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Baldessarini – Dentro la visione
La mostra, a cura di Giovanni Faccenda, presenta al pubblico 50 opere, in gran parte inedite, realizzate dagli anni ’50 ad oggi: un’ampia rassegna di dipinti e carte, che illustrano l’originale percorso creativo e la singolare ricerca di un protagonista appartato nella pittura italiana del secondo Novecento.
Comunicato stampa
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Il Museo civico d’arte moderna e contemporanea di Arezzo ospita, dal 2 gennaio all’ 8 febbraio 2004, un’importante antologica di Walter Baldessarini.
La mostra, a cura di Giovanni Faccenda, presenta al pubblico 50 opere, in gran parte inedite, realizzate dagli anni ’50 ad oggi: un’ampia rassegna di dipinti e carte, che illustrano l’originale percorso creativo e la singolare ricerca di un protagonista appartato nella pittura italiana del secondo Novecento.
Da segnalare, inoltre, la ricca monografia, anch’essa curata da Giovanni Faccenda, edita per l’occasione: un prezioso volume, di oltre 200 pagine tradotte in italiano, tedesco e inglese, con le schede tecniche e critiche di tutte le opere in mostra.
Nato a Merano nel 1936, Baldessarini si forma artisticamente fra Monaco di Baviera e Roma. Una latente ombra dechirichiana comincia già allora a segnare la sua storia di uomo e di pittore. A Monaco, infatti, frequenta i luoghi che erano stati cari al Metafisico: la Schackgalerie, dove sono conservati i Böcklin più metafisici; la Glyptotheck, che raccoglie gli splendidi marmi greci e romani; l’Alte Pinakothek, dove Baldessarini ebbe, forse, a rinvigorire la predilezione per Dürer, rimanendo al tempo stesso affascinato da Rubens e dai pittori veneziani.
Nuove e singolari coincidenze, intanto, intervengono copiose fra la storia personale di questo pittore altoatesino e quella di de Chirico: i continui viaggi, la pratica di scenografo, la permanenza a Roma (dove incontra Mario Mafai), l’amore per quella terra di Sicilia, da dove proveniva l’ingegner Evaristo, padre dei celebri Diòscuri, Giorgio e Andrea.
Potremmo continuare a lungo in un simile confronto speculare, ma è certo più giusto non coltivare troppo, o soltanto, una suggestione puramente biografica, che si esaurisce al cospetto della pittura, dove gli stili e gli intendimenti divergono in modo evidente, mentre si consolida, esclusiva e romantica, la medesima concezione filosofica di una natura ideale.
In questo segreto recinto della mente, infatti, Baldessarini ha sempre trovato le immagini e gli stimoli più irresistibili. Un fiore, un albero, un paesaggio, il busto marmoreo di una statua, di volta in volta, facendo vibrare le corde più sensibili del suo animo, sono riusciti istantaneamente a determinare quell’urgenza interiore, ravvivata in profondità dal genere struggente e incantato della contemplazione, che è il vero presupposto del suo dipingere.
Nelle opere dell‘ artista si raccolgono le sue esperienze di vita: la luce e i colori della Sicilia e della Turchia, i paesaggi infuocati e mutevoli fanno parte del suo arricchimento interiore, e le sue opere risentono della seduzione della bellezza fugace, l’istinto a catturarne le impronte in segni e cromie che si materializzano nelle sue tele come graffi.
Scrive Salvatore Italia, direttore generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: «Baldessarini, altoatesino, è forse il più mediterraneo di tutti noi. La grande rassegna personale che l'Archivio di Stato di Firenze gli dedica vuole così essere un doveroso omaggio ad un pittore tra i più operosi e coerenti dell'attuale panorama artistico italiano.»
La mostra, a cura di Giovanni Faccenda, presenta al pubblico 50 opere, in gran parte inedite, realizzate dagli anni ’50 ad oggi: un’ampia rassegna di dipinti e carte, che illustrano l’originale percorso creativo e la singolare ricerca di un protagonista appartato nella pittura italiana del secondo Novecento.
Da segnalare, inoltre, la ricca monografia, anch’essa curata da Giovanni Faccenda, edita per l’occasione: un prezioso volume, di oltre 200 pagine tradotte in italiano, tedesco e inglese, con le schede tecniche e critiche di tutte le opere in mostra.
Nato a Merano nel 1936, Baldessarini si forma artisticamente fra Monaco di Baviera e Roma. Una latente ombra dechirichiana comincia già allora a segnare la sua storia di uomo e di pittore. A Monaco, infatti, frequenta i luoghi che erano stati cari al Metafisico: la Schackgalerie, dove sono conservati i Böcklin più metafisici; la Glyptotheck, che raccoglie gli splendidi marmi greci e romani; l’Alte Pinakothek, dove Baldessarini ebbe, forse, a rinvigorire la predilezione per Dürer, rimanendo al tempo stesso affascinato da Rubens e dai pittori veneziani.
Nuove e singolari coincidenze, intanto, intervengono copiose fra la storia personale di questo pittore altoatesino e quella di de Chirico: i continui viaggi, la pratica di scenografo, la permanenza a Roma (dove incontra Mario Mafai), l’amore per quella terra di Sicilia, da dove proveniva l’ingegner Evaristo, padre dei celebri Diòscuri, Giorgio e Andrea.
Potremmo continuare a lungo in un simile confronto speculare, ma è certo più giusto non coltivare troppo, o soltanto, una suggestione puramente biografica, che si esaurisce al cospetto della pittura, dove gli stili e gli intendimenti divergono in modo evidente, mentre si consolida, esclusiva e romantica, la medesima concezione filosofica di una natura ideale.
In questo segreto recinto della mente, infatti, Baldessarini ha sempre trovato le immagini e gli stimoli più irresistibili. Un fiore, un albero, un paesaggio, il busto marmoreo di una statua, di volta in volta, facendo vibrare le corde più sensibili del suo animo, sono riusciti istantaneamente a determinare quell’urgenza interiore, ravvivata in profondità dal genere struggente e incantato della contemplazione, che è il vero presupposto del suo dipingere.
Nelle opere dell‘ artista si raccolgono le sue esperienze di vita: la luce e i colori della Sicilia e della Turchia, i paesaggi infuocati e mutevoli fanno parte del suo arricchimento interiore, e le sue opere risentono della seduzione della bellezza fugace, l’istinto a catturarne le impronte in segni e cromie che si materializzano nelle sue tele come graffi.
Scrive Salvatore Italia, direttore generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: «Baldessarini, altoatesino, è forse il più mediterraneo di tutti noi. La grande rassegna personale che l'Archivio di Stato di Firenze gli dedica vuole così essere un doveroso omaggio ad un pittore tra i più operosi e coerenti dell'attuale panorama artistico italiano.»
02
gennaio 2004
Baldessarini – Dentro la visione
Dal 02 gennaio all'otto febbraio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE MODERNA
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Arezzo, Piazza San Francesco, 4, (Arezzo)
Biglietti
intero 7,00 euro, ridotto 5,00 euro, gruppi e scolaresche 3 euro.
Orario di apertura
ma-ve: 10-13/16,30-19,30
sa-do e festivi: 10-13/16-20
lunedì chiuso
Editore
MASSO DELLE FATE
Autore
Curatore