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Le civiltà del Perù da chavin agli inca
al Castello Sforzesco di Milano viene presentata, per la prima volta al pubblico, la Collezione Federico Balzarotti, una delle più rilevanti raccolte di arte peruviana preispanica, donata alla città nel 2001. Con l’arrivo di questa raccolta, Milano diventa così, il più importante centro per i materiali del Perù preispanico in Italia
Comunicato stampa
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Organizzata dal Comune di Milano, Cultura e Musei – Settore Musei e Mostre - Civiche Raccolte d’Arte Applicata con la collaborazione di Sumampa (un progetto culturale che mira alla conservazione e allo sviluppo dell’arte tradizionale e della cultura argentina, attraverso il suo sostegno all’organizzazione no-profit Adobe Asociación Civil), la mostra LE CIVILTA’ DEL PERU’ DA CHAVIN AGLI INCA, curata da Antonio Aimi, propone circa 200 reperti riuniti da Federico Balzarotti negli anni sessanta. Di ogni tipologia, di ogni cultura Federico Balzarotti ha sempre cercato di acquisire oggetti di altissima qualità. La decina di opere che rappresentano i capolavori della sua raccolta potrebbero ben figurare nei più importanti musei del Perù, dell’Europa e dell’America. Significativamente, è possibile documentare che tre opere della sua collezione erano presenti, unici pezzi “italiani”, nella storica mostra Mastercraftsmen of Ancient Peru del Guggenheim Museum di New York del 1968.
La raccolta ha un carattere antologico; infatti, è la sola che consente di capire il percorso storico del Perù preispanico: da Chavín (900 - 200 a.C.) agli Inca (1440 - 1532). Sono rappresentate tutte le culture che si sono succedute nella regione: Cupisnique, Paracas, Moche, Nasca, Recuay, Huari, Chimú, Chancay.
In particolare gli interessi antropologici e archeologici di Balzarotti sono rivelati dalla scelta di opere in grado di raccontare gli snodi e le realizzazioni più sorprendenti dell’antico Perù. Quest’impostazione appare chiaramente documentata dalla presenza di due tipologie diverse. La prima è quella dei reperti che rinviano direttamente ai miti e alle cerimonie di un mondo ai più ancora misterioso: la bottiglia Moche che raffigura il tema della Danza Rituale, il gufo che rappresenta l’alter ego di chi offre al re il sangue di chi veniva immolato nella Cerimonia del Sacrificio e così via.
La seconda è quella dei “classici”, delle opere che sintetizzano e documentano le realizzazioni più alte e più tipiche di una determinata cultura: gli arazzi Huari dalle stilizzazioni geometrizzanti, i tessuti dipinti, le terrecotte Paracas incise e con una decorazione pittorica postcottura, la testa-chiodo Chavín, ecc.
Nella scelta dei materiali e delle tipologie, la collezione privilegia le opere in terracotta e i tessuti, ma compaiono anche mosaici, figurine in legno, collane e gioielli. Eccezionali, infine, due realizzazioni tipiche del mondo andino: un quipu un sistema di registrazione di numeri e informazioni formato da corde e nodi, e due yupane, antichi abachi a base 10 e 40.
In contemporanea con l’iniziativa al Castello Sforzesco, nello spazio Sumampa di Milano (Bastioni di Porta Nuova 9) dal 30 gennaio al 20 marzo si terrà la mostra Dagli Inca alla cultura Quicha – Santiagueńa: tappeti, sculture, mobili e oggetti (in legno, cuoio, tessuto) documentano una tradizione artistico-artigianale, risultato di una integrazione perfettamente riuscita, tra le diverse culture che testimoniano la storia locale.
Federico Balzarotti. Cenni biografici
Federico Balzarotti, nasce nel 1922. Laureato in architettura si forma durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e nel primo dopoguerra. La madre, Ada Catenacci, è un’attiva intellettuale, scrive poesie, traduce autori tedeschi ed è una collezionista di arte moderna in contatto con parecchi artisti, tra cui Sironi, Casorati, Martini. Spesso porta il figlio negli ateliers e nelle gallerie in cui questi artisti lavorano ed espongono. A contatto con le opere di questi maestri Federico Balzarotti, che rimarrà per tutta la vita uomo di gusti “classici”, alieno da ogni forzatura, comincia ad apprezzare l’arte moderna. Come è avvenuto per tanti altri collezionisti, sono dunque le esperienze artistiche della prima metà del Novecento che gli aprono la strada verso l’arte “altra”. Nel 1962, in occasione di un soggiorno a Lima, scopre l’arte preispanica dell’antico Perù e diventa amico dei collezionisti più importanti della capitale peruviana. Gli anni che seguono sono quelli della formazione della collezione, che nel 1971 raggiunge la sua attuale fisionomia. Nel 2000, informato del progetto del nuovo Centro delle Culture Extraeuropee di Milano, Federico Balzarotti contatta il Comune di Milano per un primo incontro. Dopo la sua morte avvenuta alla fine del 2000 gli eredi riprendono i contatti con il Castello e portano a termine la donazione.
