Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Osmar Osten – Saluti dal Mar Baltico
Johannes Gachnang, curatore della mostra, scrive: “La nuova mostra di Osmar Osten (nato a Chemnitz nel 1959)è la terza dal 1999. Ciascuna di queste rassegne si è svolta all’insegna di un materiale pittorico diverso: tre importanti tappe dell’ iter pittorico dell’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Johannes Gachnang, curatore della mostra, scrive: “La nuova mostra
di Osmar Osten (nato a Chemnitz nel 1959) è la terza dal 1999.
Ciascuna di queste rassegne si è svolta all’insegna di un materiale pittorico diverso:
tre importanti tappe dell’ iter pittorico dell’artista.
Quattro anni fa i colori acrilici (1997-1999), due anni fa le chine luminose (1999-2001), adesso i classici colori ad olio, ai quali l’artista è ritornato da più di un anno.
L’uso di questi tre diversi mezzi pittorici comporta metodologie di lavoro differenti.
L’acrilico si riporta con tratto leggero, ricopre grandi superfici e si essicca rapidamente.
Analoghe sono le caratteristiche delle chine, i colori luminosi si fissano trasparenti sulla tela.
Il colore a olio, invece, richiede una pennellata lenta sul supporto, ricopre la superficie con uno strato relativamente spesso, si essicca lentamente e consente di lavorare in maniera plastica e figurativa. Rispetto alle altre due tecniche produce un ritmo completamente diverso che condiziona il tratto.
Questo, a sua volta, è il segno dell’evoluzione artistica del pittore. L’utilizzo voluto e attento di questo medium offre all’artista nuove possibilità ed è l’espressione di una sua maturazione nell’approccio al proprio lavoro.
L’osservatore non viene più confuso dalla spettacolarità, dall’umorismo esplicito e dal linguaggio sulla superficie del quadro. A livello tematico lo scenario pittorico si riduce ad un radicale minimalismo, come quello che viviamo su una spiaggia deserta o che ritroviamo nelle immagini dei film di
Rossellini e di Bergmann.
Il Mar Baltico rappresenta per l’artista, originario della Sassonia, una delle principali fonti d’ispirazione per le proprie invenzioni e investigazioni pittoriche.
La linea dell’orizzonte, la linea di divisione tra cielo e spiaggia, viene interrotta da pioli sui quali si riposano degli uccelli. La sobrietà dell’iconografia apre lo spazio per sfruttare e sviluppare le nuove possibilità pittoriche. Parallelamente essa è l’espressione di una profonda malinconia, propria del romantico tedesco.
La conquista della terza dimensione avviene attraverso la lavorazione di cosiddetti schiaccianoci: burattini di legno colorati, paragonabili a quelli di Pinocchio, tipici della tradizione dei minatori dell’
Erzgebirge , i monti Metalliferi nella regione di
Chemnitz , Annaberg e Dresda, che ancor oggi vengono prodotti in grande quantità e venduti dappertutto.
L’artista allinea in verticale i burattini alti 20-30 centimetri e quindi li fonde in alluminio mediante un procedimento “a perdere”:
i burattini bruciano.
Viene prodotto un unico esemplare. La mostra ne presenta un esempio, realizzato nel gennaio 2004. Due sculture in alluminio sul pavimento (realizzate nel 2001) non sono poste sul tradizionale piedistallo, bensì su quattro invisibili palline da golf agli angoli della piastra di base. Una soluzione “plastica” inconsueta quanto sorprendente, nella quale si riflettono il sorriso e lo humour non espliciti dell’artista che sottendono i presenti lavori.”
Johannes Gachnang , gennaio 2004
Traduzione: Alberto Noceti
La mostra presenta 12 quadri, olio su tela, di cui uno lungo quasi otto metri, di diverse dimensioni (da 60 x 81 cm a 24 x 36 cm), 6 lavori olio su compensato (da 80 x 142 cm a 25 x 155 cm) e due sculture di alluminio.
di Osmar Osten (nato a Chemnitz nel 1959) è la terza dal 1999.
