I lavori formano, come è accaduto anche in passato per le altre opere del Maestro, un vero e proprio ciclo che per variazioni, aggiunta o sottrazione di particolari, scelta di colori ed elementi, sviluppa di volta in volta la sua riflessione, facendo ricorso anche ad accenni ironici.
Concetto Pozzati è attualmente titolare della cattedra di pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. In passato, ha insegnato presso le Accademie di Venezia e Firenze. Animatore culturale poliedrico, è stato anche Assessore alla cultura del Comune di Bologna dal 1993 al 1996. Ha esposto in numerose edizioni della Quadriennale di Roma e della Biennale di Venezia. Ha partecipato alla Biennale di Parigi nel 1969, a Documenta di Kassel nel 1964, ha tenuto e tiene personali ed antologiche in tutto il mondo. Numerosissime sono, inoltre, le partecipazioni alle rassegne sull'arte contemporanea italiana nel mondo.
Scrive in occasione di questa mostra: 'Il pittore consegnato ad altri è un burattino, vuole invece il pittore essere il burattinaio, far muovere e gestire le sue immaginazioni, i suoi 'bambolotti', le sue fantasmagorie. Non dà spettacolo per gli altri, spesso non fa vedere i suoi manichini perché li appende nella sua visionaria memoria. Tanti manichini sono già stati dipinti ma non molti burattini, quei burattini che l'indifferenziato ammette che lo specchio rifletta solo il tutto uguale.
Impiccati burattino!
Bambolotti immobili attendono di muoversi, di entrare in scena, di farsi eventualmente vedere in una prossima mostra. Questi manichini protestano silenziosi il disagio della pittura e la loro consapevolezza di essere antichi, aut, come lo stesso autore... il burattinaio che crede ancora di sottolineare che il mondo è un teatrino incivile dove la finta socializzazione pensa di produrre veloce comunicazione invece di un silenzioso disagio, balbettante e lento, come dovrebbe essere.
Lenti, andiamo lenti...'

Interverrà Pietro Marino.