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Franco Guerzoni – Sipari
Si tratta di una raccolta di 25 opere di grande formato realizzate dall’artista modenese per l’occasione. L’esposizione, curata da Giorgio Cortenova e Fabrizio D’Amico, intende offrire al visitatore gli esiti dell’ultima ricerca dell’artista: una meditazione sulla propria pittura che vede affiorare un interesse sempre maggiore per la superficie della tela vissuta nella sua specificità.
Comunicato stampa
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Sipari è il titolo della mostra dedicata a Franco Guerzoni, con la quale il Comune di Verona, il 26 marzo prossimo, apre la nuova stagione espositiva di Palazzo Forti.
Si tratta di una raccolta di 25 opere di grande formato realizzate dall’artista modenese per l’occasione. L’esposizione, curata da Giorgio Cortenova e Fabrizio D’Amico, intende offrire al visitatore gli esiti dell’ultima ricerca dell’artista: una meditazione sulla propria pittura che vede affiorare un interesse sempre maggiore per la superficie della tela vissuta nella sua specificità.
Il suo lavoro - risultato di un lungo “corteggiamento” che il pensiero e le mani attivano sulla tela - ha l’opacità dell’affresco, non manda riflessi ma assorbe gli sguardi; i gessi, i pigmenti, le polveri colorate che lo caratterizzano, riecheggiano le patine antiche dei reperti archeologici. La sua ricerca procede in equilibrio tra il piacere della rovina e il fascino del restauro, inteso quest’ultimo come possibile scrittura dove coesistono, in perfetta armonia, aspetti formali e cromatici che ricordano culture lontane, simboli, frammenti e riflessi ispirati alla nostra stessa antichità. Il precedente lavoro, intitolato Pompei / Bombay del 2001, intendeva rintracciare le profonde affinità tra due culture apparentemente diverse attraverso i timbri cromatici dei caldi arancioni dell’oriente e dei polverosi azzurri degli affreschi romani.
Negli ultimi lavori Guerzoni, in perfetta sintesi, elabora una sorta di bassorilievo che consente letture da più punti di osservazione: l’architettura del dipinto presenta forme debolmente concave e convesse così da offrire allo spettatore un’immagine vibrata e volutamente instabile. Le opere, ottenute per addizione e sottrazione su superfici gessose, si sviluppano attraverso tonalità monocrome, dalle delicate intonazioni bianche calcinate alle nere profondamente opache, dai rossi abbacinanti agli azzurri delicati.
La velatura finale che affiora sulla superficie della tela è una sorta di “Sipario” che vela e al contempo svela il racconto che si nasconde al suo interno.
In occasione della mostra Marsilio Editore pubblica un volume, con i contributi critici di Giorgio Cortenova e Fabrizio D’Amico e un’intervista all’artista curata da Patrizia Nuzzo.
Parallelamente all’esposizione veronese di Palazzo Forti, nel prossimo aprile, i musei civici di Reggio Emilia ospiteranno due lavori di Franco Guerzoni: Bianca e Volta ed Arcangeli, curati da Piergiovanni Castagnoli e Giulio Bizzarri.
Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primissimi anni Settanta si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico, in un contesto di forte influenza concettuale e di un intenso scambio di idee con giovani artisti modenesi quali Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della Casa, Carlo Cremaschi, il fotografo Luigi Ghirri e altri che praticano un lavoro di ricerca sui nuovi linguaggi.
Appartengono a questo filone Archeologia, la prima personale di Guerzoni a Bologna, curata da Renato Barilli nel 1973, la collettiva milanese Blow-Up del 1976, ancora a cura di Renato Barilli, e la collettiva Foto-grafia, del 1977 a cura di Arturo Carlo Quintavalle.
