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Confini – Wundercontemporary
I quattro artisti invitati a partecipare a questa mostra indagano da anni la sottile “linea d’ombra” che separa l’arte visiva da altrettante branche della cultura cosiddetta “alta”. Il loro ambito di ricerca è accomunato da simbologie prese a prestito prevalentemente dalla scienza che viene letta di volta in volta in modi e in tipologie differenti.
Comunicato stampa
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Mark Dion Usa confini culturali tra scienza e arti visive
Trevor Gould Canada confini storico temporali tra etnologia, zoologia e arti visive
Guillaume Paris Francia confini concettuali tra comunicazione di massa e arti visive
Vedovamazzei Italia confini semantici tra privato/pubblico e arti visive
I quattro artisti invitati a partecipare a questa mostra indagano da anni la sottile “linea d’ombra” che separa l’arte visiva da altrettante branche della cultura cosiddetta “alta”. Il loro ambito di ricerca è accomunato da simbologie prese a prestito prevalentemente dalla scienza che viene letta di volta in volta in modi e in tipologie differenti. L’artista dell’era post-concettuale, pur utilizzando mezzi espressivi tradizionali (pittura, scultura, fotografia), riveste un ruolo ambiguo, di confine, che porta la lettura della realtà e dei dati da noi acquisiti scientificamente come veri, in dati veridici o veritieri. Il dubbio che insinuano questi artisti, quando ci troviamo di fronte alle loro opere, serve a farci riflettere sia sulla vanità del pensiero dell’uomo, che di volta in volta di fronte alle scoperte più recenti si ri-definisce come “assoluto”, sia sulle metodologie di catalogazione e di archiviazione dei dati che la nostra società ha attivato nei millenni per dare un senso a ciò che viene definito “evoluzione del sistema” umano. Il labile confine che separa la verità dalla menzogna è (ogniqualvolta un’opera prende vita) sottolineato ed enfatizzato per instillare nello spettatore il ragionevole dubbio di trovarsi confrontato a una meta-realtà.
La lettura metodologica del mondo, li ha portati a ridefinire l’antropologia e le pratiche semantiche della nostra società, sia che esse si esplichino attraverso lo stupore di una nuova scoperta scientifica, sia attraverso la meticolosa e sistematica classificazione di specie animali inesistenti, sia attraverso le ritualità sociali della cultura occidentale.
Mark Dion applica al presente, con accurata precisione, tutti quei canoni di approfondimento scientifico e archeologico che servono a indagare il passato e a catalogarlo. La sua ossessione per l’archiviazione indulge nel paradosso della conservazione dei rifiuti trovati in una discarica contemporanea, quasi ad anticipare sul tempo il lavoro di un vero archeologo del futuro. Animali veri, finti, fittizi o ricostruiti si combinano in un mondo nuovo in cui un ratto e Topolino hanno lo stesso valore scientifico e letterario.
Trevor Gould si rifà alla storia del Sudafrica e a tutte quelle scoperte geografiche e scientifiche che hanno affascinato gli esploratori e gli scopritori dal XVII al XIX secolo, secoli in cui la scoperta era anche simbolo di supremazia sul resto del mondo. Il grande “colonizzatore” è per l’artista un grande ibridatore, un vento che, traslocando esseri viventi, impollina con nuove idee la cultura e la storia.
Guillaume Paris ridisegna la realtà attraverso la magia degli oggetti contemporanei. Il suo interesse per “l’impurità” si trasforma spesso in interesse per l’ambiguità e la magia dove anche gli animali si combinano in deliranti tassidermie geometrizzate, simmetriche e speculari, quasi che la natura potesse, a discapito della ragione, rielaborarsi secondo il volere di uno scienziato pazzo.
Vedovamazzei reinterpretano il mondo in chiave tardo dadaista e protosurrealista in cui tutto ciò che appare è in effetti l’epifania del rappresentato e l’ambiguità del soggetto si sposa perfettamente con la materia con cui è costruito. Tutto è plausibile di essere messo in scena, perché tutto appartiene a questo mondo.
