Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Wal
La rassegna, la più completa fino ad oggi, attraverso una sessantina di opere, abbraccia l’intero percorso dell’artista dalle opere di fine anni Settanta, più tardi definite con il termine “fumetti” per giungere agli ultimi lavori come le sculture monumentali
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ato a Roncolo (Reggio Emilia) nel 1949, Wal si trasferisce a Milano nel 1972. Le prime esperienze lo collocano nel clima dell’arte concettuale: è presente infatti con due personali nel 1976 e nel 1977 alla Galleria Cenobio Visualità. Ma dopo il 1978 l’esigenza di un ritorno alla manualità del fare artistico lo spinge a nuove esperienze, sollecitate anche dall’incontro con Spoldi e dall’inserimento nell’ambiente dello Studio Cannaviello. Wal recupera la figurazione, in particolare le immagini stereotipate dei fumetti che organizza in sequenze tipiche della “narrative art” e primarizza con l’uso violento e gestuale dei colori.
La ricerca si approfondisce negli anni seguenti privilegiando i valori di dinamismo e la violenza cromatica: ora l’autore si confronta con motivi figurativi molto semplici ( api, insetti, fantini), ripetuti quasi ossessivamente e resi dinamici dalla furia gestuale della pennellata, che distribuisce accese cromie secondo ritmi spiraliformi e andamenti vorticosi. Si avrà così il dinamismo di un insetto gigante, ronzante nella tela, come se l’artista dichiara Renato Barilli in catalogo “l’avesse racchiuso in un recipiente di vetro e ora si divertisse ad ammirarne i disperati battiti d’ali per tentare di sfondare la parete, accompagnati magari da un sordo ronzio, che nel nostro caso si traduce in una tavolozza scura, ma pur sempre venata da striature policrome”.
Con queste opere l’artista partecipa a numerose mostre nazionali curate dal critico Renato Barilli che conia per questo gruppo di artisti l’etichetta “Nuovi nuovi”.
Nel 1985 Wal realizza un parco giochi per bambini composto da una serie di animali trasformati in altalene, scivoli, dondoli. Insomma uno zoo didattico ( vacche che sembrano uscite dalla pubblicità per la carne in scatola, cavalli non proprio da corsa, ecc), dove le immagini degli animali ricoperte con vivace policromia geometrizzante e antinaturalistica, lo conducono non solo a modificare la scrittura pittorica delle contemporanee tele, ma a dare vita ad altri lavori tridimensionali.
Nel 1985-86 Wal assembla cassette da frutta intere o segate, quel tipo definito plateau (e con tale nome egli cita questa esperienza), inchiodandole fra loro e rivestendole di carta, che poi ha ricoperto di larghe pennellate di colore ad andamento geometrico. Scaturiscono forme che possono ricordare sagome di architetture metropolitane, ma soprattutto si è trattato di una ricerca che ha tentato di uscire dalla bidimensionalità pittorica. Questi lavori mai esposti al pubblico saranno presentati per la prima volta in questa mostra.
Dagli anni novanta la ricerca di Wal si affida invece alla tridimensionalità, senza rinunciare alla predilezione per soggetti semplici e riferibili al mondo dell’infanzia. Realizza veri e propri putti in materiali vari, ambientati in raffinate composizioni e atteggiamenti. “Wal - dichiara Barilli- vuole che questi suoi putti si iscrivano a fondo nella categioria del kitsch, prestando il fianco a un angelismo sfacciato, smodato, eccessivo: amorini che una ne fanno e cento ne pensano, usciti da qualche scaffale di souvenir, di paccottiglia da regalo a poco prezzo, di fermacarte o soprammobili, che però, magari, non mancano di caricarsi anche di qualche riferimento dotto.”
“Lo scopo palese - dichiara Massimo Mussini nell’altro contributo in catalogo - non è tanto di rappresentare semplicemente l'attività ludica infantile, ma nella scelta delle azioni compiute dai putti e degli oggetti coi quali operano si fa palese un'intenzione ironica e nello stesso tempo si percepisce un messaggio simbolico, inteso a riaffermare che la creatività è un inesausto gioco mentale e che l'operare artistico può essere giustificato anche da un fine soltanto ludico e appagante”.
“Gli ultimi lavori di Wal – chiarisce ancora Massimo Mussini - rifanno il verso alla pop art e al neo dada, riproponendo in seriazione variabile una testa bovina desunta da una vecchia insegna di macelleria (2001), oppure si vanno indirizzando ad una giocosità ancora più aperta, per la scelta di accostamenti quasi surreali e di una policromia accesa e antinaturalistica, cercata nel repertorio della ceramica cinese e nelle decorazioni alla Gaudì, che rendono le sue sculture oggetti preziosi e decorativi, dall'arcaico sapore di reperti archeologici e, insieme, raffinatamente post moderni”.
