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Gemine Muse 2003 – Macchiagodena / Macolino / Parente
testo critico a cura di Pierpaolo Giannubilo
Il pezzo più suggestivo del piccolo museo non è un manufatto, ma una teca di reliquie. Macerie, ossa di un cavaliere longobardo e del suo cavallo. Tutti e tre i nostri giovani hanno scelto di misurarsi con queste due carcasse millenarie, di fare i conti con questi detriti musealizzati.
Comunicato stampa
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Gianluca Parente - che solitamente giustappone slogan pubblicitari a immagini rubate ai giornali creando l'illusione di una pubblicità che lavora senza il suo presupposto, la merce - nel pannello "Un giorno macellati un giorno macellai" accosta un verso tratto da una canzone dei CCCP, "Guerra e pace", ad un osso umano. Fra scrittura e oggetto circuita subito un'analogia che è il punto di partenza per una meditazione universale sulla guerra. Perché un cavaliere a questo fa pensare: ad un guerriero. Macellaio in battaglia e ora, macellato, esposto in morte, sottovetro, alla pietas dei posteri.
Vanni Macchiagodena e Nicola Macolino, a partire dalle ossa, tessuto rigido ricco di sali di calcio e sedimento della vita, il materiale più durevole dell'uomo, l'uomo al suo grado zero, provano una clonazione. Macchiagodena ricrea cavallo e cavaliere frantumati nella tomba: il busto della figura umana sembra un'armatura, il cranio un elmo, il cavallo è scarnificato nelle superfici, statico: una statua equestre ferita e forata in più punti. Anche Macolino punta ad un "rewind": ricostruire ciò che il tempo sta polverizzando. Lo fa rifunzionalizzando quei resti. Il suo cavallo bianco è una macchina di scena. Il cavallo può rivivere inserito nella finzione teatrale. Un attore impugnerà la lancia e monterà l'animale per tornare alle battaglie interrotte 1500 anni fa. Su un palcoscenico anche la morte, come la vita, "è sogno", e grazie all'arte ci si può svegliare.
Vanni Macchiagodena e Nicola Macolino, a partire dalle ossa, tessuto rigido ricco di sali di calcio e sedimento della vita, il materiale più durevole dell'uomo, l'uomo al suo grado zero, provano una clonazione. Macchiagodena ricrea cavallo e cavaliere frantumati nella tomba: il busto della figura umana sembra un'armatura, il cranio un elmo, il cavallo è scarnificato nelle superfici, statico: una statua equestre ferita e forata in più punti. Anche Macolino punta ad un "rewind": ricostruire ciò che il tempo sta polverizzando. Lo fa rifunzionalizzando quei resti. Il suo cavallo bianco è una macchina di scena. Il cavallo può rivivere inserito nella finzione teatrale. Un attore impugnerà la lancia e monterà l'animale per tornare alle battaglie interrotte 1500 anni fa. Su un palcoscenico anche la morte, come la vita, "è sogno", e grazie all'arte ci si può svegliare.
08
novembre 2003
Gemine Muse 2003 – Macchiagodena / Macolino / Parente
Dall'otto novembre 2003 all'undici gennaio 2004
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
MUSEO PROVINCIALE SANNITICO – PALAZZO MAZZAROTTA
Campobasso, Via Anselmo Chiarizia, 12, (Campobasso)
Campobasso, Via Anselmo Chiarizia, 12, (Campobasso)
Sito web
www.giovaniartisti.it/Gm/2003/home.htm