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Aroldo Marinai – Locus Minoris Resistentiae
E’ il luogo, il luogo delle apparizioni (di marziani o madonne, ninfe o coboldi, fantasmi, diavoli, santi, divinità pagane…) ciò che incuriosisce Aroldo Marinai . Quei luoghi dove il confine – proprio fisico – tra il materiale e il trascendente si fa sottile e valicabile. I luoghi di minore resistenza appunto, dov’è possibile – e più probabile – uno scambio tra l’al di qua e l’al di là.
Comunicato stampa
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Aroldo Marinai è nato tra i giardini reali di Castello/Petraia e la Casa del Popolo, le tombe etrusche di Quinto e la ferrovia per Prato, un tabernacolo con le "W Bartali" e i cipressi della Castellina… Periferia "ideale" anche per respirare armonie e incanti proiettati dal Rinascimento al Manierismo, decaduti dall’Umanesimo mediceo nella bonaria o acida aristocrazia granducale.
Quando, agli inizi degli anni novanta, decise di trasferirsi sulle Colline Metallifere per la bellezza dei posti e per la solitudine, Aroldo Marinai, non interruppe la quotidiana attività del correre. Oltretutto, e anzi a maggior ragione, per via delle foreste che si estendono folte per lunghi chilometri e si inerpicano su per colline ripidissime o scendono verso torrenti che giureresti ancora non registrati dai cartografi.
" Raccolgo testimonianze, fotografie, testi, memorie ", scrive: " Io giro per questi boschi folti e scoscesi, alla ricerca di un profumo, una musica, un sentore, un alito di vento speciale. E quello che riporto a casa poi, in studio, diviene racconto, disegno, pittura.
Se il luogo di minore resistenza fra l’umano e il divino è un bosco una grotta una sorgente, quello fra la spinta creativa e il suo compimento si trova sulla superficie di un materiale (carta, tela, fotocopia…). Nel mio caso si tratta di fotografie tratte da diapositive, veri e propri "oggetti trovati" di cui in genere ignoro la provenienza l’autore le circostanze le persone e i luoghi ritratti. Queste, che sono memorie altrui, le approprio con l’invasivo utilizzo di segni bioccoli e campiture di colore, di forma geometrica, molto in stile suprematista-pop, applicati attraverso mascherine ritagliate nel cartone. Ogni volta che piazzo la mascherina sulla fotografia perdo l’immagine d’insieme. Si va alla cieca. Ficco le mani nell’indeterminato, però poi faccio una selezione. Quindi mi affido al caso, ma subito dopo è di nuovo un momento di scelta. Seguono determinazione decantazione e nominazione. Rigore e sogno sempre si intrecciano: non sono interessato al loro sciogliersi, parrebbe. Sono queste alla fine le apparizioni di cui posso rendere conto".
Dice Gianni Celati: "Nelle vecchie comunità c’era spesso qualcuno di cui si diceva che "avesse visto", ossia che avesse avuto delle visioni. Sono percezioni che si caricano di forti intensità affettive o perturbanti, e diventano stati cosiddetti allucinatori. Ma non sono fenomeni molto rari, piuttosto sono continuamente rimossi, perché dipendono da stati troppo intensi della sensibilità. Leopardi diceva che agli occhi di un sensitivo dietro ogni paesaggio c’è sempre un altro paesaggio, che si percepisce con la vaghezza o l’indefinitezza dei fatti immaginativi".
Quella di Aroldo Marinai è una storia "diversa" come lo sono le storie degli artisti " col demonio". Autore di arte grafica e di graffiti urbani, pastelli su carte a mano o sugli interruttori della luce, in sintonia con videotapes, colonne sonore, teatro d’artista e con i film graffiati e dipinti da Franco Marinai a New York. Curioso e scanzonato trasforma le sue energie vitali in un procedere discontinuo ma carico di umori e di ironia.
Quando, agli inizi degli anni novanta, decise di trasferirsi sulle Colline Metallifere per la bellezza dei posti e per la solitudine, Aroldo Marinai, non interruppe la quotidiana attività del correre. Oltretutto, e anzi a maggior ragione, per via delle foreste che si estendono folte per lunghi chilometri e si inerpicano su per colline ripidissime o scendono verso torrenti che giureresti ancora non registrati dai cartografi.
" Raccolgo testimonianze, fotografie, testi, memorie ", scrive: " Io giro per questi boschi folti e scoscesi, alla ricerca di un profumo, una musica, un sentore, un alito di vento speciale. E quello che riporto a casa poi, in studio, diviene racconto, disegno, pittura.
Se il luogo di minore resistenza fra l’umano e il divino è un bosco una grotta una sorgente, quello fra la spinta creativa e il suo compimento si trova sulla superficie di un materiale (carta, tela, fotocopia…). Nel mio caso si tratta di fotografie tratte da diapositive, veri e propri "oggetti trovati" di cui in genere ignoro la provenienza l’autore le circostanze le persone e i luoghi ritratti. Queste, che sono memorie altrui, le approprio con l’invasivo utilizzo di segni bioccoli e campiture di colore, di forma geometrica, molto in stile suprematista-pop, applicati attraverso mascherine ritagliate nel cartone. Ogni volta che piazzo la mascherina sulla fotografia perdo l’immagine d’insieme. Si va alla cieca. Ficco le mani nell’indeterminato, però poi faccio una selezione. Quindi mi affido al caso, ma subito dopo è di nuovo un momento di scelta. Seguono determinazione decantazione e nominazione. Rigore e sogno sempre si intrecciano: non sono interessato al loro sciogliersi, parrebbe. Sono queste alla fine le apparizioni di cui posso rendere conto".
Dice Gianni Celati: "Nelle vecchie comunità c’era spesso qualcuno di cui si diceva che "avesse visto", ossia che avesse avuto delle visioni. Sono percezioni che si caricano di forti intensità affettive o perturbanti, e diventano stati cosiddetti allucinatori. Ma non sono fenomeni molto rari, piuttosto sono continuamente rimossi, perché dipendono da stati troppo intensi della sensibilità. Leopardi diceva che agli occhi di un sensitivo dietro ogni paesaggio c’è sempre un altro paesaggio, che si percepisce con la vaghezza o l’indefinitezza dei fatti immaginativi".
Quella di Aroldo Marinai è una storia "diversa" come lo sono le storie degli artisti " col demonio". Autore di arte grafica e di graffiti urbani, pastelli su carte a mano o sugli interruttori della luce, in sintonia con videotapes, colonne sonore, teatro d’artista e con i film graffiati e dipinti da Franco Marinai a New York. Curioso e scanzonato trasforma le sue energie vitali in un procedere discontinuo ma carico di umori e di ironia.
15
gennaio 2004
Aroldo Marinai – Locus Minoris Resistentiae
Dal 15 gennaio al 15 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
MARIA CILENA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
lunedì/venerdì -16/19,30
Vernissage
15 Gennaio 2004, ore 18,30 – 21