I confini che valichiamo attraverso le opere, a volte molto simili di questi artisti, sono l’esatta materializzazione dei nostri “ragionevoli dubbi” su ciò che “è” e su ciò che “ci appare
Trevor Gould Canada confini storico temporali tra etnologia, zoologia e arti visive
Guillaume Paris Francia confini concettuali tra comunicazione di massa e arti visive
Vedovamazzei Italia confini semantici tra privato/pubblico e arti visive
I quattro artisti invitati a partecipare a questa mostra indagano da anni la sottile “linea d’ombra” che separa l’arte visiva da altrettante branche della cultura cosiddetta “alta”. Il loro ambito di ricerca è accomunato da simbologie prese a prestito prevalentemente dalla scienza che viene letta di volta in volta in modi e in tipologie differenti. L’artista dell’era post-concettuale, pur utilizzando mezzi espressivi tradizionali (pittura, scultura, fotografia), riveste un ruolo ambiguo, di confine, che porta la lettura della realtà e dei dati da noi acquisiti scientificamente come veri, in dati veridici o veritieri. Il dubbio che insinuano questi artisti, quando ci troviamo di fronte alle loro opere, serve a farci riflettere sia sulla vanità del pensiero dell’uomo, che di volta in volta di fronte alle scoperte più recenti si ri-definisce come “assoluto”, sia sulle metodologie di catalogazione e di archiviazione dei dati che la nostra società ha attivato nei millenni per dare un senso a ciò che viene definito “evoluzione del sistema” umano. Il labile confine che separa la verità dalla menzogna è (ogniqualvolta un’opera prende vita) sottolineato ed enfatizzato per instillare nello spettatore il ragionevole dubbio di trovarsi confrontato a una meta-realtà.
La lettura metodologica del mondo, li ha portati a ridefinire l’antropologia e le pratiche semantiche della nostra società, sia che esse si esplichino attraverso lo stupore di una nuova scoperta scientifica, sia attraverso la meticolosa e sistematica classificazione di specie animali inesistenti, sia attraverso le ritualità sociali della cultura occidentale.
Mark Dion applica al presente, con accurata precisione, tutti quei canoni di approfondimento scientifico e archeologico che servono a indagare il passato e a catalogarlo. La sua ossessione per l’archiviazione indulge nel paradosso della conservazione dei rifiuti trovati in una discarica contemporanea, quasi ad anticipare sul tempo il lavoro di un vero archeologo del futuro. Animali veri, finti, fittizi o ricostruiti si combinano in un mondo nuovo in cui un ratto e Topolino hanno lo stesso valore scientifico e letterario.
Trevor Gould si rifà alla storia del Sudafrica e a tutte quelle scoperte geografiche e scientifiche che hanno affascinato gli esploratori e gli scopritori dal XVII al XIX secolo, secoli in cui la scoperta era anche simbolo di supremazia sul resto del mondo. Il grande “colonizzatore” è per l’artista un grande ibridatore, un vento che, traslocando esseri viventi, impollina con nuove idee la cultura e la storia.
Guillaume Paris ridisegna la realtà attraverso la magia degli oggetti contemporanei. Il suo interesse per “l’impurità” si trasforma spesso in interesse per l’ambiguità e la magia dove anche gli animali si combinano in deliranti tassidermie geometrizzate, simmetriche e speculari, quasi che la natura potesse, a discapito della ragione, rielaborarsi secondo il volere di uno scienziato pazzo.
Vedovamazzei reinterpretano il mondo in chiave tardo dadaista e protosurrealista in cui tutto ciò che appare è in effetti l’epifania del rappresentato e l’ambiguità del soggetto si sposa perfettamente con la materia con cui è costruito. Tutto è plausibile di essere messo in scena, perché tutto appartiene a questo mondo.
I confini che valichiamo attraverso le opere, a volte molto simili di questi artisti, sono l’esatta materializzazione dei nostri “ragionevoli dubbi” su ciò che “è” e su ciò che “ci appare
16
novembre 2003
Confini – Wundercontemporary
Dal 16 novembre 2003 al 28 marzo 2004
arte contemporanea
Location
CESAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE – IL FILATOIO
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Biglietti
5 euro, ridotto 3 euro
Orario di apertura
venerdi 15-19
sabato 15-19
domenica 10-13 15-19
Vernissage
16 Novembre 2003, ore 11,30