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L’idea dell’Uomo – Frammenti di poetiche dall’Espressionismo tedesco al ‘Novecento’
In mostra, il nucleo storico di “Novecento”, costituitosi nel ’22 alla Galleria Pesaro di Milano, è rappresentato da dipinti esemplari dei protagonisti: Bucci, Dudreville, il Funi del “realismo magico”, Malerba, Marussig, il “classicista” Oppi, il Sironi dei titanici “costruttori”. Accanto a questo nucleo centrale, si aggregano dipinti e disegni di autori come Borra, il Reggiani “novecentista”, Marini, Rosai…
Comunicato stampa
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Attraverso una campionatura di dipinti, disegni e grafiche della prima metà del Novecento, la mostra intende offrire alcuni spunti di riflessione circa la rappresentazione del corpo/figura umana, che riflette la concezione antropologico-filosofica dell’uomo, del suo destino e del suo ruolo nei diversi orientamenti culturali e sociali. E’ un percorso tanto stilistico quanto concettuale che, mediante opere esemplari, attraversa i movimenti dell’Espressionismo tedesco, della Neue Sachlichkeit e delle coeve correnti italiane del “Novecento”.
Rispetto alla precedente interpretazione positivista, sotto l’influsso della neonata psicanalisi e della lettura nietzscheana del ruolo dell’essere umano nel cosmo, alcuni artisti trasferiscono sul corpo le inquietudini, i turbamenti e le pulsioni dell’animo, riconoscendo nella psiche il motore delle alterazioni fisiche: è un clima che in mostra viene documentato da preziose incisioni di Kirchner, Pechstein, Nolde, Schmidt-Rottluff, Heckel e Beckmann.
La forza dirompente dell’Espressionismo si trasforma e sfocia in forme d’arte che, pur avendo una radice “realistica”, mantengono un’inconfondibile carica critica. All’interno della Nuova Oggettività si manifesta una forte volontà di proporre immagini ora amare, risentite, ora freddamente satiriche con il loro realismo radicale. Tanto profondamente “cattivi” sono i disegni di Grosz, quanto forti e incisivi sono quelli di Dix. Saggi di graffiante critica sociale sono pure i disegni di Schlichter e Hubbuch.
I dipinti di Radziwill mostrano ambienti surreali che trasmettono una sensazione di straniamento, sospensione, atemporalità piena di simboli e di atmosfere “gotiche”; mentre d’ispirazione rinascimentale sono le grandi tele di Heinrich. Viani, tra i pochissimi in Italia, giunge a una produzione che può essere considerata a pieno espressionista, di respiro mitteleuropeo - a livello sia stilistico che interpretativo -, come pure il singolare ritratto di Semeghini, in mostra, che si appropria del tema psicanalitico del “doppio”.
Nella dialettica dei rapporti tra l’area germanica e l’Italia, si collocano diverse esperienze di “ritorno all’ordine”, ovvero di recupero della grande tradizione pittorica, dei “primitivi”, del Rinascimento e della statuaria antica. L’arte si alimenta così di valori positivi, legati alla storia, alla tecnica e al “mestiere” nell’accezione più nobile, a un’iconografia arcaica ma profondamente “interiorizzata”; rinnovate esperienze danno nuova linfa a una realtà artistica che era stata anch’essa travolta dal conflitto mondiale e, al proprio interno, posta in crisi dal Futurismo e dalle avanguardie. Negli anni Venti – Trenta, si sviluppa, in variegate tendenze, un discorso di affermazione dei destini umani; è un momento di disagio, di transizione, documentato anche da opere grafiche di Carrà e de Chirico.
