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Libera Mazzoleni – Candidato Manciuriano
Inquietanti; forse è la parola che meglio definisce queste immagini. Le opere di Libera Mazzoleni producono nello spettatore un violento spiazzamento.
Comunicato stampa
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CANDIDATO MANCIURIANO
“La realtà è un film venuto male”
Jean Luc Godard
Inquietanti; forse è la parola che meglio definisce queste immagini. Le opere di Libera Mazzoleni producono nello spettatore un violento spiazzamento. Attirano e respingono lo sguardo contemporaneamente mettendo in scena gli slittamenti identitari, annullando le dicotomie sessuali, ma soprattutto esibendo con prepotenza le mostruosità, i lati oscuri dei nuovi ultracorpi.
Inquietanti, perché si ricollegano ad una storia vera che sembra invece, nella migliore delle ipotesi, un racconto di fantascienza di serie B. Nel 1953 negli Stati Uniti vede la luce il progetto segreto MKULTRA, per condurre ricerche sul controllo mentale delle persone. MKULTRA è un acronimo della CIA che ufficialmente significa "Manufacturing Killers Utilizing Lethal Tradecraft Requiring Assassination" (Creazione d’Assassini con Destrezza Letale) e che conteneva più di 149 sottoprogrammi che spaziavano in campi quali la biologia, la farmacologia, la psicologia fino alla fisica laser e all’elettromagnetismo. Il programma prevedeva la creazione di personalità "alter" che potevano essere utilizzate per compiti specifici, in generale attività illegali di natura politica. Queste personalità “alternative”, o frammenti dell'anima, venivano introdotte nella mente delle vittime tramite l'utilizzo massiccio di droghe e ipnosi.
Immagini inquietanti, perché rimandano alla scottante problematica del controllo individuale e sociale. Le nefaste esperienze condotte su cavie umane fallirono miseramente e furono abbandonate.
Ma il territorio lasciato libero dai servizi segreti fu occupato, velocemente e senza destare scandalo, dalla tecnoscienza. Oggi ad esempio, esistono microchip da innestare sulla base cranica che emettono onde elettromagnetiche fornendo un monitoraggio globale sull'assetto psiconeurobiologico del portatore. I nostri corpi mutanti, pieni d’interfacce e protesi tecnologiche, vivono in una perenne e veloce metamorfosi, che tende a dimenticare l’aspetto prettamente biologico per espandersi nell’immaginario come proiezioni di desideri e assenze.
Libera Mazzoleni con i suoi Candidati Manciuriani, con i suoi Mutanti ha creato un immaginario seriale, ripetitivo, di piccoli dettagli modificati, con colori acidi che emergono dalla superficie riflettente dell’alluminio. Noi, uomini metropolitani, osserviamo i mutanti, con maschere anti-gas, con lenti, con i tasti del cellulare incorporati e poi all’improvviso vediamo il nostro viso riflesso sulla chimera. In quel momento possiamo percepire ciò che veramente siamo: corpi biologici mappati nel loro DNA come territorio di conquista, corpi culturali che implodono nella perdita dei riferimenti di denotazione naturale, corpi sociali che impazziscono sotto la pressione pervasiva dell’informazione mediatica.
La mostra prevede inoltre una breve performance nella quale Libera riprende l’argomento topico dell’uomo-macchina, rifacendosi e rielaborando le mitiche immagini video del film giapponese Tetsuo di Shinya Tsukamoto. La galleria, nel buio dell’evento, diventerà uno spazio d’interconnessione, di riflessi, di metamorfosi. Milano come Tokyo, la metropolitana, il desiderio, il dolore, il mondo che replica sempre se stesso.
L’artista ci scuote, ci ricorda che l’attività estetica deve rispondere anche ad un compromesso attivo con il sociale. Dopo la devastazione teorica provocata dal postmoderno, dopo la fine dei grandi racconti, nella nostra società spettacolare e superficiale, si percepisce il bisogno di trovare alcuni valori comuni, che sfuggano alle logiche di controllo del mercato.
Il potere da sempre esercita la sua battaglia sui nostri corpi; per questa ragione dobbiamo diventare responsabili per poter varcare i confini e finalmente diventare corpi veramente nomadi. Corpi alla deriva che nel loro farsi si ibridano, mutano, si disseminano, si travestono, giocano e muoiono. I nostri corpi inconsapevolmente costruiti. Nell’arte come nella vita.
Mirtha Paula Mazzocchi
“La realtà è un film venuto male”
Jean Luc Godard
Inquietanti; forse è la parola che meglio definisce queste immagini. Le opere di Libera Mazzoleni producono nello spettatore un violento spiazzamento. Attirano e respingono lo sguardo contemporaneamente mettendo in scena gli slittamenti identitari, annullando le dicotomie sessuali, ma soprattutto esibendo con prepotenza le mostruosità, i lati oscuri dei nuovi ultracorpi.
Inquietanti, perché si ricollegano ad una storia vera che sembra invece, nella migliore delle ipotesi, un racconto di fantascienza di serie B. Nel 1953 negli Stati Uniti vede la luce il progetto segreto MKULTRA, per condurre ricerche sul controllo mentale delle persone. MKULTRA è un acronimo della CIA che ufficialmente significa "Manufacturing Killers Utilizing Lethal Tradecraft Requiring Assassination" (Creazione d’Assassini con Destrezza Letale) e che conteneva più di 149 sottoprogrammi che spaziavano in campi quali la biologia, la farmacologia, la psicologia fino alla fisica laser e all’elettromagnetismo. Il programma prevedeva la creazione di personalità "alter" che potevano essere utilizzate per compiti specifici, in generale attività illegali di natura politica. Queste personalità “alternative”, o frammenti dell'anima, venivano introdotte nella mente delle vittime tramite l'utilizzo massiccio di droghe e ipnosi.
Immagini inquietanti, perché rimandano alla scottante problematica del controllo individuale e sociale. Le nefaste esperienze condotte su cavie umane fallirono miseramente e furono abbandonate.
Ma il territorio lasciato libero dai servizi segreti fu occupato, velocemente e senza destare scandalo, dalla tecnoscienza. Oggi ad esempio, esistono microchip da innestare sulla base cranica che emettono onde elettromagnetiche fornendo un monitoraggio globale sull'assetto psiconeurobiologico del portatore. I nostri corpi mutanti, pieni d’interfacce e protesi tecnologiche, vivono in una perenne e veloce metamorfosi, che tende a dimenticare l’aspetto prettamente biologico per espandersi nell’immaginario come proiezioni di desideri e assenze.
Libera Mazzoleni con i suoi Candidati Manciuriani, con i suoi Mutanti ha creato un immaginario seriale, ripetitivo, di piccoli dettagli modificati, con colori acidi che emergono dalla superficie riflettente dell’alluminio. Noi, uomini metropolitani, osserviamo i mutanti, con maschere anti-gas, con lenti, con i tasti del cellulare incorporati e poi all’improvviso vediamo il nostro viso riflesso sulla chimera. In quel momento possiamo percepire ciò che veramente siamo: corpi biologici mappati nel loro DNA come territorio di conquista, corpi culturali che implodono nella perdita dei riferimenti di denotazione naturale, corpi sociali che impazziscono sotto la pressione pervasiva dell’informazione mediatica.
La mostra prevede inoltre una breve performance nella quale Libera riprende l’argomento topico dell’uomo-macchina, rifacendosi e rielaborando le mitiche immagini video del film giapponese Tetsuo di Shinya Tsukamoto. La galleria, nel buio dell’evento, diventerà uno spazio d’interconnessione, di riflessi, di metamorfosi. Milano come Tokyo, la metropolitana, il desiderio, il dolore, il mondo che replica sempre se stesso.
L’artista ci scuote, ci ricorda che l’attività estetica deve rispondere anche ad un compromesso attivo con il sociale. Dopo la devastazione teorica provocata dal postmoderno, dopo la fine dei grandi racconti, nella nostra società spettacolare e superficiale, si percepisce il bisogno di trovare alcuni valori comuni, che sfuggano alle logiche di controllo del mercato.
Il potere da sempre esercita la sua battaglia sui nostri corpi; per questa ragione dobbiamo diventare responsabili per poter varcare i confini e finalmente diventare corpi veramente nomadi. Corpi alla deriva che nel loro farsi si ibridano, mutano, si disseminano, si travestono, giocano e muoiono. I nostri corpi inconsapevolmente costruiti. Nell’arte come nella vita.
Mirtha Paula Mazzocchi
12
gennaio 2004
Libera Mazzoleni – Candidato Manciuriano
Dal 12 al 31 gennaio 2004
Location
DIECI.DUE!
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Vernissage
12 Gennaio 2004, ore 18/21