La raccolta ha un carattere antologico; infatti, è la sola che consente di capire il percorso storico del Perù preispanico: da Chavín (900 - 200 a.C.) agli Inca (1440 - 1532). Sono rappresentate tutte le culture che si sono succedute nella regione: Cupisnique, Paracas, Moche, Nasca, Recuay, Huari, Chimú, Chancay.
In particolare gli interessi antropologici e archeologici di Balzarotti sono rivelati dalla scelta di opere in grado di raccontare gli snodi e le realizzazioni più sorprendenti dell’antico Perù. Quest’impostazione appare chiaramente documentata dalla presenza di due tipologie diverse. La prima è quella dei reperti che rinviano direttamente ai miti e alle cerimonie di un mondo ai più ancora misterioso: la bottiglia Moche che raffigura il tema della Danza Rituale, il gufo che rappresenta l’alter ego di chi offre al re il sangue di chi veniva immolato nella Cerimonia del Sacrificio e così via.
La seconda è quella dei “classici”, delle opere che sintetizzano e documentano le realizzazioni più alte e più tipiche di una determinata cultura: gli arazzi Huari dalle stilizzazioni geometrizzanti, i tessuti dipinti, le terrecotte Paracas incise e con una decorazione pittorica postcottura, la testa-chiodo Chavín, ecc.
Nella scelta dei materiali e delle tipologie, la collezione privilegia le opere in terracotta e i tessuti, ma compaiono anche mosaici, figurine in legno, collane e gioielli. Eccezionali, infine, due realizzazioni tipiche del mondo andino: un quipu un sistema di registrazione di numeri e informazioni formato da corde e nodi, e due yupane, antichi abachi a base 10 e 40.
In contemporanea con l’iniziativa al Castello Sforzesco, nello spazio Sumampa di Milano (Bastioni di Porta Nuova 9) dal 30 gennaio al 20 marzo si terrà la mostra Dagli Inca alla cultura Quicha – Santiagueńa: tappeti, sculture, mobili e oggetti (in legno, cuoio, tessuto) documentano una tradizione artistico-artigianale, risultato di una integrazione perfettamente riuscita, tra le diverse culture che testimoniano la storia locale.
Federico Balzarotti. Cenni biografici
Federico Balzarotti, nasce nel 1922. Laureato in architettura si forma durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e nel primo dopoguerra. La madre, Ada Catenacci, è un’attiva intellettuale, scrive poesie, traduce autori tedeschi ed è una collezionista di arte moderna in contatto con parecchi artisti, tra cui Sironi, Casorati, Martini. Spesso porta il figlio negli ateliers e nelle gallerie in cui questi artisti lavorano ed espongono. A contatto con le opere di questi maestri Federico Balzarotti, che rimarrà per tutta la vita uomo di gusti “classici”, alieno da ogni forzatura, comincia ad apprezzare l’arte moderna. Come è avvenuto per tanti altri collezionisti, sono dunque le esperienze artistiche della prima metà del Novecento che gli aprono la strada verso l’arte “altra”. Nel 1962, in occasione di un soggiorno a Lima, scopre l’arte preispanica dell’antico Perù e diventa amico dei collezionisti più importanti della capitale peruviana. Gli anni che seguono sono quelli della formazione della collezione, che nel 1971 raggiunge la sua attuale fisionomia. Nel 2000, informato del progetto del nuovo Centro delle Culture Extraeuropee di Milano, Federico Balzarotti contatta il Comune di Milano per un primo incontro. Dopo la sua morte avvenuta alla fine del 2000 gli eredi riprendono i contatti con il Castello e portano a termine la donazione.
29
gennaio 2004
Le civiltà del Perù da chavin agli inca
Dal 29 gennaio al 02 maggio 2004
archeologia
Location
CASTELLO SFORZESCO
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Orario di apertura
9.00 – 17.30. Lunedì chiuso
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP