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Gheorghe Tirla
Il progetto proposto dall’Associazione Culturale AREA, in occasione della prima personale italiana di uno dei più interessanti artisti rumeni delle ultime generazioni, Gheorghe Tirla, offre la possibilità di gettare uno sguardo su una cultura altra.
Comunicato stampa
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Il progetto proposto dall’Associazione Culturale AREA, in occasione della prima personale italiana di uno dei più interessanti artisti rumeni delle ultime generazioni, Gheorghe Tirla, offre la possibilità di gettare uno sguardo su una cultura altra , rappresentata da un artista collocato nell’ambito delle più singolari ricerche artistiche
di una nazione storicamente e politicamente travagliata: la Romania. L'intento dell’associazione è quello di realizzare una proposta culturale che abbia quale riferimento non solo la percezione e l’espressione dei modi dell’arte in Paesi non italiani, ma anche la libertà sperimentale e la vitalità che può offrire un medium, come l’olio, che sembra essere talvolta messo in ombra dalla fascinazione della fotografia e dalla suggestione fornita da altri ambiti espressivi.
Il carattere della pittura di Gheorghe riflette la disfatta del suo Paese, la povertà della sua gente, le coscienze provate e deluse che ha colto nella sua terra; la crisi irreversibile dei pilastri su cui si reggeva la Romania è nello sfacelo dei volti squarciati dal dolore e dalla cupidigia che rende l’uomo una maschera consumata dalla bramosia che non trova pace.
Nella sequenza delle opere che si dispongono nello spazio della galleria si genera un forte impatto emotivo nel riguardante: l’artista non vuole che lo sguardo dell’astante scivoli sui suoi visi corrotti ma che ne sia catturato, quasi soggiogato.
Sembra generarsi un sovvertimento: i personaggi tratti dal tessuto politico, dalla vicenda religiosa e dall’immaginazione dell’artista, cedono il loro ruolo di immagini per ricostituirsi quali muti scrutatori.
di una nazione storicamente e politicamente travagliata: la Romania. L'intento dell’associazione è quello di realizzare una proposta culturale che abbia quale riferimento non solo la percezione e l’espressione dei modi dell’arte in Paesi non italiani, ma anche la libertà sperimentale e la vitalità che può offrire un medium, come l’olio, che sembra essere talvolta messo in ombra dalla fascinazione della fotografia e dalla suggestione fornita da altri ambiti espressivi.
Il carattere della pittura di Gheorghe riflette la disfatta del suo Paese, la povertà della sua gente, le coscienze provate e deluse che ha colto nella sua terra; la crisi irreversibile dei pilastri su cui si reggeva la Romania è nello sfacelo dei volti squarciati dal dolore e dalla cupidigia che rende l’uomo una maschera consumata dalla bramosia che non trova pace.
Nella sequenza delle opere che si dispongono nello spazio della galleria si genera un forte impatto emotivo nel riguardante: l’artista non vuole che lo sguardo dell’astante scivoli sui suoi visi corrotti ma che ne sia catturato, quasi soggiogato.
Sembra generarsi un sovvertimento: i personaggi tratti dal tessuto politico, dalla vicenda religiosa e dall’immaginazione dell’artista, cedono il loro ruolo di immagini per ricostituirsi quali muti scrutatori.
06
febbraio 2004
Gheorghe Tirla
Dal 06 febbraio al 13 marzo 2004
arte contemporanea
Location
CIDAC ARTE
Brescia, Via Ugo Foscolo, 34, (Brescia)
Brescia, Via Ugo Foscolo, 34, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle ore 15,30 alle 19,30
Vernissage
6 Febbraio 2004, ore 21