La ricerca si approfondisce negli anni seguenti privilegiando i valori di dinamismo e la violenza cromatica: ora l’autore si confronta con motivi figurativi molto semplici ( api, insetti, fantini), ripetuti quasi ossessivamente e resi dinamici dalla furia gestuale della pennellata, che distribuisce accese cromie secondo ritmi spiraliformi e andamenti vorticosi. Si avrà così il dinamismo di un insetto gigante, ronzante nella tela, come se l’artista dichiara Renato Barilli in catalogo “l’avesse racchiuso in un recipiente di vetro e ora si divertisse ad ammirarne i disperati battiti d’ali per tentare di sfondare la parete, accompagnati magari da un sordo ronzio, che nel nostro caso si traduce in una tavolozza scura, ma pur sempre venata da striature policrome”.
Con queste opere l’artista partecipa a numerose mostre nazionali curate dal critico Renato Barilli che conia per questo gruppo di artisti l’etichetta “Nuovi nuovi”.
Nel 1985 Wal realizza un parco giochi per bambini composto da una serie di animali trasformati in altalene, scivoli, dondoli. Insomma uno zoo didattico ( vacche che sembrano uscite dalla pubblicità per la carne in scatola, cavalli non proprio da corsa, ecc), dove le immagini degli animali ricoperte con vivace policromia geometrizzante e antinaturalistica, lo conducono non solo a modificare la scrittura pittorica delle contemporanee tele, ma a dare vita ad altri lavori tridimensionali.
Nel 1985-86 Wal assembla cassette da frutta intere o segate, quel tipo definito plateau (e con tale nome egli cita questa esperienza), inchiodandole fra loro e rivestendole di carta, che poi ha ricoperto di larghe pennellate di colore ad andamento geometrico. Scaturiscono forme che possono ricordare sagome di architetture metropolitane, ma soprattutto si è trattato di una ricerca che ha tentato di uscire dalla bidimensionalità pittorica. Questi lavori mai esposti al pubblico saranno presentati per la prima volta in questa mostra.
Dagli anni novanta la ricerca di Wal si affida invece alla tridimensionalità, senza rinunciare alla predilezione per soggetti semplici e riferibili al mondo dell’infanzia. Realizza veri e propri putti in materiali vari, ambientati in raffinate composizioni e atteggiamenti. “Wal - dichiara Barilli- vuole che questi suoi putti si iscrivano a fondo nella categioria del kitsch, prestando il fianco a un angelismo sfacciato, smodato, eccessivo: amorini che una ne fanno e cento ne pensano, usciti da qualche scaffale di souvenir, di paccottiglia da regalo a poco prezzo, di fermacarte o soprammobili, che però, magari, non mancano di caricarsi anche di qualche riferimento dotto.”
“Lo scopo palese - dichiara Massimo Mussini nell’altro contributo in catalogo - non è tanto di rappresentare semplicemente l'attività ludica infantile, ma nella scelta delle azioni compiute dai putti e degli oggetti coi quali operano si fa palese un'intenzione ironica e nello stesso tempo si percepisce un messaggio simbolico, inteso a riaffermare che la creatività è un inesausto gioco mentale e che l'operare artistico può essere giustificato anche da un fine soltanto ludico e appagante”.
“Gli ultimi lavori di Wal – chiarisce ancora Massimo Mussini - rifanno il verso alla pop art e al neo dada, riproponendo in seriazione variabile una testa bovina desunta da una vecchia insegna di macelleria (2001), oppure si vanno indirizzando ad una giocosità ancora più aperta, per la scelta di accostamenti quasi surreali e di una policromia accesa e antinaturalistica, cercata nel repertorio della ceramica cinese e nelle decorazioni alla Gaudì, che rendono le sue sculture oggetti preziosi e decorativi, dall'arcaico sapore di reperti archeologici e, insieme, raffinatamente post moderni”.
06
dicembre 2003
Wal
Dal 06 dicembre 2003 al primo febbraio 2004
arte contemporanea
Location
CHIOSTRI DI SAN DOMENICO
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Dante Alighieri, 11, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 9-12 / 15-18 sabato, domenica e festivi 10 – 13 / 15-19
Vernissage
6 Dicembre 2003, ore 18