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Pier Gatti – L’altra faccia del pianeta
Pier Gatti, nato nel 1958 nella provincia parmense, dopo studi d’arte e una lunga vocazione di amore per la natura e di pratica alpinistica, ha saputo conciliare queste due grandi passioni specializzandosi nella fotografia di grandi spazi naturali lontani dalla “civilizzazione” umana, spesso sperimentati in lunghe traversate solitarie in mountain-bike.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si apre il 21 febbraio a Parma presso la Galleria S. Ludovico la mostra fotografica di Pier Gatti “L’altra faccia del pianeta”, dedicata alla muta solennità dei grandi spazi naturali incontaminati. L’iniziativa è organizzata dall’Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune di Parma e dalla Fondazione Monte di Parma, e si concluderà il successivo 21 marzo.
Pier Gatti, nato nel 1958 nella provincia parmense, dopo studi d’arte e una lunga vocazione di amore per la natura e di pratica alpinistica, ha saputo conciliare queste due grandi passioni specializzandosi nella fotografia di grandi spazi naturali lontani dalla “civilizzazione” umana, spesso sperimentati in lunghe traversate solitarie in mountain-bike.
Ecco così che i deserti africani e i ghiacciai islandesi, l’Ovest americano e la Patagonia e la Terra del Fuoco divengono protagonisti dei suoi scatti (spesso finiti su importanti riviste italiane di alpinismo, trekking, natura, fotografia) non per puro fine turistico – estetico, ma come testimonianze di un viaggio di ricerca di sé e del significato sotteso al reale.
I grandi spazi infiniti che “schiacciano” l’uomo nella sua sparuta piccolezza divengono infatti la proiezione fisica del mistero che circonda i grandi interrogativi sul senso dell’esistenza e dell’universo, e si impongono, silenziosi e solenni, a ricordare all’uomo che i suoi tentativi di asservire la Natura sono in ogni caso destinati ad un triste e doloroso fallimento. Per questo Gatti immortala nei suoi scatti sagome indistinte di figure umane metalliche, materializzazione fisica dello scadimento dell’uomo a mero “oggetto” estraneo e inutile all’ambiente naturale circostante.
La denuncia contro gli scempi umani ai danni della Natura, nella sospensione pacata e quasi astratta di questi paesaggi immobili e immensi, non poteva risultare più sferzante.
Pier Gatti, nato nel 1958 nella provincia parmense, dopo studi d’arte e una lunga vocazione di amore per la natura e di pratica alpinistica, ha saputo conciliare queste due grandi passioni specializzandosi nella fotografia di grandi spazi naturali lontani dalla “civilizzazione” umana, spesso sperimentati in lunghe traversate solitarie in mountain-bike.
Ecco così che i deserti africani e i ghiacciai islandesi, l’Ovest americano e la Patagonia e la Terra del Fuoco divengono protagonisti dei suoi scatti (spesso finiti su importanti riviste italiane di alpinismo, trekking, natura, fotografia) non per puro fine turistico – estetico, ma come testimonianze di un viaggio di ricerca di sé e del significato sotteso al reale.
I grandi spazi infiniti che “schiacciano” l’uomo nella sua sparuta piccolezza divengono infatti la proiezione fisica del mistero che circonda i grandi interrogativi sul senso dell’esistenza e dell’universo, e si impongono, silenziosi e solenni, a ricordare all’uomo che i suoi tentativi di asservire la Natura sono in ogni caso destinati ad un triste e doloroso fallimento. Per questo Gatti immortala nei suoi scatti sagome indistinte di figure umane metalliche, materializzazione fisica dello scadimento dell’uomo a mero “oggetto” estraneo e inutile all’ambiente naturale circostante.
La denuncia contro gli scempi umani ai danni della Natura, nella sospensione pacata e quasi astratta di questi paesaggi immobili e immensi, non poteva risultare più sferzante.
21
febbraio 2004
Pier Gatti – L’altra faccia del pianeta
Dal 21 febbraio al 21 marzo 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LUDOVICO
Parma, Borgo Del Parmigianino, 2/b, (Parma)
Parma, Borgo Del Parmigianino, 2/b, (Parma)
Orario di apertura
h. 10-13 e 16-19
Tutti i giorni tranne il martedì
Vernissage
21 Febbraio 2004, ore 17