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Paolo Gioia
Attraverso 12 immagini in bianco e nero realizzate con un apparecchio fotografico Holga, viene presentato un progetto inerente la Risiera di San Sabba.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdi 23 gennaio, a partire dalle ore 18.30, presso la libreria MiCamera Bookstore (via Cola Montano, di fronte al n° 26 a Milano) si tiene la vernice del fotografo milanese Paolo Gioia.
Attraverso 12 immagini in bianco e nero realizzate con un apparecchio fotografico Holga, viene presentato un progetto inerente la Risiera di San Sabba.
Per l’occasione sarà presente il regista e scittore Renato Sarti il cui spettacolo “I me ciamava per nome: 44787” è in programmazione a partire dalla sera stessa presso il Teatro Cooperativa di Niguarda (MI).
Le fotografie rimarranno in mostra presso MiCamera Bookstore fino a sabato 7 febbraio compreso.
Paolo Gioia
Comincia a comunicare quattordici anni fa occupandosi di grafica in una piccola agenzia editoriale di Milano fino a diventare, con il passare del tempo, Art Director in un’agenzia internazionale di pubblicità.
Per tutti questi anni si è dedicato alla fotografia in modo professionale collegandola al lavoro grafico; poi nel 1999 ha preso le sue macchine fotografiche e ha realizzato il suo primo reportage in Libia, pubblicato da Elle Italia. Da quel momento qualcosa è cambiato. La fotografia ha occupato gran parte dei suoi interessi; ha lasciato l’agenzia e ha aperto lo Studio Malabocca che si occupa di grafica, editoria, fotografia e temi sociali.
Holga e la Risiera di San Sabba
La Risiera di San Sabba l’ho scoperta un giorno grazie a uno spettacolo teatrale (‘I me ciamava per nome: 44787’ di Renato Sarti); fino ad allora era per me un luogo sconosciuto e lo è ancora per molti della mia generazione. Il fatto che un campo di sterminio sul territorio nazionale, con annesso forno crematorio, non fosse conosciuto e studiato da tutti gli italiani come simbolo delle sofferenze portate a oltre 25 mila uomini e donne da una dittatura ha fatto nascere in me l’esigenza di documentare questo luogo.
Holga è di plastica ed è un giocattolo. Scatta fotografie semplicemente abbassando il pulsante che aziona l’otturatore senza bisogno di fare molto altro. Nessuna ghiera dei diaframmi e anche la messa a fuoco è quasi inutile. Holga è viva e ha un’anima, seppur piena di difetti.
Le foto alla Risiera di San Sabba raccontano un luogo che all’apparenza è solo un pezzo di archeologia industriale. Una vecchia fabbrica in mattone alla periferia di Trieste, vicino allo stadio di calcio. I nazisti scappando hanno distrutto il forno crematorio e la ciminiera. Nelle microcelle il tempo ha cancellato le scritte sui muri fatte dai condannati a morte e dai deportati nei campi di sterminio tedeschi.
Questa serie di foto vuole raccontare quei luoghi cercando di trasmettere le sensazioni di chi ci è passato, di chi ha guardato la ciminiera attraverso le sbarre di una finestra. La semplicità d’utilizzo di Holga mi ha aiutato a concentrarmi su questo, le sue sparate di luce e le sfuocature hanno donato a ogni foto un po’ d’anima aggiungendo valore artistico alla documentazione. Le testimonianze dei sopravissuti rendono doveroso ricordare un luogo che in troppi vorrebbero farci dimenticare.
Paolo Gioia
Attraverso 12 immagini in bianco e nero realizzate con un apparecchio fotografico Holga, viene presentato un progetto inerente la Risiera di San Sabba.
Per l’occasione sarà presente il regista e scittore Renato Sarti il cui spettacolo “I me ciamava per nome: 44787” è in programmazione a partire dalla sera stessa presso il Teatro Cooperativa di Niguarda (MI).
Le fotografie rimarranno in mostra presso MiCamera Bookstore fino a sabato 7 febbraio compreso.
Paolo Gioia
Comincia a comunicare quattordici anni fa occupandosi di grafica in una piccola agenzia editoriale di Milano fino a diventare, con il passare del tempo, Art Director in un’agenzia internazionale di pubblicità.
Per tutti questi anni si è dedicato alla fotografia in modo professionale collegandola al lavoro grafico; poi nel 1999 ha preso le sue macchine fotografiche e ha realizzato il suo primo reportage in Libia, pubblicato da Elle Italia. Da quel momento qualcosa è cambiato. La fotografia ha occupato gran parte dei suoi interessi; ha lasciato l’agenzia e ha aperto lo Studio Malabocca che si occupa di grafica, editoria, fotografia e temi sociali.
Holga e la Risiera di San Sabba
La Risiera di San Sabba l’ho scoperta un giorno grazie a uno spettacolo teatrale (‘I me ciamava per nome: 44787’ di Renato Sarti); fino ad allora era per me un luogo sconosciuto e lo è ancora per molti della mia generazione. Il fatto che un campo di sterminio sul territorio nazionale, con annesso forno crematorio, non fosse conosciuto e studiato da tutti gli italiani come simbolo delle sofferenze portate a oltre 25 mila uomini e donne da una dittatura ha fatto nascere in me l’esigenza di documentare questo luogo.
Holga è di plastica ed è un giocattolo. Scatta fotografie semplicemente abbassando il pulsante che aziona l’otturatore senza bisogno di fare molto altro. Nessuna ghiera dei diaframmi e anche la messa a fuoco è quasi inutile. Holga è viva e ha un’anima, seppur piena di difetti.
Le foto alla Risiera di San Sabba raccontano un luogo che all’apparenza è solo un pezzo di archeologia industriale. Una vecchia fabbrica in mattone alla periferia di Trieste, vicino allo stadio di calcio. I nazisti scappando hanno distrutto il forno crematorio e la ciminiera. Nelle microcelle il tempo ha cancellato le scritte sui muri fatte dai condannati a morte e dai deportati nei campi di sterminio tedeschi.
Questa serie di foto vuole raccontare quei luoghi cercando di trasmettere le sensazioni di chi ci è passato, di chi ha guardato la ciminiera attraverso le sbarre di una finestra. La semplicità d’utilizzo di Holga mi ha aiutato a concentrarmi su questo, le sue sparate di luce e le sfuocature hanno donato a ogni foto un po’ d’anima aggiungendo valore artistico alla documentazione. Le testimonianze dei sopravissuti rendono doveroso ricordare un luogo che in troppi vorrebbero farci dimenticare.
Paolo Gioia
23
gennaio 2004
Paolo Gioia
Dal 23 gennaio al 07 febbraio 2004
fotografia
Location
MICAMERA – PHOTOGRAPHY AND LENS-BASED ARTS
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Vernissage
23 Gennaio 2004, ore 18.30