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Il Guardian ha chiesto ai suoi critici più autorevoli, Laura Cumming, Jonathan Jones e Adrian Searle, di elencare le dieci mostre più belle dell’anno. Ne è uscita fuori una classifica molto London based, con qualche rara eccezione, ad esempio di Searle che si spinge ad Amsterdam per lodare Marlene Dumas messa sapientemente in mostra allo Stedelijk. Alcune rassegne ricorrono in due dei tre verdetti, come Rembrandt e Veronese alla National Gallery, Gian Battista Moroni alla Royal Academy (almeno gli italiani sono menzionati come artisti). Ma il più delle volte si tratta di singole nomination: Ai Wei Wei al Blenheim Palace e allo Yorkshire Sculpture Park (Cumming), Pierre Huyghe da Hauser & Wirth a Londra (Searle) o Schiele alla Courtauld Gallery di Londra (Jones).
Una sola ha messo tutti d’accordo: Matisse alla Tate Modern. Con “opere così piene di vita” (Searle), una mostra che si è rivelata una “gioia dall’inizio alla fine” (Cumming). Semplicemente “un dono” per Jones. Difficile non essere d’accordo.