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Enrico Manera – Fino al 7° respiro
“studio27”, nuovo spazio espositivo a Milano per la giovane figurazione ed inaugurerà il 7 di novembre alle 19,00 con la mostra “Fino al settimo respiro” di E.Manera a cura di Duccio Trombadori.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Fino al 7° respiro” e’ il titolo dell’installazione di ENRICO MANERA che dal 7 novembre, sara’ visibile in ben sette gallerie italiane. Già da qualche tempo collezionisti, critici, galleristi e non addetti ai lavori, avevano ricevuto “quel curioso preinvito” anonimo di colore nero, da un lato appariva in inglese la scritta “ PREPARE YOUR SELF”(preparati), dall’altro un disegno di un cappio , sul cui fondo campeggiava in trasparenza un numero “7”…messaggio non certo rassicurante.
Adottando il metodo della pubblicita’ occulta si e’ creata quella giusta dose di mistero, come si conviene agli annunci “Shock” e se di mistero abbiamo bisogno, il curatore della mostra DUCCIO TROMBADORI lo svela dando un titolo al testo in catalogo non meno intrigante: “ La catastrofe del nano”. Invero ci spiega Trombadori, Enrico Manera si fa cogliere da un dubbio e sapientemente rovescia la favola di Biancaneve, facendosi ammaliare in qualche modo dall’assunto di Genet “Si odia chi ti fa del bene..” e attraverso gli strumenti della pittura-pittura(7 tele tecnica mista 145x145 piu’ 7 tele 80x80), del video(un’ironica surreale reinterpretazione della favola a cavallo tra il sogno e il paesaggio urbano contemporaneo) e dell’installazione(un nano/scultura a grandezza naturale impiccato al soffitto), prepara la sua mise on scene.
Se Biancaneve si svegliasse, sembra suggerire Manera, tu non sai cosa può combinare.
Intanto guarda cosa può capitare ad un povero nano, colpevole unicamente di essersi adoperato a vantaggio della bella e di aver messo così il suo cuore “a nudo”.
E un rischio non calcolato ci fa’ intuire Manera, e tuttavia il pericolo e prevedibile.
Quando una donna e bella fino all’inverosimile, quando rappresenta l’ideale sorridente della giovinezza immutabile, quando ricalca l’immagine della perfezione, proprio lì siamo nell’imminenza della insidia maggiore alla nostra incolumita’.
“Il bello e’ l’inizio del tremendo”, scriveva un poeta dalla penna acuminata come Rainer Maria Rilke.
Adesso Manera ci mostra l’altra metà di Biancaneve.
La buona, la bella, la dolce fanciulla si avventa sul nano di turno e “zac” lo sistema per le feste per vendicarsi della sua soggezione al ruolo di idolo a misura dei sogni d’amore maschili.
La rivolta di Biancaneve contro il suo stereotipo si risolve cosi’ in una “catastrofe del nano”, figura sacrificale e al tempo stesso emblema di una morale che non sopprime l’idea del lieto fine ma la arricchisce di un retroterra psicologico.
Cosi’ la disincantata e rigorosa messa in scena di Manera allestita con molta sapienza visiva, ci da’ pure una sua morale: “ non fidatevi mai delle apparenze,neppure di Biancaneve” parola di Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo, Pisolo, eccetera, eccetera, eccetera.
Adottando il metodo della pubblicita’ occulta si e’ creata quella giusta dose di mistero, come si conviene agli annunci “Shock” e se di mistero abbiamo bisogno, il curatore della mostra DUCCIO TROMBADORI lo svela dando un titolo al testo in catalogo non meno intrigante: “ La catastrofe del nano”. Invero ci spiega Trombadori, Enrico Manera si fa cogliere da un dubbio e sapientemente rovescia la favola di Biancaneve, facendosi ammaliare in qualche modo dall’assunto di Genet “Si odia chi ti fa del bene..” e attraverso gli strumenti della pittura-pittura(7 tele tecnica mista 145x145 piu’ 7 tele 80x80), del video(un’ironica surreale reinterpretazione della favola a cavallo tra il sogno e il paesaggio urbano contemporaneo) e dell’installazione(un nano/scultura a grandezza naturale impiccato al soffitto), prepara la sua mise on scene.
Se Biancaneve si svegliasse, sembra suggerire Manera, tu non sai cosa può combinare.
Intanto guarda cosa può capitare ad un povero nano, colpevole unicamente di essersi adoperato a vantaggio della bella e di aver messo così il suo cuore “a nudo”.
E un rischio non calcolato ci fa’ intuire Manera, e tuttavia il pericolo e prevedibile.
Quando una donna e bella fino all’inverosimile, quando rappresenta l’ideale sorridente della giovinezza immutabile, quando ricalca l’immagine della perfezione, proprio lì siamo nell’imminenza della insidia maggiore alla nostra incolumita’.
“Il bello e’ l’inizio del tremendo”, scriveva un poeta dalla penna acuminata come Rainer Maria Rilke.
Adesso Manera ci mostra l’altra metà di Biancaneve.
La buona, la bella, la dolce fanciulla si avventa sul nano di turno e “zac” lo sistema per le feste per vendicarsi della sua soggezione al ruolo di idolo a misura dei sogni d’amore maschili.
La rivolta di Biancaneve contro il suo stereotipo si risolve cosi’ in una “catastrofe del nano”, figura sacrificale e al tempo stesso emblema di una morale che non sopprime l’idea del lieto fine ma la arricchisce di un retroterra psicologico.
Cosi’ la disincantata e rigorosa messa in scena di Manera allestita con molta sapienza visiva, ci da’ pure una sua morale: “ non fidatevi mai delle apparenze,neppure di Biancaneve” parola di Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo, Pisolo, eccetera, eccetera, eccetera.
07
novembre 2003
Enrico Manera – Fino al 7° respiro
Dal 07 al 30 novembre 2003
arte contemporanea
Location
STUDIO27
Milano, Via Luigi Frapolli, 27, (Milano)
Milano, Via Luigi Frapolli, 27, (Milano)
Orario di apertura
aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato, dalle 14,00 alle 19,00
Vernissage
7 Novembre 2003, ore 19,00