La prima edizione del concorso Attenzione Talento Fotografico Fnac, svoltasi nel maggio 2003, si è conclusa con grande successo: sono stati più di 300 i dossier consegnati, provenienti da tutta Italia, segno di un fermento e di una forte richiesta di affermazione dei giovani talenti italiani.

La giuria italiana – composta dal fotografo Mimmo Jodice, il direttore dei Toscana Photographic Workshop Carlo Roberti, la giornalista Giovanna Calvenzi, Domitilla Sartogo di Fabrica, Daniela Trunfio della Fondazione Italiana per la Fotografia, il fotografo e curatore del festival “Fotografia in Puglia” Cosmo Laera, il presidente della Fondazione Studio Marangoni Martino Marangoni, il direttore dei Rencontres internationales de la Photographie d’Arles François Hebel e la direttrice delle Gallerie fotografiche Fnac Laura Serani - ha assegnato il premio di vincitore del concorso a Giorgio Barrera. Data la qualità dei lavori presentati, inoltre, la giuria ha deciso di assegnare tre menzioni speciali a Franco Carlisi, Jacopo Benassi e a Riccardo Scibetta, quest’ultimo premiato in particolare con una settimana di studio al Toscana Photographic Workshop.

La Fnac, da sempre impegnata nella diffusione e nella promozione della fotografia, ha confermato il suo ruolo – in Francia come in Italia – di vero e proprio osservatorio della creazione fotografica contemporanea. Attenzione Talento Fotografico si è rivelato infatti un concorso capace di attirare l’interesse di numerosissimi aspiranti e appassionati di fotografia e – lontano dall’essere un concorso amatoriale – ha premiato lavori di notevole interesse e qualità.

Natura cerimoniale dell’identità
Fotografie di Giorgio Barrera

Vincitore di Attenzione Talento Fotografico Fnac 2003

… in queste immagini non c’è niente che non accada tutti i giorni.
Mi sembra interessante specchiarsi e indagare situazioni di vita quotidiana perché queste sono le situazioni rese inconsistenti, inutili e remote dalle immagini che appartengono al mondo “immateriale” e dalle quali siamo costantemente inondati e sopraffatti. L’unico modo di palesarle e renderle in qualche modo interessanti e consistenti mi è parso quello di raffigurarle esteticamente curate, un po’ irreali. “Diversamente l’interesse svanirebbe ancor prima della possibilità per esso di nascere”, - mi sono detto. Ed è vero che queste immagini sono la spettacolarizzazione della vita domestica, di situazioni che si ripetono ogni giorno, di abitudini, di piccoli rituali quotidiani, ma è vero anche che in qualche modo cerchiamo di far assomigliare la nostra vita ad uno stereotipo indotto e cerchiamo di rivestire una realtà che non appartiene alla vita “materiale”, reale. Così le fotografie, le situazioni che mostrano e le persone che le rappresentano, rimangono in bilico sulla soglia di ciò che appare e ciò che è. La percezione della realtà è, nella società di oggi, mediata in qualunque modo.
Nel quotidiano non esiste tempo per riflettere: la fuga è la contemplazione di vite vissute da altri su uno schermo, la cura è la ricerca dei mezzi per poter soddisfare bisogni indotti. Più si accetta di riconoscersi in queste “situazioni” o “falsificazioni”, meno si comprendono la propria esistenza e i propri desideri.

Giorgio Barrera

Nato nel 1969, diplomato alla Scuola di Fotografia Fondazione Studio Marangoni di Firenze, Giorgio Barrera inizia la sua esperienza fotografica come assistente in Italia di Joel Meyerowitz. Nei suoi lavori, esposti in varie mostre collettive e personali, cerca di rappresentare persone e situazioni colte nella quotidianità rituale della vita domestica. Nel 2002 espone al Festival Internazionale di fotografia di Plodviv in Bulgaria.