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Boris Zaborov – Lo sguardo della memoria
Nell’osservazione delle opere di Zaborov la poesia della memoria e del ricordo pervadono magicamente il suo mondo incantato ed enigmatico. Una luce opalescente, nordica è proiettata sulle sue creature immobili, fissate in pose da vecchio studio fotografico, memori del loro passato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Officina d’Arte inaugura VENERDI’ 30 GENNAIO p.v. alle ore 18.00 una personale curata da Giorgio Cortenova e dedicata a BORIS ZABOROV, insigne artista russo contraddistinto a livello internazionale nel panorama artistico contemporaneo, che per la prima volta espone in Italia.
Di origine bielorussa Zaborov nasce a Minsk nel 1935 e dal 1981 vive e lavora a Parigi dopo aver raccolto innumerevoli successi in tutto il mondo, da New York a Tokyo, sfuggendo dal proprio paese in cui non vi era libertà di espressione né possibilità di sperimentare.
Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Leningrado e Mosca, il Maestro si dedica alla grafica con illustrazioni di importanti libri.
Nell’osservazione delle opere di Zaborov la poesia della memoria e del ricordo pervadono magicamente il suo mondo incantato ed enigmatico.
Una luce opalescente, nordica è proiettata sulle sue creature immobili, fissate in pose da vecchio studio fotografico, memori del loro passato.
E’ proprio il legame con il passato una delle chiavi di lettura dell’opera di questo pittore.
Tra i soggetti prediletti e presenti in mostra la figura umana, protagonista indiscussa, è ritratta sempre in modo statico, uniformata in una ricorrente quiete esteriore.
Il senso più profondo del suo iter artistico giunge al cuore del soggetto, che si ritrova quasi sempre luminoso al centro del quadro stagliato contro uno sfondo immobile, si trasforma in una roccia solcata da segni e immersa in una sorta di fumo a suggerire la fragilità e la precarietà del tempo che passa.
Opere che rimandano a vecchie fotografie scolorite, oggetto di grande attenzione, trasformate in un archivio psicologico unico in cui l’artista interpreta gli sconosciuti personaggi su forme spesso allungate, sovvertendo la corretta prospettiva ottica nella dilatazione degli spazi e sottolineando il vuoto.
I raffinati nudi rievocano in maniera non ambigua le adolescenti di Balthus, maestro prediletto dall’autore.
E ancora come un filo rosso che percorre tutta la sua ricerca compare l’immagine intrigante del cavallo, i fienili e le case di legno della campagna russa, memorie della gioventù di Zaborov.
Di origine bielorussa Zaborov nasce a Minsk nel 1935 e dal 1981 vive e lavora a Parigi dopo aver raccolto innumerevoli successi in tutto il mondo, da New York a Tokyo, sfuggendo dal proprio paese in cui non vi era libertà di espressione né possibilità di sperimentare.
Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Leningrado e Mosca, il Maestro si dedica alla grafica con illustrazioni di importanti libri.
Nell’osservazione delle opere di Zaborov la poesia della memoria e del ricordo pervadono magicamente il suo mondo incantato ed enigmatico.
Una luce opalescente, nordica è proiettata sulle sue creature immobili, fissate in pose da vecchio studio fotografico, memori del loro passato.
E’ proprio il legame con il passato una delle chiavi di lettura dell’opera di questo pittore.
Tra i soggetti prediletti e presenti in mostra la figura umana, protagonista indiscussa, è ritratta sempre in modo statico, uniformata in una ricorrente quiete esteriore.
Il senso più profondo del suo iter artistico giunge al cuore del soggetto, che si ritrova quasi sempre luminoso al centro del quadro stagliato contro uno sfondo immobile, si trasforma in una roccia solcata da segni e immersa in una sorta di fumo a suggerire la fragilità e la precarietà del tempo che passa.
Opere che rimandano a vecchie fotografie scolorite, oggetto di grande attenzione, trasformate in un archivio psicologico unico in cui l’artista interpreta gli sconosciuti personaggi su forme spesso allungate, sovvertendo la corretta prospettiva ottica nella dilatazione degli spazi e sottolineando il vuoto.
I raffinati nudi rievocano in maniera non ambigua le adolescenti di Balthus, maestro prediletto dall’autore.
E ancora come un filo rosso che percorre tutta la sua ricerca compare l’immagine intrigante del cavallo, i fienili e le case di legno della campagna russa, memorie della gioventù di Zaborov.
30
gennaio 2004
Boris Zaborov – Lo sguardo della memoria
Dal 30 gennaio al 26 marzo 2004
arte contemporanea
Location
OFFICINA D’ARTE
Verona, Corso Porta Borsari, 17, (Verona)
Verona, Corso Porta Borsari, 17, (Verona)
Orario di apertura
MARTEDI’/VENERDI’ 15.30/19.30
SABATO 10.30/12.30 – 15.30/19.30
Vernissage
30 Gennaio 2004, ore 18.00