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Ferdinando Farina – arte e ricambi in-light
Le installazioni di luce dell’artista trasformano lo spazio che abitano creando un corto-circuito percettivo, un empasse nel visitatore.
Comunicato stampa
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Alcune sono realizzate intervenendo direttamente su supporti fotografici vergini successivamente proiettati ed altre con l’utilizzo della fonte luminosa pura, ed appaiono - si vedono - soltanto nel momento in cui sono accese.
Il concetto di smaterializzazione dell’opera e l’uso della luce come medium, struttura portante dell’intero lavoro, riflettono il senso effimero e precario dell’arte.
Una prima installazione che si incontra nel percorso, dal titolo ombra materica, è una proiezione di cui la materialità è soltanto apparente.
Il visitatore, attraverso la sua presenza, può intervenire e trasformare l’opera.
Una seconda, broken shadow, è allestita all’interno di una stanza.
Questa scompone, tagliandola in due, la materia leggera della persona: l’ombra del visitatore.
Vengono anche presentate per la prima volta delle opere di piccolo formato realizzate con tecnologie sperimentali: naked light e sketch light.
Le naked light si fondano sul concetto della luce che diviene materia sottile, per essere modellata alla visione dello spettatore, e gli sketch light sul segno che diviene luce.
Immagini impalpabili ed evanescenti, in cui l’assenza di materia guida lo spettatore ad una comunicazione sensibile ed emozionale, fuori degli schemi di una lettura puramente cerebrale.
Il lavoro di Ferdinando Farina stimola la riflessione sulla capacità insita nell’arte di trasformare la realtà “giocando” e sulla creazione di luoghi come opere che rompono ed irrompono nello spazio reale, opere che il pubblico attraversa e con cui è invitato ad interagire non più soltanto con lo sguardo.
Il concetto di smaterializzazione dell’opera e l’uso della luce come medium, struttura portante dell’intero lavoro, riflettono il senso effimero e precario dell’arte.
Una prima installazione che si incontra nel percorso, dal titolo ombra materica, è una proiezione di cui la materialità è soltanto apparente.
Il visitatore, attraverso la sua presenza, può intervenire e trasformare l’opera.
Una seconda, broken shadow, è allestita all’interno di una stanza.
Questa scompone, tagliandola in due, la materia leggera della persona: l’ombra del visitatore.
Vengono anche presentate per la prima volta delle opere di piccolo formato realizzate con tecnologie sperimentali: naked light e sketch light.
Le naked light si fondano sul concetto della luce che diviene materia sottile, per essere modellata alla visione dello spettatore, e gli sketch light sul segno che diviene luce.
Immagini impalpabili ed evanescenti, in cui l’assenza di materia guida lo spettatore ad una comunicazione sensibile ed emozionale, fuori degli schemi di una lettura puramente cerebrale.
Il lavoro di Ferdinando Farina stimola la riflessione sulla capacità insita nell’arte di trasformare la realtà “giocando” e sulla creazione di luoghi come opere che rompono ed irrompono nello spazio reale, opere che il pubblico attraversa e con cui è invitato ad interagire non più soltanto con lo sguardo.
13
dicembre 2003
Ferdinando Farina – arte e ricambi in-light
Dal 13 dicembre 2003 al 06 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
ARTERICAMBI
Verona, Via Leida, 6/A, (Verona)
Verona, Via Leida, 6/A, (Verona)
Orario di apertura
17 :30 – 20 :00 dal Martedì al Sabato e su appuntamento
Vernissage
13 Dicembre 2003, ore 17:30