Negli stessi anni l’artista presta grande attenzione al mondo archeologico, del quale indaga gli aspetti di stratificazione culturale, affascinato dall’idea di antico come perdita, senza lasciarsi tentare dal desiderio di ricostruirlo. Elabora parallelamente libri – opera che affrontano i temi del viaggio, della riproduzione dell’immagine e delle sue molteplici letture. Risale ai primi anni Ottanta la svolta artistica che lo vede impegnato nel passaggio dall’amore per la pagina del libro alla realizzazione di grandi carte parietali gessose, coinvolte in un’idea di geografia immaginaria. Sono di questo periodo la mostra milanese Cosa fanno oggi i concettuali?, realizzata nel 1986 alla Rotonda della Besana per la cura di Renato Barilli, e Scavi superficiali, del 1987, curata da Paolo Fossati alla Galleria Civica di Modena.
Guerzoni approda alla fine degli anni Ottanta a una ricerca sulla superficie intesa come profondità, che dà luogo a grandi cicli di opere quali Decorazioni e rovine, presentate in una sala personale alla Biennale di Venezia del 1990, e Restauri provvisori, in mostra alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. Un’ampia retrospettiva dell’artista, con testimonianze di trent’anni di ricerca, è stata coordinata da Paola Jori nel 1996 in occasione della mostra personale presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, mentre è del dicembre 1999, a Palazzo Massari di Ferrara, la personale Orienti, curata da Pier Giovanni Castagnoli. Sue opere sono presenti in raccolte pubbliche e private, in Italia e all’estero.
Ricordiamo solo alcune mostre personali: 1990 Padiglione Italia, XLIV Biennale d’Arte, Venezia – 1990 Forum, Internazionale Kunstmesse, Dusseldorf – 1991 Di giorno e di notte in soffitta, Studio G7, Bologna - 1994 Villa delle Rose, Galleria d’Arte Moderna, Bologna – Centro Studi Arte Comunicazione, Padiglione Nervi, Parma – 1996 Galleria Civica Arte contemporanea, Trento – 1997 Altre stanze, Studio G7, Bologna - 1999 Orienti, Palazzo Massari, Ferrara - 2001 Pompei-Bombay, Galleria Spirale Arte, Milano – 2002 Schloss Ettersburg, Weimar – 2003 Galerie Carzaniga+Ueker, Basilea.-Motivi vagant, StudioG7, Bologna.
Si tratta di una raccolta di 25 opere di grande formato realizzate dall’artista modenese per l’occasione. L’esposizione, curata da Giorgio Cortenova e Fabrizio D’Amico, intende offrire al visitatore gli esiti dell’ultima ricerca dell’artista: una meditazione sulla propria pittura che vede affiorare un interesse sempre maggiore per la superficie della tela vissuta nella sua specificità.
Il suo lavoro - risultato di un lungo “corteggiamento” che il pensiero e le mani attivano sulla tela - ha l’opacità dell’affresco, non manda riflessi ma assorbe gli sguardi; i gessi, i pigmenti, le polveri colorate che lo caratterizzano, riecheggiano le patine antiche dei reperti archeologici. La sua ricerca procede in equilibrio tra il piacere della rovina e il fascino del restauro, inteso quest’ultimo come possibile scrittura dove coesistono, in perfetta armonia, aspetti formali e cromatici che ricordano culture lontane, simboli, frammenti e riflessi ispirati alla nostra stessa antichità. Il precedente lavoro, intitolato Pompei / Bombay del 2001, intendeva rintracciare le profonde affinità tra due culture apparentemente diverse attraverso i timbri cromatici dei caldi arancioni dell’oriente e dei polverosi azzurri degli affreschi romani.
Negli ultimi lavori Guerzoni, in perfetta sintesi, elabora una sorta di bassorilievo che consente letture da più punti di osservazione: l’architettura del dipinto presenta forme debolmente concave e convesse così da offrire allo spettatore un’immagine vibrata e volutamente instabile. Le opere, ottenute per addizione e sottrazione su superfici gessose, si sviluppano attraverso tonalità monocrome, dalle delicate intonazioni bianche calcinate alle nere profondamente opache, dai rossi abbacinanti agli azzurri delicati.
La velatura finale che affiora sulla superficie della tela è una sorta di “Sipario” che vela e al contempo svela il racconto che si nasconde al suo interno.
