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Un volto del Novecento. Da de Chirico a Campigli: la collezione Zanini
Illustratore, caricaturista, mercante d’arte, ma prima ancora illuminato collezionista. I termini hanno un preciso peso specifico quando si parla di una figura eclettica come Giuseppe Zanini, in arte Nino Za, (Milano 1906-Roma 1996).
Comunicato stampa
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Una passione lunga una vita, totalizzante, che si dipanò su due livelli: pubblico e privato. Due piani che, spesso, finirono per sovrapporsi. Il Zanini colto gallerista spesso appare inscindibile dal Zanini artista e amico di maestri del colore come de Chirico con cui condivise l’interesse per la pittura ma pure la quotidianità di momenti privati.
Si tratta di una articolata rassegna formata da circa 80 dipinti firmati dai principali artisti italiani del XX secolo che composero il nucleo di quella che fu la sua collezione privata che, come poche altre in Italia, sintetizza il gusto legato alla dominante tradizione figurativa dell'arte contemporanea. Il nocciolo è costituito da pezzi che ruotano attorno alla sfera privata di questo personaggio-chiave del panorama figurativo italiano del Novecento: la carrellata di ritratti della moglie, Germana, animatrice della galleria/cenacolo di via del Babuino, a Roma. Una bellezza classica, conosciuta a Udine, che divenne musa e modella d’eccezione dei frequentatori della galleria e di casa Zanini: Giorgio De Chirico, Massimo Campigli, Felice Casorati, e Virgilio Guidi. Una chicca è lo schizzo su tovagliolo eseguito in una trattoria a Roma da Federico Fellini, conosciuto quando era giovane e non celebre, con cui instaurò un legame fraterno irrobustito dalla frequentazione assidua che coinvolse l’attrice Giulietta Masina, consorte del regista. Che, a sua volta, divenne intima amica di Germana.
Ai ritratti dedicati a Germana, contrassegnati da una sorta di lessico familiare pittorico, si affiancano altri dipinti di artisti di punta:Mario Sironi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis e Giuseppe Cesetti. Opere che, nel loro complesso, vanno a comporre, come in un puzzle, una esaustiva panoramica sulle espressioni artistiche di tendenza dello scorso secolo. Il volto della donna, ravvivato dall’intenso sguardo azzurro, è il leit motiv trainante, ma non l’unico filo conduttore della rassegna. Rassegna che affronta, da più punti prospettici, la poliedrica figura di Zanini che, non va dimenticato, poco più che ventenne, esordì a Genova, al teatro Buenos Aires, come caricaturista dal segno rapido e inconfondibile e che poi divenne, a metà degli anni Trenta, firma di prestigio del quotidiano triestino Il Piccolo e di riviste, anche straniere, fra cui le tedesche Lustige Blatter e das Magazine. Risale invece al periodo ’45-’48 la collaborazione con il giornale umoristico friulano Puf e, poi, dopo una lunga pausa, a partire dalla metà degli anni ’60, con L’intrepido. Ma la prolifica attività artistica di Zanini (autore di lavori per la Campari e del primo logo delle Frecce Tricolori) viene affrontata solo marginalmente. La mostra fa perno infatti non tanto sul Za caricaturista/ illustratore, sorta di alter ego di Zanini, ma su Zanini collezionista/mercante dal fiuto infallibile per il talento, anche di giovani pittori sconosciuti che incoraggiava e aiutava ad emergere. Un fiuto naturale che affinò durante la lunga e intensa attività commerciale, decollata a Udine, nel ’52, dove fondò la Piccola galleria che, dalla centrale via Mercatovecchio estese il proprio raggio d’azione nella cosmopolita Cortina d'Ampezzo, meta della ricca e colta alta borghesia. Nel ’55 il trasferimento definitivo, con la famiglia, a Roma, dove aprì la celebre galleria di via del Babuino. Uno spazio nel cuore dell’Urbe che, in breve, complice il supporto della estroversa consorte, divenne un punto di riferimento per pittori, poeti e scrittori, fra cui Alfonso Gatto e Carlo Cassola. Tramite la lettura dei pezzi del ‘900 la rassegna mira quindi a fornire uno spaccato sia sul collezionismo privato che sul ruolo svolto dai grandi galleristi nella storia dell'arte italiana contemporanea.
Un ruolo di peso che Zanini svolse sia a Roma, che in provincia. E, in particolare, nella provincia udinese che diede i natali ai più validi artisti friulani affermatisi a livello nazionale: Giuseppe Zigaina, Toffolo Anzil, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti, Angelo Variola e lo scultore Marcello Mascherini. Artisti a cui è dedicata
una sezione ad hoc che documenta, tramite una serie di dipinti e sculture, il sodalizio che questi strinsero, fin dai primi anni '50, proprio con Zanini.
Convegni, visite guidate e incontri, in agenda durante il periodo d’apertura della rassegna, serviranno per fare il punto sull'eredità professionale lasciata a Udine dalla Piccola Galleria “raccolta” simbolicamente e portata avanti fino ad oggi da altre gallerie attivamente impegnate nella divulgazione del linguaggio figurativo contemporaneo. A corredo della mostra nella chiesa trecentesca di San Francesco -sede espositiva direttamente collegata alla Galleria d'Arte Moderna (il biglietto è unico) - un ricco catalogo, edito da Mazzotta con testi di Giuseppe Appella, Isabella Reale e Maria Silva Zanini e numerose testimonianze sull'attività di Giuseppe Zanini. Sfogliandolo, il visitatore potrà ripercorrere il percorso sull'arte del Novecento italiano che si snoda attraverso le opere di Zanini e, soprattutto, confrontarlo ad uopo con l’itinerario proposto delle opere della collezione Astaldi e della Gamud.