In mostra, il nucleo storico di “Novecento”, costituitosi nel ’22 alla Galleria Pesaro di Milano, è rappresentato da dipinti esemplari dei protagonisti: Bucci, Dudreville, il Funi del “realismo magico”, Malerba, Marussig, il “classicista” Oppi, il Sironi dei titanici “costruttori”. Accanto a questo nucleo centrale, si aggregano dipinti e disegni di autori come Borra, il Reggiani “novecentista”, Marini, Rosai… L’interpretazione metafisica dell’uomo viene rappresentata da opere di Savinio e de Chirico; una lettura in chiave di privato intimismo emerge in un dipinto di de Pisis. Il ritratto a matita di Prampolini del ’32 riferisce sull’evolversi dell’esperienza futurista, mentre a un recupero delle avanguardie tende Severini, qui presente con una delle sue “odalische” dal colore sontuoso. L’ideale percorso per saggi si conclude, ai primi degli anni ’40, con l’opera di Guidi, in cui il processo di depurazione formale esalta quella radice umanistica che, con molteplici varianti e individuali valori, si rinviene alla base della cultura del Novecento
Rispetto alla precedente interpretazione positivista, sotto l’influsso della neonata psicanalisi e della lettura nietzscheana del ruolo dell’essere umano nel cosmo, alcuni artisti trasferiscono sul corpo le inquietudini, i turbamenti e le pulsioni dell’animo, riconoscendo nella psiche il motore delle alterazioni fisiche: è un clima che in mostra viene documentato da preziose incisioni di Kirchner, Pechstein, Nolde, Schmidt-Rottluff, Heckel e Beckmann.
La forza dirompente dell’Espressionismo si trasforma e sfocia in forme d’arte che, pur avendo una radice “realistica”, mantengono un’inconfondibile carica critica. All’interno della Nuova Oggettività si manifesta una forte volontà di proporre immagini ora amare, risentite, ora freddamente satiriche con il loro realismo radicale. Tanto profondamente “cattivi” sono i disegni di Grosz, quanto forti e incisivi sono quelli di Dix. Saggi di graffiante critica sociale sono pure i disegni di Schlichter e Hubbuch.
I dipinti di Radziwill mostrano ambienti surreali che trasmettono una sensazione di straniamento, sospensione, atemporalità piena di simboli e di atmosfere “gotiche”; mentre d’ispirazione rinascimentale sono le grandi tele di Heinrich. Viani, tra i pochissimi in Italia, giunge a una produzione che può essere considerata a pieno espressionista, di respiro mitteleuropeo - a livello sia stilistico che interpretativo -, come pure il singolare ritratto di Semeghini, in mostra, che si appropria del tema psicanalitico del “doppio”.
Nella dialettica dei rapporti tra l’area germanica e l’Italia, si collocano diverse esperienze di “ritorno all’ordine”, ovvero di recupero della grande tradizione pittorica, dei “primitivi”, del Rinascimento e della statuaria antica. L’arte si alimenta così di valori positivi, legati alla storia, alla tecnica e al “mestiere” nell’accezione più nobile, a un’iconografia arcaica ma profondamente “interiorizzata”; rinnovate esperienze danno nuova linfa a una realtà artistica che era stata anch’essa travolta dal conflitto mondiale e, al proprio interno, posta in crisi dal Futurismo e dalle avanguardie. Negli anni Venti – Trenta, si sviluppa, in variegate tendenze, un discorso di affermazione dei destini umani; è un momento di disagio, di transizione, documentato anche da opere grafiche di Carrà e de Chirico.
In mostra, il nucleo storico di “Novecento”, costituitosi nel ’22 alla Galleria Pesaro di Milano, è rappresentato da dipinti esemplari dei protagonisti: Bucci, Dudreville, il Funi del “realismo magico”, Malerba, Marussig, il “classicista” Oppi, il Sironi dei titanici “costruttori”. Accanto a questo nucleo centrale, si aggregano dipinti e disegni di autori come Borra, il Reggiani “novecentista”, Marini, Rosai… L’interpretazione metafisica dell’uomo viene rappresentata da opere di Savinio e de Chirico; una lettura in chiave di privato intimismo emerge in un dipinto di de Pisis. Il ritratto a matita di Prampolini del ’32 riferisce sull’evolversi dell’esperienza futurista, mentre a un recupero delle avanguardie tende Severini, qui presente con una delle sue “odalische” dal colore sontuoso. L’ideale percorso per saggi si conclude, ai primi degli anni ’40, con l’opera di Guidi, in cui il processo di depurazione formale esalta quella radice umanistica che, con molteplici varianti e individuali valori, si rinviene alla base della cultura del Novecento
13
dicembre 2003
L’idea dell’Uomo – Frammenti di poetiche dall’Espressionismo tedesco al ‘Novecento’
Dal 13 dicembre 2003 al 18 gennaio 2004
arte moderna e contemporanea
Location
CHIESA DI SAN PAOLO – SALA DELLE MONACHE
Modena, Via Francesco Selmi, (Modena)
Modena, Via Francesco Selmi, (Modena)
Orario di apertura
feriali 17-19; sabato, domenica e festivi 10-13 / 16-19.30. chiuso lunedi