Ciascuna di queste rassegne si è svolta all’insegna di un materiale pittorico diverso:
tre importanti tappe dell’ iter pittorico dell’artista.
Quattro anni fa i colori acrilici (1997-1999), due anni fa le chine luminose (1999-2001), adesso i classici colori ad olio, ai quali l’artista è ritornato da più di un anno.
L’uso di questi tre diversi mezzi pittorici comporta metodologie di lavoro differenti.
L’acrilico si riporta con tratto leggero, ricopre grandi superfici e si essicca rapidamente.
Analoghe sono le caratteristiche delle chine, i colori luminosi si fissano trasparenti sulla tela.
Il colore a olio, invece, richiede una pennellata lenta sul supporto, ricopre la superficie con uno strato relativamente spesso, si essicca lentamente e consente di lavorare in maniera plastica e figurativa. Rispetto alle altre due tecniche produce un ritmo completamente diverso che condiziona il tratto.
Questo, a sua volta, è il segno dell’evoluzione artistica del pittore. L’utilizzo voluto e attento di questo medium offre all’artista nuove possibilità ed è l’espressione di una sua maturazione nell’approccio al proprio lavoro.
L’osservatore non viene più confuso dalla spettacolarità, dall’umorismo esplicito e dal linguaggio sulla superficie del quadro. A livello tematico lo scenario pittorico si riduce ad un radicale minimalismo, come quello che viviamo su una spiaggia deserta o che ritroviamo nelle immagini dei film di
Rossellini e di Bergmann.
Il Mar Baltico rappresenta per l’artista, originario della Sassonia, una delle principali fonti d’ispirazione per le proprie invenzioni e investigazioni pittoriche.
La linea dell’orizzonte, la linea di divisione tra cielo e spiaggia, viene interrotta da pioli sui quali si riposano degli uccelli. La sobrietà dell’iconografia apre lo spazio per sfruttare e sviluppare le nuove possibilità pittoriche. Parallelamente essa è l’espressione di una profonda malinconia, propria del romantico tedesco.
La conquista della terza dimensione avviene attraverso la lavorazione di cosiddetti schiaccianoci: burattini di legno colorati, paragonabili a quelli di Pinocchio, tipici della tradizione dei minatori dell’
Erzgebirge , i monti Metalliferi nella regione di
Chemnitz , Annaberg e Dresda, che ancor oggi vengono prodotti in grande quantità e venduti dappertutto.
L’artista allinea in verticale i burattini alti 20-30 centimetri e quindi li fonde in alluminio mediante un procedimento “a perdere”:
i burattini bruciano.
Viene prodotto un unico esemplare. La mostra ne presenta un esempio, realizzato nel gennaio 2004. Due sculture in alluminio sul pavimento (realizzate nel 2001) non sono poste sul tradizionale piedistallo, bensì su quattro invisibili palline da golf agli angoli della piastra di base. Una soluzione “plastica” inconsueta quanto sorprendente, nella quale si riflettono il sorriso e lo humour non espliciti dell’artista che sottendono i presenti lavori.”
Johannes Gachnang , gennaio 2004
Traduzione: Alberto Noceti
La mostra presenta 12 quadri, olio su tela, di cui uno lungo quasi otto metri, di diverse dimensioni (da 60 x 81 cm a 24 x 36 cm), 6 lavori olio su compensato (da 80 x 142 cm a 25 x 155 cm) e due sculture di alluminio.
18
febbraio 2004
Osmar Osten – Saluti dal Mar Baltico
Dal 18 febbraio al 10 aprile 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA SALVATORE + CAROLINE ALA
Milano, Via Monte Di Pietà, (Milano)
Milano, Via Monte Di Pietà, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 10 alle 19. chiuso domenica e lunedì
Vernissage
18 Febbraio 2004, dalle 18 alle 21
Autore