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Nella mattinata di ieri è arrivato un comunicato che annunciava un record assoluto nelle vendite delle fotografie. La foto Phantom del fotografo di paesaggio Peter Lik ha incassato 6,5 milioni di dollari, uno scatto in bianco e nero del Canyon in Arizona, in cui un raggio di sole taglia lo spazio in due dando vita ad un’atmosfera evocativa e spettrale.
Un collezionista anonimo di Los Angeles, ha comprato anche altre due immagini parte del pacchetto, vendute per 2,4 e 1,1 milioni di dollari, portando ben quattro immagini di Lik nella classifica delle venti foto più costose di tutti i tempi.
Il comunicato ha fatto infuriare il critico inglese Jonathan Jones che ha paragonato la foto ad un poster che è possibile trovare incorniciato in una stanza d’hotel pretenziosa. Arrivando a definire la fotografia una tecnologia e non un’arte e che la foto di Lik è l’esempio di quanti errori è possibile commettere volendo dimostrare di essere artisti.
A fare infuriare il critico d’arte forse il fatto che con questa cifra Lik ha superato due artisti di fama internazionale come Andreas Gursky, con la sua Rhein II (1999), il cui incasso era stato di 4,3 milioni dollari da Christie’s nel 2011. A sua volta Gursky aveva battuto la signora del travestimento, Cindy Sherman che con Untitled # 96 (1981), un autoritratto dell’artista sdraiata sul pavimento in un abito arancio, aveva registrato il record di 3,89 milioni dollari, sempre da Christie’s.
Senza scendere in considerazioni sul tema trattato da Jones, sembra aumentare costantemente la quantità di denaro speso in fotografie nelle aste internazionali. Ogni anno, inoltre, nascono nuovi appuntamenti per fiere ed eventi dedicati esclusivamente alla fotografia, come Paris Photo e i molti eventi satelliti, la milanese MIA, The London Photograph fair e la nuova e fiammante Photo Shanghai che avrà luogo nel settembre 2015. Per non parlare della rinascita dell’editoria fotografica e dell’attenzione che le dedicano i musei.
È recente l’annuncio del SFMOMA. Nel 2016, anno in cui è prevista la riapertura dopo i recenti lavori di ristrutturazione, ospiterà al terzo piano il più grande Museo di Fotografia degli Stati Uniti, progettato per esporre la collezione del Museo, composta da circa 17 mila oggetti.
E come ci muoviamo noi in Italia? L’unico museo della fotografia esistente, il Mufoco di Cinisello Balsamo, rischia di chiudere. In compenso però, è dello scorso settembre la notizia dell’avvio dei cantieri per il Museo di Fotografia di Roma che secondo la tabella di marcia dovrebbe aprire entro il 2015, ma di cui ancora non si hanno notizie.