Si tratta di una articolata rassegna formata da circa 80 dipinti firmati dai principali artisti italiani del XX secolo che composero il nucleo di quella che fu la sua collezione privata che, come poche altre in Italia, sintetizza il gusto legato alla dominante tradizione figurativa dell'arte contemporanea. Il nocciolo è costituito da pezzi che ruotano attorno alla sfera privata di questo personaggio-chiave del panorama figurativo italiano del Novecento: la carrellata di ritratti della moglie, Germana, animatrice della galleria/cenacolo di via del Babuino, a Roma. Una bellezza classica, conosciuta a Udine, che divenne musa e modella d’eccezione dei frequentatori della galleria e di casa Zanini: Giorgio De Chirico, Massimo Campigli, Felice Casorati, e Virgilio Guidi. Una chicca è lo schizzo su tovagliolo eseguito in una trattoria a Roma da Federico Fellini, conosciuto quando era giovane e non celebre, con cui instaurò un legame fraterno irrobustito dalla frequentazione assidua che coinvolse l’attrice Giulietta Masina, consorte del regista. Che, a sua volta, divenne intima amica di Germana.
Ai ritratti dedicati a Germana, contrassegnati da una sorta di lessico familiare pittorico, si affiancano altri dipinti di artisti di punta:Mario Sironi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis e Giuseppe Cesetti. Opere che, nel loro complesso, vanno a comporre, come in un puzzle, una esaustiva panoramica sulle espressioni artistiche di tendenza dello scorso secolo. Il volto della donna, ravvivato dall’intenso sguardo azzurro, è il leit motiv trainante, ma non l’unico filo conduttore della rassegna. Rassegna che affronta, da più punti prospettici, la poliedrica figura di Zanini che, non va dimenticato, poco più che ventenne, esordì a Genova, al teatro Buenos Aires, come caricaturista dal segno rapido e inconfondibile e che poi divenne, a metà degli anni Trenta, firma di prestigio del quotidiano triestino Il Piccolo e di riviste, anche straniere, fra cui le tedesche Lustige Blatter e das Magazine. Risale invece al periodo ’45-’48 la collaborazione con il giornale umoristico friulano Puf e, poi, dopo una lunga pausa, a partire dalla metà degli anni ’60, con L’intrepido. Ma la prolifica attività artistica di Zanini (autore di lavori per la Campari e del primo logo delle Frecce Tricolori) viene affrontata solo marginalmente. La mostra fa perno infatti non tanto sul Za caricaturista/ illustratore, sorta di alter ego di Zanini, ma su Zanini collezionista/mercante dal fiuto infallibile per il talento, anche di giovani pittori sconosciuti che incoraggiava e aiutava ad emergere. Un fiuto naturale che affinò durante la lunga e intensa attività commerciale, decollata a Udine, nel ’52, dove fondò la Piccola galleria che, dalla centrale via Mercatovecchio estese il proprio raggio d’azione nella cosmopolita Cortina d'Ampezzo, meta della ricca e colta alta borghesia. Nel ’55 il trasferimento definitivo, con la famiglia, a Roma, dove aprì la celebre galleria di via del Babuino. Uno spazio nel cuore dell’Urbe che, in breve, complice il supporto della estroversa consorte, divenne un punto di riferimento per pittori, poeti e scrittori, fra cui Alfonso Gatto e Carlo Cassola. Tramite la lettura dei pezzi del ‘900 la rassegna mira quindi a fornire uno spaccato sia sul collezionismo privato che sul ruolo svolto dai grandi galleristi nella storia dell'arte italiana contemporanea.
Un ruolo di peso che Zanini svolse sia a Roma, che in provincia. E, in particolare, nella provincia udinese che diede i natali ai più validi artisti friulani affermatisi a livello nazionale: Giuseppe Zigaina, Toffolo Anzil, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti, Angelo Variola e lo scultore Marcello Mascherini. Artisti a cui è dedicata
una sezione ad hoc che documenta, tramite una serie di dipinti e sculture, il sodalizio che questi strinsero, fin dai primi anni '50, proprio con Zanini.
Convegni, visite guidate e incontri, in agenda durante il periodo d’apertura della rassegna, serviranno per fare il punto sull'eredità professionale lasciata a Udine dalla Piccola Galleria “raccolta” simbolicamente e portata avanti fino ad oggi da altre gallerie attivamente impegnate nella divulgazione del linguaggio figurativo contemporaneo. A corredo della mostra nella chiesa trecentesca di San Francesco -sede espositiva direttamente collegata alla Galleria d'Arte Moderna (il biglietto è unico) - un ricco catalogo, edito da Mazzotta con testi di Giuseppe Appella, Isabella Reale e Maria Silva Zanini e numerose testimonianze sull'attività di Giuseppe Zanini. Sfogliandolo, il visitatore potrà ripercorrere il percorso sull'arte del Novecento italiano che si snoda attraverso le opere di Zanini e, soprattutto, confrontarlo ad uopo con l’itinerario proposto delle opere della collezione Astaldi e della Gamud.
19
dicembre 2003
Un volto del Novecento. Da de Chirico a Campigli: la collezione Zanini
Dal 19 dicembre 2003 al 30 aprile 2004
arte moderna e contemporanea
Location
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Udine, Largo Ospedale Vecchio, (Udine)
Udine, Largo Ospedale Vecchio, (Udine)
Vernissage
19 Dicembre 2003, ore 18
Sito web
www.comune.udine.it