenti visivi, tutti dello stesso formato, colti facendo ruotare la macchina fotografica con un movimento che replica quello naturalmente compiuto dal nostro occhio quando applichiamo lo sguardo a un qualsiasi oggetto.
I diversi frammenti dell'insieme, così come, nella vita, i diversi punti di vista e le diverse porzioni di realtà che spettano ad ognuno, non collimano perfettamente; tra gli uni e gli altri resta una sfasatura, una fuga, quasi uno spazio di libertà lasciato all'intuizione di ciascuno.
Apparentemente semplici ed essenziali, le opere di Roberto Angelotti nascono invece da una notevolissima conoscenza del mezzo fotografico, ma anche da un percorso conoscitivo, intellettuale ed emotivo che l'artista ha intrapreso pochi anni or sono ispirato dal buddismo e da una profonda adesione ai principi della filosofia zen. Un percorso che lo ha condotto da un lato a riconoscere l'importanza della pluralità dei punti di vista, dall'altro a rinunciare a mezzi tecnici sofisticati e a ogni effetto speciale per intraprendere, nella vita e nel lavoro, una via radicalmente nuova, un viaggio poetico in cui la tensione della ricerca risulti improntata a un desiderio di intensità, di autenticità e di libertà dai codici prestabiliti. Nell'intento di andare dritto all'essenziale, l'artista smaschera codici e dettami retorici della fotografia.
Samsara, il titolo che Angelotti ha dato a questa mostra e a questi suoi lavori significa "La Ruota del Karma" ciclo eterno delle rinascite dell'anima per raggiungere il Nirvana, ovvero lo stato di quiete.
24
marzo 2004
Roberto Angelotti – Samsara
Dal 24 marzo all'otto maggio 2004
fotografia
Location
GALLERIA MILANO
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Milano, Via Daniele Manin, 13, (Milano)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle ore 16,00 alle 20,00