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Tobia Ercolino – Declinare
In mostra opere a tecnica mista (grafite, pigmenti, terre) su tela.
Comunicato stampa
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Scrive di lui Lara Vinca Masini
[… i grandi quadri di Tobia Ercolino sono interamente percorsi da una fitta scrittura, che fanno veramente pensare ad una totale immersione dell’io nell’opera, attraverso il ritmo della propria fisicità, ritmo che non è quello tragico, viscerale, gestuale, di un Pollock, ma si realizza, attraverso, appunto, la propria scrittura, con un gesto che si trasforma in “segno”. Non si tratta, dunque, di una immersione istintuale, ma di un meditato, controllato, progettato riversamento di sé nell’opera…..
….la superficie delle tele, ricoperta totalmente della sua insostituibile “scrittura” si trasforma in un campo totale di intervento, di azione, e non si esaurisce in se stessa, poiché la trama leggera, morbida, soft del “campo-quadro” viene come violentata da strappi, gesti, tracce, che ne modificano la struttura, creando un’intensa dialettica tra segno e gesto…
….Tobia Ercolino mentre definisce i suoi lavori “tempi di pensiero, tempi di scrittura, tempi emozionali, tempi del dire e tempi dell’ascolto (tempi del farsi…pittura)”, cioè, tempi di dialogo, si riporta ad un testo (“El sueño creador”, ed. Turner, 1986) di Maria Brandano, allieva del filosofo Ortega y Gasset, che parla del “tempo offerto dalla coscienza”, del “pensare il tempo”, del “pensare come azione”, togliendo la congiunzione/disgiunzione tra pensiero e azione e della “conoscenza come risultato: la conoscenza e la libertà; l’azione liberatoria della conoscenza, integratrice della persona”….]
[… i grandi quadri di Tobia Ercolino sono interamente percorsi da una fitta scrittura, che fanno veramente pensare ad una totale immersione dell’io nell’opera, attraverso il ritmo della propria fisicità, ritmo che non è quello tragico, viscerale, gestuale, di un Pollock, ma si realizza, attraverso, appunto, la propria scrittura, con un gesto che si trasforma in “segno”. Non si tratta, dunque, di una immersione istintuale, ma di un meditato, controllato, progettato riversamento di sé nell’opera…..
….la superficie delle tele, ricoperta totalmente della sua insostituibile “scrittura” si trasforma in un campo totale di intervento, di azione, e non si esaurisce in se stessa, poiché la trama leggera, morbida, soft del “campo-quadro” viene come violentata da strappi, gesti, tracce, che ne modificano la struttura, creando un’intensa dialettica tra segno e gesto…
….Tobia Ercolino mentre definisce i suoi lavori “tempi di pensiero, tempi di scrittura, tempi emozionali, tempi del dire e tempi dell’ascolto (tempi del farsi…pittura)”, cioè, tempi di dialogo, si riporta ad un testo (“El sueño creador”, ed. Turner, 1986) di Maria Brandano, allieva del filosofo Ortega y Gasset, che parla del “tempo offerto dalla coscienza”, del “pensare il tempo”, del “pensare come azione”, togliendo la congiunzione/disgiunzione tra pensiero e azione e della “conoscenza come risultato: la conoscenza e la libertà; l’azione liberatoria della conoscenza, integratrice della persona”….]
09
marzo 2004
Tobia Ercolino – Declinare
Dal 09 al 27 marzo 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA MAGENTA 52
Milano, Corso Magenta, 52, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 52, (Milano)
Orario di apertura
martedì – sabato 10.30 – 13.30 / 15.00 – 19.30
Vernissage
9 Marzo 2004, ore 18,30