In occasione della mostra Marsilio Editore pubblica un volume, con i contributi critici di Giorgio Cortenova e Fabrizio D’Amico e un’intervista all’artista curata da Patrizia Nuzzo.
Parallelamente all’esposizione veronese di Palazzo Forti, nel prossimo aprile, i musei civici di Reggio Emilia ospiteranno due lavori di Franco Guerzoni: Bianca e Volta ed Arcangeli, curati da Piergiovanni Castagnoli e Giulio Bizzarri.
Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Fin dai primissimi anni Settanta si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico, in un contesto di forte influenza concettuale e di un intenso scambio di idee con giovani artisti modenesi quali Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della Casa, Carlo Cremaschi, il fotografo Luigi Ghirri e altri che praticano un lavoro di ricerca sui nuovi linguaggi.
Appartengono a questo filone Archeologia, la prima personale di Guerzoni a Bologna, curata da Renato Barilli nel 1973, la collettiva milanese Blow-Up del 1976, ancora a cura di Renato Barilli, e la collettiva Foto-grafia, del 1977 a cura di Arturo Carlo Quintavalle.
Negli stessi anni l’artista presta grande attenzione al mondo archeologico, del quale indaga gli aspetti di stratificazione culturale, affascinato dall’idea di antico come perdita, senza lasciarsi tentare dal desiderio di ricostruirlo. Elabora parallelamente libri – opera che affrontano i temi del viaggio, della riproduzione dell’immagine e delle sue molteplici letture. Risale ai primi anni Ottanta la svolta artistica che lo vede impegnato nel passaggio dall’amore per la pagina del libro alla realizzazione di grandi carte parietali gessose, coinvolte in un’idea di geografia immaginaria. Sono di questo periodo la mostra milanese Cosa fanno oggi i concettuali?, realizzata nel 1986 alla Rotonda della Besana per la cura di Renato Barilli, e Scavi superficiali, del 1987, curata da Paolo Fossati alla Galleria Civica di Modena.
Guerzoni approda alla fine degli anni Ottanta a una ricerca sulla superficie intesa come profondità, che dà luogo a grandi cicli di opere quali Decorazioni e rovine, presentate in una sala personale alla Biennale di Venezia del 1990, e Restauri provvisori, in mostra alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, a cura di Pier Giovanni Castagnoli. Un’ampia retrospettiva dell’artista, con testimonianze di trent’anni di ricerca, è stata coordinata da Paola Jori nel 1996 in occasione della mostra personale presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, mentre è del dicembre 1999, a Palazzo Massari di Ferrara, la personale Orienti, curata da Pier Giovanni Castagnoli. Sue opere sono presenti in raccolte pubbliche e private, in Italia e all’estero.
Ricordiamo solo alcune mostre personali: 1990 Padiglione Italia, XLIV Biennale d’Arte, Venezia – 1990 Forum, Internazionale Kunstmesse, Dusseldorf – 1991 Di giorno e di notte in soffitta, Studio G7, Bologna - 1994 Villa delle Rose, Galleria d’Arte Moderna, Bologna – Centro Studi Arte Comunicazione, Padiglione Nervi, Parma – 1996 Galleria Civica Arte contemporanea, Trento – 1997 Altre stanze, Studio G7, Bologna - 1999 Orienti, Palazzo Massari, Ferrara - 2001 Pompei-Bombay, Galleria Spirale Arte, Milano – 2002 Schloss Ettersburg, Weimar – 2003 Galerie Carzaniga+Ueker, Basilea.-Motivi vagant, StudioG7, Bologna.
25
marzo 2004
Franco Guerzoni – Sipari
Dal 25 marzo al 20 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA ACHILLE FORTI
Verona, Cortile Del Mercato Vecchio, (Verona)
Verona, Cortile Del Mercato Vecchio, (Verona)
Orario di apertura
9.30 – 19.00 (Chiusura biglietteria ore 18.00) – Chiuso il lunedì
Vernissage
25 Marzo 2004, ore 18.00